Capitolo 66

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Lucia indossa un giacchetto leggero sopra il vestitino a fiori che indossa, smaniosa all'idea di venire via con noi. Mi ritrovo a scrutarla con un sorriso ad arricciare le mie labbra, attratta da qualsiasi suo gesto ed espressione.
Io e Luca ci lasciamo andare a una piccola risata complice, vedendola muoversi per la stanza, ripetendo quanto sia eccitata all'idea di passare questo pomeriggio con noi.

"Esco con Luca e Anita! Esco con Luca e Anita!" saltella, destreggiandosi con impazienza tra i suoi compagni.

"Dai su, tesoro, è ora di andare!" la esorta Amelia, accompagnandola verso di noi.

Lei si lascia condurre, ma senza abbandonare l'euforia che la contraddistingue, sgambettando allegra.

Ogni volta che il mio sguardo si punta su di lei, non riesco a non trovare incredibile il modo in cui si sia ripresa così velocemente dopo un importante intervento.

Poi la dottoressa si abbassa alla sua altezza, aggiustandole il colletto del giubbino e posando in seguito le sue mani sulle sue spalle in una carezza gentile.
"Non fare arrabbiare Luca e Anita e comportati bene, ok?" si raccomanda, bonariamente, puntando un dito nella sua direzione.

La piccola annuisce vigorosamente, già inquieta all'idea di scappare dalle sue braccia e quando poco dopo saluta tutti con un gesto della mano, corre velocemente da me e Luca che non aspettavamo altro che vederla raggiungerci.

Le accarezzo il capo con dolcezza, sorridendole.

Lucia punta le mani sui fianchi, scrutandoci entrambi dal basso della sua posizione.
"Allora, andiamo?" ci sollecita, eccitata.

"Andiamo" le mormoriamo all'unisono.

A quel punto lei ci porge le mani affinché le stringiamo e mentre prendiamo a incamminarci verso l'ingresso, mi rendo conto che non riesca a fare più a meno di Lucia. Credo che sia stato così dalla prima volta che il mio sguardo abbia incrociato il suo e si sia instaurata una connessione tra di noi.

Sembra che sia Lucia a guidare noi, i suoi passi che appaiono frettolosi e scoordinati mentre scendiamo le scale.

"Bene" proferisce Luca, circondando le spalle della piccolina, non appena siamo nel cortile che ospita lo stabile, in prossimità della sua automobile.

Lei dondola sul posto, invitandolo con lo sguardo a parlare.

Luca le sorride, i suoi occhi che la scrutano con curiosità. "Cosa vuoi fare, piccolina?"

Lucia fa finta di pensarci su, portandosi un ditino alle labbra e corrucciando la fronte in un'espressione buffa. Poi, come colta da un'illuminazione, il suo sguardo è attraversato da una saetta giocosa; la boccuccia che si spalanca palesando tutta la sua sorpresa.

"Andiamo al parco! Voglio giocare!" trilla, manifestando il suo entusiasmo e sfuggendo alla nostra attenzione per correre in direzione dell'auto.

"Luci, aspettaci!" le faccio presente, fingendomi infastidita dal suo gesto.

Così, mentre Luca lascia che una sua mano si posi sulla mia schiena in un tocco carezzevole, la raggiungiamo.

Mi volto a guardarla, mentre lui guida con prudenza, con lo sguardo fisso davanti a sé. La radio che passa una canzone dei The Fray e il sole che ci inonda, riscalcando l'abitacolo e i nostri cuori.

Lucia incrocia i miei occhi, che non possono fare a meno di scrutarla come si fa con le cose più preziose e mi rendo conto che manifesti una grande eccitazione per qualsiasi cosa passi sotto la sua visuale; un manifesto pubblicitario che cattura la sua attenzione e che mi invita a guardare, un passante stravagante che la fa sciogliere in una risata leggera e genuina, una canzone alla radio che la coinvolge particolarmente. E io mi perdo, rapita dai suoi gesti, dal suo canticchiare allegro al suo riuscire a cogliere il bello in qualsiasi cosa la circondi.

Ricominciamo da qui (COMPLETA)Where stories live. Discover now