Capitolo 61

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Il mio cuore pompava veloce da quanto stavo correndo, ansimavo. Il mio respiro di faceva sempre più corto e le mie gambe bruciavano per lo sforzo.

Non sono l'unica che voleva vendetta a suo tempo...

Abbassai la testa, facendo attenzione ai vari commercianti che stavano mettendo via le bancarelle del mercato come ogni notte per poi riaprire appena farà luce.

Era lui che diceva quanto la vendetta non porti a nulla, era lui che mi ha fermato quando potevo distruggere la mia vita..
"STAI ATTENTA!"mi gridò un uomo in bici che stava quasi per prendermi.
"Mi scusi!"gridai continuando a correre ,evitando ancora una volta un uomo che stava per far cadere le arance dalle sue mani.

Quasi tutti i Jonin che erano in servizio con me non volevano vendetta, perché non c'è tempo per fare qualcosa che non sia provare a salvare la propria gente.

Da lui è una mossa che non aspettavo affatto..
Lui mi ha salvata. Ora tocca a me fare lo stesso.

Ed è per questo che ora mi trovo davanti alla porta di Tsunade, in piena notte, bussando come se non ci fosse un domani.
Fu in quel momento che mi aprii la sua assistente con il maialino in braccio.
"Shizuka, che succede? È notte, dovresti essere a casa ora!"mi rimproverò Shizune, con uno sguardo quasi di compassione.
"Ho bisogno di parlare con Tsunade.."
"Sta dormendo ora ,se vuoi-"
"Per favore, è Urgente!"la interruppi. Cosa che la lasciò al quanto stupita. 'Per favore' non è di certo una parola che dico molto spesso , e questo lei lo sapeva benissimo.

"Che è tutto questo baccano?!"intervenì la vecchia bionda, scendendo dalle scale al piano di sopra e stropicciandosi gli occhi. "Shizuka?Che vuoi a quest'ora?"

Strinsi i pugni, quasi per darmi coraggio, mentre la donna scendeva dalle scale, posizionandosi vicino ai suoi divani azzurri privi di gusto.
"Le chiedo il permesso di lasciarmi partire."dissi con sguardo serio, superando Shizune che tentava di calmare gli animi.

"Che stai dicendo?!Vai a casa, ne discuteremo domani."
"Ha lasciato partire la squadra 10 ,vero?"insistei avanzando verso di lei.
"Sono partiti poco fa. E no, non ti do il permesso,chiaro?"rispose sospirando e sedendosi sul suo divano, incrociando le gambe. "Kakashi se la sa cavare benissimo."

"Non te glielo chiederei se non fosse importante."distolsi lo sguardo da lei, incerta, guardando il mio riflesso sulla sua finestra.
Mi sento così stupida...
Perché non mi ha detto nulla? Non si fida di me per caso?
Che potrebbe succedere se non tornasse più?

"Non posso fare altrimenti."ribatté l'Hokage dentro il suo pigiamino di seta color carta da zucchero .

"Per quale motivo?!" chiesi disperata. "Ti prego, Tsunade...Se finisse come con Asuma io-"
"Siediti."mi ordinò interrompendomi, e lanciando uno dei suoi sguardi verso il divano di fronte a lei per poi rivolgersi alla sua assistente. "Puoi lasciarmi sola con Shizuka, per favore?"
"Si, signorina Tsunade."
Detto questo, la ragazza fece una piccola riverenza e lasciò la stanza, chiudendosi la porta dietro sé.

Calò immediatamente il silenzio tra di noi , disturbato dal ticchettio del suo orologio. Finché non fu proprio la più giovane tra le due a rompere il ghiaccio."Allora?Sono così irrilevante da essere tagliata fuori?"

🥀L'arte di essere fragili 🥀Where stories live. Discover now