"Signorina, le fa male qualcosa? Come si sente?" - le domandó una ragazza, non appena la fecero distendere sul letto -

Camila la guardó persa, come se nemmeno sapesse dove si trovasse al momento. Intorno a lei, decine di persone correvano avanti ed indietro freneticamente. Al suo fianco, i lettini del pronto soccorso erano tutti occupati da persone con ferite non molto gravi.

La cubana si sentiva stordita, le faceva molto male la testa ed aveva la sensazione di dover vomitare da un momento all'altro. Le sue mani tremavano e non riusciva a smettere. L'infermiera di fronte a lei, se ne accorse e la invitó a stendersi, infilandolo nel braccio una flebo, con qualche sostanza trasparente.

"Senta, non posso rimanere qui, de- devo andare a vedere come sta.."
- balbettò Camila con le poche forze rimaste -

"Non è in grado di alzarsi signorina. Si riposi per un po', tanto la sua amica ne avrà per molto.."

Camila avrebbe voluto correggerla: non era una sua amica, era la donna che amava, la sua anima gemella, la persona che amava più di sé stessa ed a cui non l'aveva mai detto. Mille flashback cominciarono a riempirle il cervello. Non riusciva a cancellare il momento in cui la stringeva tra le sue braccia, inerme .

"Ti amo"

Glielo aveva detto per la prima volta ed il suo cuore era esploso di gioia. Tutto sarebbe stato perfetto, se non fosse per il piccolo dettaglio, che Lauren era a terra, quasi morente.

" Devo andare a veder..." - la cubana provò ad alzarsi con scarsi risultati -

"Signorina, le ho appena detto che non può alzarsi. Le sue condizioni fisiche al momento non sono buone, non aiuterà nessuno in questo stato.."
- le ripeté la donna in camice -

"Camilaaaaa!" - la voce della sua sorellina, interruppe la conversazione-

La piccola Sofia saltò sopra al letto, stringendo forte la cubana, che fece una leggera smorfia di dolore, visto l impatto. Anche se non sembrava, Camila era davvero felice di vederla sana e salva. Almeno lei, ne era uscita indenne.

"Dov'è la tua amica?" - domandò la piccola -

" E' in sala operatoria" - le rispose la cubana con la voce spezzata -

" Sai, è davvero simpatica, mentre quella donna ci teneva legate, si è assicurata che non mi facesse niente"
- disse la bambina, provocando un sorriso sul volto della ragazza -

" Starà bene vero? Non mi ha detto come si chiamava il suo cane quando era piccola.." - esclamò con innocenza Sofia -

"Spero di sì Sofi, spero di sì"

Camila rimase su quel letto per circa un'ora, girandosi e rigirandosi tra quelle lenzuola bianche, come se fosse stata punta da qualcosa. Era arrivato il momento di affrontare la realtà e di avere informazioni su Lauren.

La cubana si tolse la flebo dal braccio ed anche se si sentiva ancora molto debole, si alzò dal letto, provando a reggersi in piedi. Cominciò a perlustrare ogni stanza di quell ospedale, cercando informazioni, che nessuno ancora, le riusciva a dare. Sembrava che nessuno sapesse dove fosse stata portata Lauren, sparita nel nulla in una di quelle sale operatorie.

"Stai cercando la dottoressa Jauregui?" - le chiese improvvisamente una ragazza -

" Sì? Sai dov'è?" - le domandó ansiosa Camila -

" Sono una sua ammiratrice da sempre, ho iniziato gli studi medicina solo per lei. È un eroina" - disse sognante la ragazza -

"Sì sì, però sai dove è?" - continuò la cubana -

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