Capitolo 19

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"Credo che una delle sfide più importanti per un neurochirurgo del 21 secolo, sia assimilare tutti i progressi fatti in campi come la genetica o la neuroscienza e metterli in pratica per riuscire a dare al paziente nuove prospettive" - Camila si inserí nel discorso, lasciando sorpresi i suoi interlocutori -

" E quali pensa siano le maggiori scoperte fatte fino ad oggi?" - le chiese la donna di mezza età che portava un'enorme collana di perle al collo -

" Sono stati fatti passi da gigante in questi anni come l' imaging funzionale o i marcatori fluorescenti che hanno permesso la cura di parecchi tumori cerebrali. Penso comunque che il futuro sia tutto nelle mani della nanotecnologia, dove nanovettori e nanoparticelle possono contrastare la funzione attiva delle cellule tumorali..."

L'uomo e la donna di fronte alla cubana, rimasero senza parole, con il loro calice di champagne sollevato a mezz'aria, troppo impegnati ad ascoltarla per fare qualsiasi altra cosa.  Eppure, entrambi, possedevano una carriera ventennale in cui, dopo aver visto migliaia di casi, non rimanevano sorpresi quasi di nulla. In quel caso però, fu totalmente diverso: Camila con il suo carisma magnetico mescolato alla spiccata intelligenza ed il soave fascino, riusciva, come un serpente a sonagli faceva con le sue prede, ad ipnotizzare ogni persona con cui interloquiva.

In realtà, alla cubana veniva tutto spontaneo, non cercava minimamente di fare colpo o mostrarsi per ciò che non era, semplicemente dopo aver passato anni sui libri ad informarsi, cercando nuove cure per la sorella, era riuscita ad assimilare parecchie nozioni.

"Complimenti! Dottoressa?" - domandò l'uomo che portava uno smoking con la cravatta leggermente spostata verso destra -

"Cabello signore!" - rispose prontamente Camila con un sorriso -

" È nuova di qui? Non l'abbiamo mai vista in giro. Lavora in ospedale o possiede uno studio per conto suo?" - la donna posò la mano sotto al mento, sfoggiando gli anelli da migliaia di dollari -

"Camila è una specializzanda al primo anno ma come avete potuto notare è una delle più promettenti del suo corso!" - Lucy esclamò fiera, poggiando un braccio intorno alla vita della cubana -

"E se non siamo indiscreti, in che programma sta lavorando?" - continuarono i due -

"In quello nazionale di nuerochirurgia al Saint Ambrose" - Camila spiegò con tono di orgoglio -

"Oh è uno dei più ambiti programmi del paese e la dottoressa Jauregui è uno dei migliori chirurghi che potesse avere come mentore. È stata una mia allieva e sono così fiera di lei.."
- esclamò sognante la donna, ricordando il passato -

In quel momento la cubana provò una strana sensazione allo stomaco, come se qualcosa di ignoto, stesse per accadere a breve. Un senso di inquietudine misto ad ansia, le fece battere il cuore più veloce del previsto. Iniziò a guardarsi intorno vedendo la sala completamente piena: alcune persone avevano già preso posto al proprio tavolo, altre, chiacchieravano amabilmente, sorseggiando il liquido che riempiva il bicchiere. Il pianista aveva appena iniziato le note di una nuova canzone che a Camila, riportava alla mente ricordi della sua infanzia, quando tutti, risultava essere meno complicato.

La cubana ricordava quel giorno in ogni dettaglio, nonostante fossero passati parecchi anni. Sua sorella Sofia non era ancora nata e tutto era completamente diverso: non doveva condividere le sue cose con nessuno, era libera di rimanere da sola quando ne aveva voglia, ma soprattutto l'affetto dei suoi genitori, era devotamente rivolto soltanto a lei.

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