Capitolo Quarantatre.

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Il calore della macchina, creava una bella atmosfera, inoltre la generosa quantità di profumo che Harry si era spruzzato inebriava completamente i miei sensi.
Nonostante i miei tentativi di restare sveglio, mi addormentai a metà viaggio, la voce angelica di Harry che canticchiava lentamente non fece altro che conciliare il mio sonno.

Non si trattava di un sonno profondo, infatti riuscii a sentire Harry lasciare qualche imprecazione ad un altro automobilista e una frentata particolarmente brusca.
Tenni gli occhi chiusi ma sentivo costantemente il suo sguardo su di me.

Così quando la macchina si fermò completamente, dopo una leggera curva continuai a far finta di dormire, il più grande si avvicinò piano a me e con le dita ruvide spostò qualche capello dalla mia fronte.

'Piccolo' sussurrò, mentre le sue labbra dolci si appoggiavano sulla mia tempia e il suo profumo mi mandava in pappa il cervello.

'Mhh' mugognai fingendo di essere ancora completamente arrivato.

Harry ridacchiò con la sua voce profonda.

'Siamo arrivati, lou' sussurrò nel mio orecchio e dei sospiri caldi mi fecero rabbrividire.

Quando aprii gli occhi rimasi decisamente confuso, un portiere se ne stava in piedi davanti all'ingresso di quello che poteva benissimo essere un ristorante o forse un hotel.

'Dove siamo?' chiesi, stiracchiandomi.

Quel posto spruzzava eleganza e raffinatezza da tutti i pori e subito mi sentii a disagio, non ero decisamente nelle condizioni migliori per entrare in un posto come quello.

'È ancora una sorpresa, andiamo' disse Harry sorridendo alla mia confusione, lo gaurdai meglio, anche lui non era vestito in modo elegante, indossava dei semplici jeans scuri e una camicia, coperta dal suo solito cappotto invernale.

Provavi ad aprire la protiera ma risultò bloccata e guardai subito il più grande per cercare di dirgli che la portiera non si apriva, ma lui mi sorrise di nuovo facendo scintillare i suoi denti bianchi e facendo comparire le fossette sulle sue guance.

Si avvicinò, lasciandomi scendere dal veicolo e ancora quel sorriso che sembrava sciogliermi dall'interno, non aveva abbandonato il suo volto.

'Hai davvero messo il blocco bambini per aprirmi la portiera?' chiesi con un sopracciglio alzato, mostrando un falso fastidio che non stavo davvero provando, trovavo questa cosa incredibilemente romantica ed imbarazzante.

Lui annuì e poi mi porse la mano, ci avvicinammo all'entrata dove il portiere notandoci, cambiò la sua espressione annoiata in un sorriso forzato.

'Signori' ci salutò cordiale e il mio sgaurdo cadde sui bottoni colorati d'oro della sua giacca, ero decisamente vestito troppo male.

Harry fece un solo cenno con la testa, dicendo il suo cognome.
Non sapevo il motivo per il quale quel 'Styles' sussurrato con tale autorità e potere mi avesse fatto tremare.

In quelle occasioni vedevo Harry per quello che effettivamente era, un uomo, in confronto a me che ero solo un ragazzo.

Il portiere, annuì spalancando la porta e subito venni accecato dal pavimento in marmo e dalle luci calde.

'Buona sera signori' salutò cordiale una donna che avrà avuto sicuramente più di 35 anni, estremamente curata e ben truccata.
Non passò inosservato il lampo che passò nei suoi occhi quando vide il più grande e la languida occhiata che lasciò alla figura accanto alla mia, leccandosi le labbra.
Sembrava che si conoscessero già.

Instintivamente alzai gli occhi al cielo, ma fui subito rassicurato dal braccio di Harry che cinse il mio fianco.

'Styles' ripetè di nuovo quando la "gentile signora" gli chiese a che nome avesse prenotato, guardando me.

Rainy Autumn | Larry Stylinson Where stories live. Discover now