Capitolo 38

4.8K 146 136
                                    

Il colloquio è durato a lungo, talmente tanto da farmi chiedere cosa avessero di così importante da dirsi. Ahimè, però, non mi è stato permesso venirne a conoscenza prima perché il lavoro mi ha tenuta impegnata per il resto della giornata.
Ho cercato di concentrarmi sui miei compiti, rendendomi conto di dover continuare a dedicarci la stessa passione e dedizione, assolvendoli come ho sempre fatto. Mi sono concessa troppe distrazioni nell'ultimo periodo, così tali da avermi fatto dubitare di essere all'altezza di quello che faccio. Non posso perdere il mio obiettivo, non dopo l'impegno che ci ho messo per raggiungere questa posizione e poi, adesso, che sembra io sia nell'occhio del mirino, ho come l'impressione di dover dimostrare quanto io valga e che quello che ho, l'abbia conquistato da sola, senza aiuto alcuno.
Così, quando sono finalmente libera, mi metto alla ricerca di Luca. Devo assolutamente sapere cosa si siano detti e togliermi questo pensiero fisso che mi assila la mente: forse solo questo allieverà la grande distrazione che esso mi provoca.

Cammino svelta, infilandomi le mani nelle tasche del camice, mentre mi faccio spazio nel reparto di cardiochirurgia. La mia presenza passa totalmente inosservata qui dentro, tanto è il brulicare di persone. Riconosco tra di loro alcuni compagni di università, che hanno intrapreso una strada diversa dalla mia, e rivolgo loro dei sorrisi di circostanza.
Raggiungo, presto, lo studio di Luca. Non so per quale motivo, prima di bussare, mi guardi intorno, ma ho come l'impressione che un po' prima che il mio pugno tocchi il legno della porta, quegli sguardi schivi di poco fa, si posino, con insistenza, su di me.
Busso, una, due volte, ma la delusione si fa spazio in me, insieme al disagio che questa situazione mi stia causando. 
Dove sei, Luca? Stai giocando a nascondino?
Sospiro, riprovando una terza volta; magari, mi dico, non ha nemmeno avvertito avessi bussato.
Presto, però, devo rassegnarmi all'idea di sbagliarmi perché un infermiere mi si avvicina, cauto.

"Scusi?"richiama la mia attenzione. "Sta cercando il dottor Franzese?"

Mi volto nella sua direzione, osservandolo scetticamente. Scruto i suoi occhi piccoli scuri, nascosti dietro una spessa montatura di occhiali, che sembrano guardarmi con la stessa attenzione, in attesa di una risposta.

"Sì" affermo.

"Mi dispiace" l'infermiere assume un'espressione costernata, "il dottor Franzese è impegnato in un delicato intervento, non credo riuscirà a liberarsi prima delle 3 ore".

Dovevo aspettarmi che Luca potesse essere impegnato, d'altronde è un chirurgo e, come tale, è soggetto anche a operazioni impreviste, ma il pensiero di doverlo attendere tanto, mi provoca una certa ansia.
"Oh...ok"replico, trattenendomi dall'essere dispiaciuta. "Quando lo vede, può dirgli che lo stavo cercando?" gli chiedo, cortese.

Lui annuisce, elige al dovere, scrutando il nome sulla targhetta del mio camice.
"Certo, riferirò" mi fa presente, gentile.

Sorrido a mo' di ringraziamento e lo sorpasso, pronta a lasciare il reparto.
Un po' prima che io mi chiuda la porta alle spalle, è la voce dello stesso infermiere a richiamarmi, facendomi voltare incuriosita.

Luca deve essersi liberato prima del previsto, e mentre lo vedo avvicinarsi, ne capisco il perché. Si toglie la mascherina, stringendola a sé con stizza. È arrabbiato, riesco a leggere nei suoi occhi l'impotenza che l'esito negativo di quell'operazione gli ha procurato.
Raggiunge a passo svelto l'infermiere, istruendolo sul da farsi: contattare la famiglia. Lo immagino dovergli comunicare la notizia della scomparsa del proprio caro e sento il mio stomaco contorcersi.
Luca si muove sul posto, cercando di nascondere l'agitazione che lo pervade, ma i suoi tratti sono tesi. Poi l'infermiere deve comunicargli della mia visita, perché mi indica con lo sguardo e gli occhi di Luca sembrano inchiodarmi.
Lui mi guarda e sembra che voglia scavarmi affondo; osservo i suoi occhi assottigliarsi e velarsi di sorpresa alla mia vista.
L'altro uomo si allontana, pronto a svolgere i suoi compiti e lasciandoci soli ad affrontarci.

Ricominciamo da qui (COMPLETA)Where stories live. Discover now