Capitolo 29

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Mi rifiutai di salire sul ponte una volta che vidi Leo scomparire in cima alle scale che portavano al ponte.

Entrai nella mia cabina, notando come Clara non fosse più nel suo letto, probabilmente gli scossoni l'avevano svegliata.                                                                                                                                                             
Mi coricai nel mio letto silenziosamente, sprofondando in un sogno totalmente privo di sogni.
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Mi svegliai la mattina seguente con un forte mal di testa, sentendo l'aria fresca che girava sul ponte della nave che mi accarezzava il viso portando il dolce odore di sale.

All'inizio mi lasciai cullare da quella sensazione di dolcezza, per poi notare come fosse strano sentire l'aria del ponte dall'interno della mia cabina. Aprii gli occhi lentamente, per poi incontrare dolorosamente la luce accecante della mattina, provai istintivamente a portarmi le mani sul viso le proteggermi, senza però nessun risultato, cercai di mettermi a sedere ma il risultato fu io medesimo.

I miei occhi piano piano si abituarono alla luce, e inizia a distinguere in cielo azzurro sopra di me, e il legno ruvido del ponte contro la mia schiena.

Percepii il panico salirmi lungo la gola, e iniziai a divincolarmi disperatamente, iniziando a sentire i polso doloranti.

Ad un certo punto sentii una risata profonda inondarmi le orecchie, per poi venir strattonata a sedere con forza. Incontrai i tratti definiti di un ragazzo intorno ai 17 anni, gli zigomi erano alti, i capelli estremamente corti erano di una nero pece, gli occhi chiari e dal taglio affilato mi scrutavano divertiti, mentre il sorriso beffardo contornato dalle labbra sottili sembrava istigarmi al dimenarmi ancora più forte.

"La vorresti smettere?" Chiese con tono divertito "sto cercando di fare una cosa"

Si allontanò dal mio viso di scatto, dirigendosi verso una botte qualche metro più in là.
Ebbi il tempo di guardarmi intorno, notando tutti gli altri nella mia stessa situazione, con polsi e caviglie legati da spesse corde.

Incrociai lo sguardo terrorizzato di Hazel, e lo sguardo confuso di Clara.
Presi un respiro profondo e cercai di mantenere la calma.

Ad un certo punto sentii dei passi scuotere leggermente il ponte della nave, prima di veder uscire da sottocoperta altre quattro figure, una ragazza e tre ragazzi.

"Non abbiamo trovato nessun altro, sono tutti qui" esordì uno dei ragazzi. Aveva lunghi capelli biondi e brillanti occhi verdi, che però venivano rovinato da una lunga cicatrice che partiva dallo zigomo destro, per poi continuare in orizzontale fino alla parte sinistra del volto, passando per il naso leggermente all'insù.

"Perfetto, raggruppateli tutti al centro della nave, fra poco partiamo." Disse il ragazzo di prima, avvicinandosi a Percy, prendendolo per il colletto della maglia e portandolo con ben poca delicatezza al centro della nave.

A me si avvicinò uno degli altri ragazzi, aveva dei capelli neri sparati ovunque, e degli occhi color pece che sembravano scrutarmi l'anima.
Allungò la mano per afferrarmi i polsi, ma mi scortai immediatamente.

"Faccio da sola, grazie..." sbuffai cercando di alzarmi. Riuscii a tirarmi in piedi, ma mi sbilanciai, e sarei caduta in avanti, se il ragazzo non mi avesse afferrato per il colletto della maglia, trascinandomi accanto agli altri al centro del ponte.

Mi ritrovai schiena contro schiena con Leo, sentendo le nostre mani sfiorarlo leggermente.
Mi divincolai a disagio, allontanandomi leggermente.

Essendo totalmente bloccata mi soffermai sui due ragazzi restanti, erano entrambi sorprendentemente simili al ragazzo che mi aveva portata al centro del ponte. Lisci capelli corvini e occhi scuri dal taglio leggermente arrotondato, pelle pallida e fisico snello e slanciato.

Cercai di tastare con le dita le corde che mi legavano i polsi, constatando con sicurezza che fossero troppo spesse per essere tagliate in alcun modo, a meno che non avessi avuto molto tempo da perdere, cosa che non mi sembrava di avere.

Tirai un sospiro di rassegnazione, rendendomi conto di non poter far nulla se non restare a guardare mentre la situazione sfuggiva totalmente al mio controllo.

Ma nonostante la mia rassegnazione iniziai a dimenarmi disperatamente, quando il ragazzo che avevo visto appena sveglia mi ah avvicinò, passando le dita sui miei occhi, percepii a malapena i suoi polpastrelli sfiorarmi il viso, prima di perdere i sensi.

DAUGHTER OF ZEUSWhere stories live. Discover now