Capitolo 48

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"SHIZUKA È SCOMPARSA!" irruppe di colpo una guardia dell'Hokage proprio nel suo ufficio. Aveva l'affanno , segno che aveva corso parecchio.
Fu una frase che rimbombò per tutto il corridoio, attirando l'attenzione di molti altri Jonin, tra cui Gai che entrò ,preoccupato, senza indugio.

"Cosa?! Come sarebbe a dire scomparsa?!"spalancò gli occhi Tsunade, incredula, alzandosi e facendo sbattere le mani sulla scrivania.
"NON RIUSCIAMO A TROVARLA DA NESSUNA PARTE!"spiegò."ABBIAMO PERLUSTRATO TUTTA KONOHA MA DI LEI NON C'È NESSUNA TRACCIA!"

"Non è possibile!L'avete già cercata nelle zone d'addestramento?!"cercò di non agitarsi il suo amico.
"Si, è stato il primo posto che abbiamo perlustrato!"spiegò nuovamente la giovane guardia.

"Perlustrate il suo appartamento!"ordinò l'Hokage uscendo dal suo ufficio per recarsi di fretta nel luogo citato."Non devote tralasciare nemmeno un centimetro! MI AVETE SENTITA?!"

La guardia annuì e recuperò tutti gli uomini che avevano perlustrato Konoha e, senza che nessuno glielo avesse ordinato, Gai li seguì.
Sapeva perfettamente che qualcosa non andava in lei..

Si recarono all'appartamento della ragazza e, notando la porta chiusa a chiave, Gai la sfondò con un calcio per poi far passare le guardie e Tsunade.

C'era qualcosa di strano nell'aria..
Di solito , per la sua paura del buio, lasciava sempre mille luci accese, aveva addirittura attaccato degli adesivi che si illuminano al buio come se in quella casa vivesse una bambina, e spalancava sempre le finestre per far entrare la luce. Ma in quel caso le luci erano tutte spente e un clima decisamente sinistro, accompagnato da un silenzio inquietante. Cosa che in quella casa non regnava mai.

"Hokage,abbiamo trovato qualcosa!"annunciò una delle sue guardie. "Penso che debba vedere anche lei!"

"Fammi vedere.."disse lei accendendo l'interruttore della luce. Cosa che la lasciò di stucco.
Tutto era sottosopra.
Sangue ,capelli neri ovunque , segni di unghiate sul pavimento in parquet , vestiti rotti, tende strappate..come se una belva fosse entrata lì dentro.

"No.."mormorò il corvino appoggiandosi al muro e lasciandosi scivolare giù. "Non ci credo.."

"Non è possibile..."sussurrò la donna esitando e camminando verso una foto rotta sul pavimento, al centro della stanza.
Raffigurava lei, il suo maestro e i suoi due compagni di squadra.
La prese tra le mani e si soffermò sulla figura della ragazza mora.
Aveva un sorriso leggero, quasi timido. Per Tsunade era una cosa estranea sul viso di Shizuka. Sfrontata e lamentosa fino all'ultimo..ma in quell'istante,catturato dalla macchinetta fotografica, sembrava così naturale. Più naturale di tutti quei grandi sorrisi che dedicava a tutti quelli che incontrava... forse perché era intimidita da qualcosa..
O forse perché ,in quel momento, era davvero felice per una volta..
Lei, il suo "gigante preferito" e i suoi amici. Non le bastava altro.

Le era solo bastato osservare quella foto per rendersi conto che in realtà, al contrario di quanto possa aver pensato fino ad ora, Shizuka e la felicità erano sempre state due rette parallele che non osavano incontrarsi, ma solo avvicinarsi per pochi istanti per poi sparire improvvisamente lasciando spazio al suo cuore desideroso di avere attenzioni e sentirsi amato.

Era persa. Persa ad immaginarsi quanto potesse essere sola e spaventata in quel momento, quando sentì una voce che la distrae dai suoi pensieri. Quella più sbagliata che potesse sentire in quel momento.

"Cos'è successo qui?fatemi passare, dov'è la mia allieva?!"
"Ordini dell'Hokage, nessuno può passare."continuava a ripetere la guardia.

🥀L'arte di essere fragili 🥀Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon