Le era stata diagnosticata all'età di nove anni, una malattia mentale che le provocava strani pensieri, portandola molto spesso, al limite di situazioni in cui avrebbe anche rischiato la vita. Nessuno se ne era mai preoccupato, tutti avevano sempre creduto  fosse il periodo adolescenziale, dove i ragazzi sono ribelli e sconsiderati ma ora, che era una donna adulta, niente era cambiato. Era come se il suo cervello fosse diviso in due parti ben distinte: il bene ed il male ed ultimamente fosse sempre quest'ultimo a prevalere.

Aggiunto a tutto ciò, c'era il carattere di Clarissa, sicuramente non uno dei più semplici mai esistiti. Era una donna fredda, cinica, a cui dava fastidio ogni singola dimostrazione di affetto. Era cresciuta nella solitudine più totale e questo non l'aveva di certo aiutata.

" Dobbiamo far sì che Camila veda Lauren con occhi diversi, che perda quella fiducia che ha in lei.." - esclamò poi Clarissa all improvviso -

" Non ci riuscir..."

Lucy non fece neanche in tempo a finire la frase che vide la donna di fronte a lei, sbattere per terra il bicchiere fino a poco prima pieno di whisky. Il vetro si frantumò in centinaia di pezzi che si sparsero per tutto l'ufficio, rischiando anche che qualche frammento, potesse fargli del male.

"Non voglio essere contraddetta! Tu fai quello che dico io, sempre! Se non ti sta bene, quella è la porta!" - Clarissa la indicò con forza -

" Non è questo e lo sai! Ma..." - Lucy di di nuovo fermata -

" Chiama Carlos e digli di venire subito qui!" - la donna tornó a sedersi alla sua scrivania come se nulla fosse -

Carlos, era da sempre, uno dei suo collaboratori più fidati. L'aveva aiutata migliaia di volte e non aveva mai pensato neanche una volta di poterla tradire. Eseguiva sempre i suoi ordini alla lettera, nonostante questi, non sempre fossero dei più semplici. Lo aveva conosciuto in Messico, durante una visita fatta per la sua azienda che in realtà nascondeva parecchi retroscena.

Clarissa, da parecchi anni, era entrata nel giro della droga, diventando una delle maggiori spacciatrici del paese. Lavorava con i più rinomati cartelli internazionali e questo, faceva si, che non frequentasse delle persone molto affidabili. Nonostante in maggioranza fossero uomini, non si era mai fatta scavalcare da nessuno anzi, il suo temperamento, l'aveva messa in cima alla scala sociale, dove tutti ora, la rispettavano e molto spesso, avevano paura di lei.

Pochi istanti dopo la telefonata, le due donne sentirono bussare alla porta. Un uomo alto, con la carnagione olivastra ed i capelli neri, vestito con una maglietta attillata che risaltava i pettorali, entrò nella stanza.

" Eccomi. A tua disposizione" - disse, assumendo una posizione da soldato -

"Ho un lavoro per te." - Clarissa si avvicinò al portatile, girandolo verso l'uomo -

"Questa è la cartella clinica di una delle pazienti di Lauren Jauregui. Grazie a Normani sono riuscita ad hackerare il sistema ospedaliero e modificare in parte ciò che c'era scritto. Questa ragazza..." - continuó a spiegare mentre Lucy e Carlos la seguivano attentamente -

" È allergica al betaprofanil, un antidolorifico che di solito viene usato nei post operatori. Noi, faremo in modo.." - Clarissa venne interrotta -

"Noi?" - esclamò Lucy perplessa -

"Si Vives! Noi! Hai qualcosa in contrario? Ti ho avvertito che non sarebbe stato come giocare al parco giochi, hai voluto fare parte di questo piano, ora ci rimani senza fiatare. Altrimenti sai che cosa succederebbe vero?" - la donna si avvicinò al volto di Lucy, sfiorandola con un dito - "non vorrei dover rovinare questo bel faccino" - all' improvviso l'afferrò per il mento, facendo pressione - " ma sai che se dovessi farlo, non avrei problemi! Quindi stai zitta ed ascolta!" - Clarissa mollò la presa, spingendola poco più in là -

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