VI

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Il bacio da timido e lento diventa sempre più coinvolgente e passionale, infatti quando si fermano sono entrambi senza fiato e con il cuore a mille. Rossi dall'imbarazzo, ma felici.

Frank non ci stava più capendo niente. Aveva conosciuto quel ragazzo la mattina e ora se l'era appena limonato. Ed è stato fantastico.

-F-Frankie...m-mi dispiace...-
-Shhh sta zitto e baciami.- Frank lo prende e lo bacia di nuovo, con un entusiasmo tale da far sorridere Gerard nel bacio.
Quando si staccano il primo a prendere la parola stavolta è Frank.

-Mi è piaciuto. Tantissimo.-
-Anche a me...hai le labbra così morbide...non smetterei mai di baciarti...- Gee fa sfiorare le loro labbra un'altra volta...

-Non voglio che tu smetta...per me puoi continuare anche all'infinito...- Sorridono.  Frank appoggia la sua testa sul petto di Gerard, ascoltando i battiti leggermente accelerati del suo cuore e lo sente sospirare. Nemmeno Gee riusciva a capire cosa gli stava succedendo e soprattutto perché, ma una cosa la sapeva: dopo questo pomeriggio, non avrebbe più potuto stare senza quel ragazzo dolce e bellissimo. È successo tutto in fretta, nell'arco di una sola giornata, sembra tutto un sogno...e se lo fosse davvero? No...impossibile. Accarezza i capelli di Frank e lo stringe a sé: non è un sogno. È una cosa corporea, non astratta. Ed è felice che non sia solo frutto della sua immaginazione.

-Frankie...dobbiamo parlare di quello che è appena successo...- Il ragazzo si ricompone e si mette seduto accanto a Gerard.                                                                                                                             
-Hai ragione. Che ci è piaciuto credo che siamo d'accordo entrambi, giusto?-                                         
-Certo. Però...è strano, è successo tutto così in fretta...non dirò la solita stupida frase "ho bisogno di tempo" perché non ha senso. E soprattutto non ho bisogno di tempo. Cioè...ho bisogno di passare del tempo con te. Voglio passare del tempo con te. Non so se mi sono spiegato...-               
-Si. Anch'io voglio passare del tempo con te Gee. Probabilmente è troppo presto per dirtelo, ma non voglio avere rimpianti e con te voglio essere sincero: mi piaci.- Abbassa lo sguardo.                   
-Frank...provo esattamente quello che tu stai provando adesso...- Gli alza il mento con un dito e lo guarda nei suoi bellissimi occhi di un colore misto tra il nocciola e il verde.

-E anzi, sai che ti dico? Fanculo, fanculo tutto il mondo e il tempo. Vediamoci anche domani, come oggi. E anche domani, dopodomani...- Gee si alza in piedi sulla panchina e Frank lo segue a ruota.                                                                                                                                    
-Fanculo i bulli, fanculo i genitori e la scuola. Fanculo la società. Voglio vederti ogni singolo giorno della mia vita, Frank Iero!- Ridono entrambi.                                                                           
-Voglio venire in questo parco a vedere il sole che sta per calare con te ogni sera...- dice infine, in tono molto dolce tanto da far perdere l'equilibrio a Frank, che rischiava di cadere all'indietro. Ma per fortuna Gee lo prende in tempo, in un movimento fulmineo. Con una mano lo prende per un braccio e l'altra la mette dietro alla sua schiena per tirarlo a sé. Così si ritrovano di nuovo in un abbraccio.               
-Dio mio, Frank! Cerca di stare più attento...mi hai fatto prendere un infarto...meno male che sei leggero, altrimenti non so quanto ti avrei sostenuto visto che non sono nemmeno troppo muscoloso.- Frank in risposta ride.

-Scusami Gee! Sono proprio una frana...eppure è strano, un po' di equilibrio dovrei avercelo. Sai...ho fatto ginnastica artistica per parecchio tempo quando ero piccolo. I mie genitori mi hanno costretto. Avrebbero voluto una femmina in modo tale che fosse diventata una campionessa in quello sport, ma sono nato io. Loro sono molto sessisti e sostengono che la ginnastica artistica sia uno sport da femmine, ma, anche se io ero un bambino, mi hanno comunque costretto a praticarla perché non volevano rinunciare al loro grande sogno. Alle medie mi vestiva come se fossi una ragazza, quindi magliette e scarpe rosa, mollette per i capelli eccetera. Che poi non capisco: se un ragazzo si vuol vestire di rosa che male c'è? Comunque c'erano, ovviamente, i bulli, anche loro evidentemente sessisti e omofobi, che mi chiamavo Pansy e mi prendevano in giro. Il problema è che questi bulli...beh frequentano la nostra stessa scuola adesso. E quindi me li sono ritrovato anche qua. E mi chiamano ancora Pansy. Ormai lo usano come se fosse il mio nome.-

Gerard lo guarda senza dire una parola. È rimasto stupito da quella storia bizzarra, ma non vuole fare domande. Frank lo fissa sorridendo.

-Oh, scusa...ti starò annoiando...- Dice poi, sbattendo gli occhi come risvegliatosi da un sonno.       
-No! Niente affatto! Sei un ragazzo molto interessante...molto più di quanto tu possa credere, fidati. Mi piace parlare con te e di te.- Sorride.

All'improvviso si sente uno squillo: il telefono di Frank. Cerca nelle tasche dei pantaloni, lo prende e legge il numero: sua madre. "Sicuramente una scocciatura, ma mi tocca rispondere perché sennò mi uccide." Fa un cenno a Gerard e risponde al telefono. Subito la voce di sua mamma appare rotta da dei singhiozzi. Frank va subito in panico.                                                                 
-Mamma?!?! Che succede?? Perché piangi??-                                                                                                           
-F-Frank...oh figliolo mio! Vieni subito a casa ti prego! È successa una cosa terribile!- Altri singhiozzi incontrollati. Gerard guarda l'altro con una faccia preoccupata.

-Mamma dimmi che diamine è successo!!!- urla Frank.                                                                                       
-È-è successa una cosa orribile al figlio dei Toro...ti prego, vieni a casa ti spieghiamo meglio!-         
-No...no...Ray...- Frank inizia a singhiozzare anche lui.                                                                                         
-Arrivo subito. E porto un amico che conosce anche Ray.- Dice con voce sommessa. Butta giù e inizia a piangere. Non un pianto normale, un pianto disperato. Sente le gambe cedere e allora si rannicchia sulla panchina.

-Frank! Cos'è successo??-  Gerard si siede vicino a lui con gli occhi velati dalle lacrime.                       
-È successo qualcosa di orribile a Ray! E dobbiamo assolutamente andare a casa mia!-                     
Si alza improvvisamente in piedi e Gee fa lo stesso.

"Dio Ray...cosa hai fatto adesso? E soprattutto: perché l'hai fatto?" pensa Frank mentre con le lacrime che gli scendono giù dalle guance cammina di fretta verso casa con Gerard al seguito.

𝑪𝒖𝒕𝒆 𝑰𝒔 𝑾𝒉𝒂𝒕 𝑾𝒆 𝑨𝒊𝒎 𝑭𝒐𝒓 (𝒎𝒖𝒍𝒕𝒊𝒇𝒂𝒏𝒅𝒐𝒎) ✅Where stories live. Discover now