Capitolo 21

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Piano piano Leo si avvicinò al letto, ma sembrava quasi avesse paura di me, come se potessi morderlo. Si avvicinò con cautela, a passo lento, senza staccare il suo sguardo dal mio nemmeno per un secondo, nemmeno quando si sedette accanto a me sul bordo del letto.

"Cos'hai?" Mi chiese quasi in un sussurro, come se avesse paura di spaventarmi.

L'aria era statica, sembrava tutto così teso ma al contempo così calmo, come la superficie dell'acqua in un bicchiere.

"Niente di importante" affermai con convinzione, cercando di tenere sotto controllo il tremolio della mia voce.

Alzò un sopracciglio squadrandomi dall'alto in basso,per poi sbuffare e sistemarsi meglio sul materasso.

"Allora..." cominciò.

"Non ho idea di cosa tu abbia, o di come fare per rassicurarti, non sono bravo con le persone..." disse con un sorriso di amarezza.

"Però posso dirti che se hai bisogno di qualcosa io sono qui, perché voglio essere tuo amico, e, per favore, non mi ignorare, non guardarmi con disprezzo quando tento di parlarti, e soprattutto non evitare il mio sguardo ok? Perché mi fa male.."

Parlò talmente velocemente che feci quasi fatica a comprendere tutte le parole a pieno, e per elaborarle l'informazione ci misi qualche secondo di troppo. Questo probabilmente Leo lo interpretò come un rifiuto della sua offerta di pace, perché di alzò senza aggiungere una parola ed ebbe il tempo di appoggiare la mano sulla maniglia prima che io mi riscuotessi del tutto.

"Accetto." Dissi secca prima.

Mi guardò con un sorriso che andava da un orecchio all'altro
"Quindi....amici?" Chiese allegro.
"Sì...amici" risposi ricambiandolo.

~~~~~~~~~~~~~~

Passai il resto del pomeriggio nella cabina, a parlare con Clara e a riflettere.

Mi sembrava di impazzire, non riuscivo a stare nello stesso posto per troppo tempo, ma al contempo non trovavo la forza di alzarmi dal letto per provare anche solo a socializzare con i miei compagni di viaggio.

Avevo riflettuto a lungo sulla mia situazione e sul mio ruolo all'interno dell'equipaggio della nave. Ero come una sconosciuta. Tutti avevano un rapporto stretto, anche Clara sembrava aver aderito perfettamente al gruppo, riguardo me, invece, a parte Leo, e un po' Annabeth e Jason, non avevo nessun tipo di rapporto stretto con nessuno dei ragazzi che si trovavano sulla nave con me.

Rimasi in silenzio, a riflettere, finché Clara, che fino a quel momento era rimasta sul letto a leggere un libro, guardò l'orologio che aveva al polso, per poi alzarsi e dirigersi verso la porta

"È ora di cena!" Esclamò allegra.

Sul mio volto spuntò subito un sorriso e decisi di seguirla, stavo morendo di fame.


I know, è un capitolo troppo corto, ma ho tantissimo da studiare e non volevo lasciarvi a mani vuole🙃

DAUGHTER OF ZEUSWhere stories live. Discover now