Capitolo 33

4.6K 170 216
                                    

Luca mi stringe da dietro la schiena, in un modo forte e rassicurante, e io mi sento bruciare la pelle, nonostante tutti gli strati dei vestiti.
Le sue dita afferrano i miei fianchi, scendendo lente in carezze misurate, e io mi chiedo se non sia sbagliato. Il modo in cui ci guardiamo o ci tocchiamo, non è quello di due che si fingono colleghi. E non è nemmeno normale che, mentre finiamo di urlarci contro per la sola voglia di colpirci a vicenda, l'attimo dopo siamo pronti a cercarci tra tutti e a parlarci, solo come gli occhi sanno fare.
Ma forse, mi dico, oggi è un giorno speciale e noi viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda. La notizia delle condizioni di Lucia ci ha portato in cima, a cavalcare intrepidi la forza del mare. Ma il mare, è imprevedibile e ingannatore, e ho quasi paura che questa possa essere la quiete prima della tempesta. Per il momento, però, scelgo di godermi l'attimo.

Mi rendo conto di aver rimesso i piedi a terra, ma la mia mente è ancora altrove, stordita dall'accettazione che mi ha colpita.

Luca impone una certa distanza tra di noi ma senza lasciarmi andare sul serio, allora io lo guardo e lui fa lo stesso.

È molto più alto rispetto a me, tale da farmi sentire più bassa di quanto sia, ma, nel momento in cui lui abbassa il suo viso, per sporgersi verso di me, mi rendo conto che i centimetri a dividerci siano pochi. Mi accorgo che il suo sguardo sia puntato altrove, concentrato dalle mie spalle.
E allora, approfittando della sua distrazione, io lo guardo: nonostante sia grande e il suo aspetto sia ormai maturo, mi sembra di ritrovare in lui, lo stesso ragazzino di anni addietro. Accarezzo con gli occhi ogni dettaglio più nascosto, dalle leggere lentiggini che gli puntellano il naso, lievemente arrossato, al piccolo neo appena sopra le labbra. Luca non è perfetto, il suo viso è caratterizzato da piccole e quasi nascoste imperfezioni, ma questo se è possibile, me lo fa piacere ancora di più.

Sono curiosa di sapere chi abbia attirato la sua attenzione, e sono pronta a voltarmi anche io, ma Luca non me ne dà il tempo. Un attimo dopo, torna a guardare me e solo me.

Sul suo viso si disegna un'espressione buffa che gli fa contrarre la fronte in un cipiglio e arricciare il naso.
"C'è un militare dietro di noi che ci fissa da troppo tempo. Ho paura possa fulminarmi con il solo sguardo".

Nel momento in cui parla, sento il suo respiro infrangersi sulla pelle del mio collo, segno di quanto si sia fatto vicino. Un lieve sospetto si insinua in me e mi volto pronta a sciogliere ogni dubbio.
E lo vedo, mio fratello. Ci sta guardando con un'espressione indispettita a perturbargli il viso, ma che non lo rende assolutamente credibile con il volto ancora arrossato e le guance incrostate di lacrime.
A quel punto, rido e incrocio lo sguardo di Luca, che mi osserva, dall'alto, curioso. Rido e torno a nascondermi nel nostro abbraccio, il mio viso che preme contro il suo petto.
"È solo mio fratello" ammetto, divertita.

Luca si rilassa alle mie parole, avverto i suoi muscoli sciogliersi, eppure, non so fino a che punto si sentirà tranquillo, quando gli sarà di fronte.

Sono sicura che, se non dovessi raggiungerlo di mia spontanea volontà, sarà mio fratello a farlo. Perché la voglia di stuzzicarmi e impicciarsi dei fatti miei non gli passerà mai.
E, allora, gli rendo le cose facili. "Vieni con me, te lo presento" gli dico.

Marco è fermo al suo posto; appena mi ha vista avvicinarsi, ha cercato di darsi un contegno, ci guarda con la sua espressione da indagatore, che riuscirebbe ad impallidire anche il più dei temerari. La sua sarà sicuramente deformazione professionale, ma lui non riesce a fare a meno di mettere le persone che non conosce in soggezione. Il suo sguardo ti si attacca sulla pelle, come se volesse scavarti a fondo. Prevedere tutte le tue azioni.
Adesso i suoi occhi sono puntati proprio su di me e Luca. Li lascia vagare dai nostri visi alle nostre mani, con insistenza, e io mi rendo conto di un piccolo particolare: gli ho preso la mano, senza nemmeno rendermene conto. Provvedo ad interrompere questo contatto, sùbito, come se mi fossi scottata.
Mio fratello è confuso, è chiaro che non riesca ad interpretare il nostro legame, e credo che veda questa cosa come una sconfitta personale. Lui che per il suo lavoro è tenuto a tenere, sempre, tutto sotto controllo.

Ricominciamo da qui (COMPLETA)Where stories live. Discover now