Capitolo 37

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Mi svegliai nel momento in cui l'auto (se così si poteva definire) su cui ci trovavamo si fermò traballante sul ciglio della strada. Mi alzai contraendo il viso in una smorfia per il dolore al collo, che era probabilmente rimasto piegato in una posizione innaturale per la gran parte del viaggio, e, mentre mentre mi guardavo intorno, iniziai a contorcere le spalle nel tentativo di far cessare gli scricchiolii che sembravano scoppiettare ad ogni movimento di una mia articolazione.

Aiutai Achille a scendere dal cassone, e, mentre Enea tentava imperterrito di svegliare Leo, che sembrava non essere assolutamente turbato nel suo sonno dalla situazione, osservammo curiosi la fattoria che si estendeva a un centinaio di metri da noi, appena oltre una bassa siepe.

"Non sarà un po' sospetto fermarsi proprio qui?" chiesi ad Enea, che nel mentre sembrava essere riuscito nella sua impresa.

"Ne dubito fortemente- rispose strofinandosi i pantaloni- a quest'ora il ciclope probabilmente starà dormendo"

"E in base a cosa lo deduci?- interruppe Leo- sei appassionato di abitudini ciclopiche?"

Enea sbuffò, mentre io tentai di nascondere un sorriso, ma con scarsi risultati. Dopo ribattei:

"Sicuramente! Sai quanti programmi si guarda a riguardo? Scommetto sia appassionato di 'io e le mie pecore' o magari di 'Matrimonio a vista unica'"

Io e Leo scoppiammo a ridere, mentre Enea ci guardava in cagnesco e Achille cercava di non far vedere ad Enea che la mia orrenda battuta avesse fatto ridere anche lui.

Dopo quel momento di svago, venimmo riportati però subito sulla terra da un frastuono proveniente dall'edificio davanti a noi, simile ad un terremoto. Ci accucciammo dietro la siepe, e osservammo un grosso branco di pegasi, che correva nella piana davanti a noi, inizialmente gioii alla visione del nostro obbiettivo, ma il mio sorriso venne quasi immediatamente spento dalla vista di ciò che seguiva il branco. Un enorme cane, e con enorme non intendo la grandezza di un alano; ma la grandezza di, come minimo, due volte la macchina con cui eravamo arrivati.

"beh-esordì Leo cercando di tirarci sù di morale- almeno il ciclope può essere veramente a lett.."

Non concluse nemmeno la frase, perchè venne interrotto dall'acuto e assordante rumore di un fischietto per cani, o forse il termine fischietto non era appropriato, perchè quell'aggeggio era della grandezza di una tromba, e si trovava appeso con una catena al collo di nessuno meno che il ciclope di cui parlava Leo, che era appena uscito dalla stalla che si trovava alla nostra sinistra. Il cane, sentendo quel rumore, corse subito dal padrone, scodinzolando e abbaiando, facendo pendere dalla bocca dei grossi fili di bava che mi disgustai nel vedere anche da una distanza simile.

"Perfetto- bisbigliai- siamo completamente fottuti".

"sii più ottimista" cercò di incoraggiarmi Achille

"siamo parzialmente fottuti" mi corressi

"io farei un' 99% di fottutaggine" commentò Leo

"Sarà su quell' 1% allora che andremo a puntare" concluse risoluto Enea.

Aspettammo in silenzio una decina di minuti, discutendo del piano d'azione, finchè il ciclope non si sedette su una sedia a dondolo sotto il portico della grande casa rossa che si trovava oltre il campo. Nel frattempo, il grosso cane continuava a girare imperterrito intorno al branco di pegasi, rendendoci impossibile avvicinarsi. Perciò, appena il mastino si trovava dalla parte opposta del prato, io e Leo sgattaiolammo da dietro la siepe verso la stalla. Ci fermammo davanti ad una grossa finestra, troppo spaventati dall'idea di essere visti nel caso avessimo deciso di passare per il gigantesco portone in legno. Leo si issò con gli avan bracci sul cornicione della finestra, che emise un brutto scricchiolio, ma non ci feci caso, perchè per un secondo mi fermai ad osservare i muscoli delle sue braccia tendersi sotto la pelle per lo sforzo, arrossendo leggermente. Mi ripresi subito, appena lui scomparì oltre il muro in legno, e capì fosse il mio turno. Saltai energicamente, tenendomi al cornicione con le mani tese, ma, appena appoggiai il piede accanto alle mie mani, il legno su cui ero appoggiata, che notai solo adesso essere marcio, cedette, e caddi rovinosamente all'interno dell'edificio. Strinsi forte gli occhi, cercando di fermare la sensazione di vertigini che mi stava facendo girare la testa, ma aprii gli occhi di scatto nel momento in cui sentii un gemito di dolore sotto di me.
Rimasi congelata per qualche secondo a fissare Leo che si massaggiava la tempia.

"Non che mi dispiaccia eh- esordì lui- ma non mi sembra il momento di pomiciare" concluse ridendo piano

Sentii le guance scaldarsi, mentre mi tiravo indietro di scatto, inginocchiandomi sulla paglia secca. Sviai la questione iniziando a guardarmi intorno, cercando un oggetto abbastanza pesante per servire il nostro scopo.
Mi alzai ed iniziai a girare fra le stalle, fino a salire poi su per una scaletta che portava al soppalco che mi offriva una vista chiara sul resto dell'edificio, in particolare sul portone in legno.
Afferrai una cassetta degli attrezzi che si trovava in fondo al soppalco, e ne estrassi una serie di arnesi, fra martelli e cacciaviti, tutti grandi al minimo quanto il mio braccio. Li legai insieme con la corda che teneva insieme le balle di fieno, che si trovavano parzialmente in un cumulo poco più in là, e strinsi fermamente il nodo.

Osservai Leo che girava in fondo alla stalla, aprendo e richiudendo tutte le porte che trovava.

"Ei, Leda!- disse- qua c'è un pegaso!"

Scesi velocemente dal soppalco, e corsi fino a dove si trovava Leo. Mi alzai in punta di piedi per osservare da dietro la sua spalla l'animale, rimanendo però delusa alla vista di un vecchio pegaso, che ci osservava col suo solo occhio dall'angolo della stalla, per poi avvicinarsi a noi zoppicando. Faceva decisamente tenerezza, ma non era di certo quello che ci serviva... almeno non per il viaggio.

"Ho un'idea" dissi facendo un passo indietro, per poi spiegargli il mio piano.

Quando Leo tornò nella stalla io lo stavo aspettando seduta su una balla di fieno, e, appena mi fece cenno con la testa, comunicandomi che aveva portato l'animale da Achille senza alcun problema, risalii la scaletta e mi misi in posizione, appena sopra il portone di entrata e trascinando con me gli attrezzi legati fra loro che divisi a metà , mentre Leo si accucciò a lato della porta, ben nascosto.

Aspettammo qualche minuto, prima di sentire i grandi passi del ciclope che si avvicinavano.

"Com'è possibile che tu sia uscito?!- boffonchiava al vecchio animale- ero sicuro di averti chiuso bene"

Man mano che la voce e i passi si avvicinavano stringevo più forte gli attrezzi, pronta a spingerli giù al momento giusto. Che arrivò da lì a poco. Quando infatti il ciclope varcò l'ingresso, spinsi con tutta la forza che avevo metà del carico giù dal soppalco, centrando in piena testa il mostro, che cadde a terra con un gemito.

Subito Leo gli saltò addosso, sciogliendo con al mano la catena di ferro che legava il fischietto al collo, e, mentre il gigante si rialzava, lo sfilò da sotto il suo corpo, per poi correre fuori dalla parte opposta stalla il più velocemente possibile. Immediatamente spinsi giù anche l'altra metà degli attrezzi, centrando stavolta il piade del ciclope. Non esattamente ciò che mi aspettavo, ma sufficiente perché il mostro si fermasse e alzasse lo sguardo, qualche istante dopo che io mi fui nascosta nell'angolo più remoto del soppalco, dove non sarebbe riuscito a vedermi.

Ci fú qualche istante di silenzio, rotto però come speravo dal suono del fischietto. Il suono sembrò riportare l'attenzione del mostro sul furto appena avvenuto, perciò si precipitò con passo pesante verso la porta sul fondo della stalla, dove era scappato Leo. Non riuscì però a fare più di qualche passo, perché inciampò sul grosso corpo del cane, che, al suono del fischietto, gli era corso incontro facendo le festa. Immediatamente mi alzai e corsi fuori dalla porta principale della stalle, correndo con tutte i muscoli che avevo verso la siepe, nella quale mi tuffai per non rischiare di essere vista nel caso in cui il ciclope fosse uscito dalla stalla. In quell'esatto momento, dall'altra parte della siepe, dove si trovava la strada, si fermarono Leo, Achille, ed Enea, accompagnati da due cavalli alati. Immediatamente salì dietro ad Enea, afferrandomi alla sua vita, mentre lui si aggrappò al collo dell'animale, per poi, con un colpo di talloni, prendemmo il volo.

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Perchè scrivere come una persona normale e finire sta benedetta storia che porto avanti da tre anni, quando posso semplicemente pubblicare un pezzo ogni 6 mesi e farmi odiare dai lettori? :)
Giuro che sto provando a concludere una volta per tutte sta storia haha possibilmente entro fine gennaio(scuola permettendo)

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⏰ Last updated: Dec 02, 2021 ⏰

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DAUGHTER OF ZEUSWhere stories live. Discover now