Capitolo 63

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Quando mi sveglio, scalciando il lenzuolo che mi si è aggrovigliato addosso, mi rendo conto che Luca non è più al mio fianco. Tasto il cuscino accanto, il suo, rendendomi conto che sia ormai freddo al tatto, come se lui si fosse già alzato da molto e lo porto accanto al viso, abbracciandolo per inspirarne il profumo. Reprimo un gridolino di gioia, socchiudendo gli occhi: sono irrimediabilmente e perdutamente innamorata di lui e non posso fare a meno di risentirmi di nuovo un'adolescente alla sua prima cotta. Con la differenza che, adesso, il mio amore con Luca non è più solo frutto dei miei sogni più reconditi.
Porto il lenzuolo a coprirmi, stringendolo al petto, con lo sguardo al soffitto e un sorriso felice a incorniciare il mio viso. Prendo allora a muovere le braccia su e giù come se fossero delle ali, mentre apro e chiudo le gambe, quasi a volere ricreare un angelo, sospirando alla sensazione di frescura a contatto con il lenzuolo sotto di me.

"Anita, ma che stai facendo?"

Luca entra in stanza, mentre rotolo di lato come un salsicciotto e mi accorgo che sotto il suo sguardo profondamente divertito, io mi senta quasi come una bambina colta in flagrante a fare qualche marachella dal proprio genitore.

Le mie guance si imporporano di rosso e portandomi una ciocca di capelli, in imbarazzo, mi rimetto seduta velocemente, provocandomi un capogiro.
"Niente, niente" ribatto, evasiva, sviando il discorso con un gesto della mano. "Solo degli esercizi mattutini. Piuttosto, tu che fai qui?" aggiungo, mettendo su un sorriso a 32 denti.

Luca abbassa lo sguardo, sbuffando un risolino, e inserisce una mano nella tasca dei pantaloni, spostando il peso del corpo su un piede. È già vestito di tutto punto, con una camicia bianca a cui ha arrotolato le maniche-che mi permette di godere della vista dei suoi bicipiti in tensione- su un paio di pantaloni scuri, dal taglio elegante.

"Ho preparato la colazione" mi informa, avvicinandosi per sedersi al mio fianco.

"Oh...la colazione" sussurro, ma il mio sguardo è catalizzato dal suo viso; non riesco a fare a meno di scrutare il suo volto sbarbato, con i capelli che gli ricadono sbarazzini sulla fronte e i suoi occhi così brillanti e chiari.

Lui appoggia un ginocchio sul letto, abbassandosi su di me.
"Mmh-mmh" annuisce, accarezzandomi una guancia con dolcezza. Poi lascia che le mie labbra tocchino le sue, piano, assaporandone lentamente il loro sapore.

Mi aggrappo alle sue spalle, sporgendomi nella sua direzione, per guadagnare un'ulteriore vicinanza, ma inarcando la sua bocca in un sogghigno divertito, Luca si ritrae dispettoso.

Mentre io sbuffo, come se fossi una bambina, lui mi lascia un'ultima carezza sul viso, seguendo la linea del mio naso. "Ti aspetto di là" mormora poi, rimettendosi in piedi, ma senza perdere il contatto con i miei occhi.

"Okay" acconsento con il capo, vedendolo allontanarsi per andare via dalla stanza.

Quando mi rendo conto di essere di nuovo sola, mi abbandono contro la testiera del letto e mi porto le mani a coprirmi il viso, strofinandole contro le guance. Mi tasto poi le labbra con un dito. Che buon sapore ha la felicità.

Dopo poco, mi alzo e indosso i miei abiti di ieri sera, per evitare altri momenti d'imbarazzo, e mi dirigo verso la cucina.
Non appena sono fuori dalla stanza, mi rendo conto che io avverta presto una fragranza dolce farsi spazio nell'ambiente, creandomi un languorino allo stomaco. Mi porto una mano alla pancia, cercando di soffocare un brontolio che nasce spontaneo.

Quando sono ormai sulla soglia, mi accorgo che Vanessa e Sofia sono già sedute al tavolo- con la piccola che lascia penzolare le gambe, teneramente- invece Luca sorseggia da una tazza il suo caffè, appoggiato al bancone, gli occhi lievemente socchiusi, come se fosse raccolto nei suoi pensieri.

Ricominciamo da qui (COMPLETA)Where stories live. Discover now