"Dobbiamo entrare qui!" - esclamò poi all' improvviso -

"Che cosa? Ma neanche per idea, non voglio essere arrestata per violazione di domicilio!" - si lamentò Natalia -

" Sono lì dentro! Dobbiamo entrare!" - continuò la cubana cercando di capire come poterlo fare -

" Camila! Smettila! Ci potrebbero vedere! Andiamo via!" - la ragazza provó a prenderla per il braccio ma subito si divincolò -

"Vai se vuoi, io devo entrare!" - Camila inizió ad arrampicarsi per il cancello -

"Santo cielo!" - sospirò Natalia - " credi davvero di poter scavalcare un cancello di quattro metri? Arrivata in alto, se mai ci arriverai, come scavalcherai quegli spuntoni? Vuoi rimanere infilzata?" - osservò giustamente la ragazza -

"Scendi, conosco un'altra via per poter entrare!" - la tirò giù Natalia prima che potesse farsi davvero male -

" E perché non lo hai detto prima? Muoviamoci allora!" - disse la cubana in tono acido -

Natalia conosceva quei luoghi perché era solita andarci con gli amici quando era un po' più piccola e come tutti i bambini, si divertiva a scoprire, cercare e fare scherzi, come suonare i campanelli delle ville più maestose per poi scappare e nascondersi per vedere la reazione dei proprietari. Un giorno, lei ed i suoi amici erano capitati proprio di fronte a questa casa e per puro caso, so trovarono davanti ad un piccolo cancello, alto poco meno di un metro, nascosto tra le siepi, che risultava essere una seconda entrata.
Quella volta non rischiarono tanto e decisero di non entrare per non essere scoperti dai proprietari, che molto probabilmente nemmeno c'erano, visto che si diceva, fossero sempre in viaggio in giro per il mondo per lavoro.

Camila non sembrava affatto preoccupata, anzi, entrò nella proprietà come nulla fosse.

"Hey! Fermati! Dove credi di andare?" - la bloccò Natalia nel nel mezzo del giardino -

" A salvare Lauren da quella pazza!" - cercò di divincolarsi dalla presa dalla cubana senza riuscirci - " Mi lasci andare o..."

" Andare? Ma dove cazzo vuoi andare Camila? Da quanto ho capito, perché qui nessuno mi dice nulla, vuoi entrare dentro ad una villa, per altro non tua, perché credo che una pazza voglia uccidere la tua fidanzata?" - sbottò Natalia -

" Ex ed è la sua sorellastra!" - Camila decise di dare qualche spiegazione -

"Che? Sorellastra?" - domandò Natalia esterefatta -

" È una storia lunga" - scosse la testa la cubana - " senti lo so che ti sto chiedendo tanto  anche perché non ci conosciamo per niente, quindi se vuoi andartene ora ti capisco benissimo.." - disse Camila -

" Certo, me ne vado ora, che sono nel bel mezzo di un giardino di una sconosciuta, mentr...."

In quell' esatto istante, mentre Natalia stava parlando, sentirono un rumore proveniente da dentro: un rumore sordo seguito da poche urla, come se qualcuno stesse litigando e poi il silenzio.

"Hai sentito anche tu?" - chiese Camila    dopo che si erano nascoste dietro ad un albero -

"Andiamo! Però prima chiamo la polizia, non si sa mai"

Camila annuì e si incamminarono verso la porta vetrata del giardino che dava direttamente verso il salone. Provò ad affacciarsi ma la luce era spenta e non si vedevano movimenti. L'unico accenno di bagliore, proveniva dal piano di sopra. La cubana cercò di aprire la porta tramite la maniglia, ma come era ovvio, risultó essere chiusa.

"Aspetta" - la bloccò Natalia, prendendo una forcina dai suoi capelli - " l'ho visto fare nei di, magari funziona"

Camila sorrise per un attimo, mentre vedeva quella ragazza conosciuta da così poco tempo, intenta a scassinare una porta tramite una molletta per capelli. Neanche a farlo apposta, entrambe sentirono un improvviso clic e la porta si aprì come per magia.

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