Capitolo 9

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Il pranzo passò tranquillo, io e Jason non parlammo più di tanto, però da quelle poche frasi che ci eravamo scambiati avevo capito parecchie cose.
La prima fu che entrambi avevano l'attitudine al comando, per questo non andavamo molto d'accordo.
La seconda fu che Jason fosse un ragazzo talmente serio da risultare quasi noioso, era difficile scherzarci perché non sapevi mai se l'avrebbe interpretata come una battuta o come qualcosa di letterale.
E la terza fu che nostro padre era un grande stronzo. Così come il resto degli dei.
Non ci si poteva fare molto, erano genitori assenti, si presentavano solo per mandarti a morire.
Ma quest'ultima informazione non mi turbava particolarmente, a giudicare dal numero di ragazzi che vedevo nel campo intuii che gli dei non si presentavano spesso nemmeno per assegnare imprese, erano molto pigri.
Se io avessi il potere di fare qualsiasi cosa con uno schiocco di dita passerei le mie giornate a schioccarle fino a spellarmi, e invece loro no, sono troppo concentrati su loro stessi anche solo per far soffrire un po' i mortali. Però a me andava bene così.

Venni riscossa dai miei pensieri da una voce femminile. "Hey,tu sei Leda giusto?" A parlare fu Annabeth, mi era stata presentata da Leo insieme a Jason. "Giusto." Affermai "tu devi essere Annabeth" lei annuii "oggi torni ad allenarti o preferisci provare di nuovo ad uccidere qualche figlio di Ares?" Solitamente se una persona mi avesse detto una cosa del genere non avrei esitato a rispondere male, ma Annabeth lo aveva detto con un tono simpatico, come se preferisse che io rispondessi la seconda opzione. "Qua l'omicidio non è considerato allenamento?" Chiesi con finto dispiacere, lei scoppiò a ridere e io la seguii a ruota "a quanto pare no" disse senza smettere di ridere. Rimanemmo a chiacchierare per un po' e poi decidemmo di dirigerci verso il poligono di tiro con l'arco, lì trovammo un figlio di Apollo, Austin, che mi insegnò le basi.
Per quanto riguarda la postura e l'impugnatura la cosa fu semplice, la parte più complicata fu centrare il bersaglio, centravo sempre l'anello più esterno. Andai avanti così almeno per un'ora prima di spazientirmi, così mi venne un idea, ero pur la figlia del re del cielo no? Forse nel pacchetto c'era anche in dotazione qualche potere sul vento. Così incoccai una freccia e mi concentrai attentamente sul vento che soffiava, dalle mie spalle verso il bersaglio, focalizzai la freccia e mi concentrai sull'aria che gli stava attorno, poi scoccai, all'inizio puntò nuovamente verso l'ultimo anello ma all'ultimo secondo una folata di vento lo spedì nel centro. Così,soddisfatta, riposi l'arco e mi diressi verso la spiaggia. Mi sedetti sulla sabbia e mi misi a fissare il cielo, guardare il mare mi aveva sempre dato un senso di inquietudine, nuotare mi piaceva ma avevo la costante ansia che potesse succedere qualcosa, per questo l'annegamento, insieme al buio, erano le mie più grandi paure. Rimasi così, sdraiata sulla sabbia per un tempo che mi sembrò infinito finché non venni riscossa da qualcuno che si sdraiava accanto a me. "Hey, cosa stai facendo?" Chiese Leo "secondo te?" Risposi sarcastica "stai giocando a poker?" Chiese ironico. Feci un mezzo sorriso e tornai a guardare il cielo. "Ti sta piacendo il campo?" Annuii. "Tra una settimana ci sarà la caccia alla bandiera, io sarò nella squadra rossa,ti piacerebbe unirti?" Chiese con un sorriso. E così accettai.

DAUGHTER OF ZEUSWhere stories live. Discover now