43. Incontri inaspettati

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Il nuovo anno aveva portato con sé diversi cambiamenti per Alice, alcuni più rilevanti e altri meno.

Per iniziare era cambiata la sua mole di lavoro, aumentando impressionatamene - finite le ferie Cortesi si era dovuto recare a Milano per partecipare ad alcuni convegni e si era fermato là qualche settimana per terminare di sbrigare degli affari; quando era tornato aveva passato oltre un mese in tribunale, lo si vedeva allo studio di rado, perciò lei si era dovuta occupare oltre che del suo lavoro anche di quello del suo capo, incluse tutte le consulenze che erano state prefissate con nuovi e vecchi clienti -, tanto che alcune sere non riusciva a tornare a casa prima delle otto e, per di più, era finita a lavorare persino di sabato mattina, guadagnandosi occhiatacce e rimproveri da parte dei suoi amici che non facevano altro che ripeterle di smetterla di sgobbare e farsi sfruttare in quel modo.

Alice non la vedeva così, il suo capo ovviamente le pagava tutti gli straordinari - più che generosamente, doveva aggiungere - e non le dispiaceva più di tanto lavorare: dovendo stare concentrata su quello che faceva, la sua testa non rimaneva libera di pensare a cose a cui non doveva pensare, quindi era più che di aiuto.

Passare più tempo tra le mura dello studio legale di conseguenza l'aveva portata a trascorrere più tempo anche con i suoi colleghi, li incrociava più spesso per i corridoi quando faceva avanti e indietro tra il suo ufficio e quello di Cortesi o quando era alle macchinette per prendere un caffè, capitava anche più di tre o quattro volte al giorno che ci andasse: senza una determinata dose di caffeina in circolazione nel suo corpo non era per niente in grado di affrontare la giornata, in particolar modo la mattinata.
Era piacevole scambiare quattro chiacchiere con loro, i discorsi che facevano rimanevano tutti su un terreno neutro: il più delle volte si scambiavano qualche battuta sui loro capi e, quando avevano più tempo e riuscivano a fermarsi più a lungo, gli argomenti principali erano la Serie A e il calcio in generale oppure come avevano trascorso il breve weekend.

Un'altra cosa ad essere cambiata era stato il suo taglio di capelli.
Aveva sentito il bisogno di iniziare l'anno con un cambiamento radicale e la prima idea che le era venuta in mente era stata quella, così aveva fissato appuntamento dal parrucchiere per uno dei primi giorni di gennaio.
Dopo che era tornata a casa non aveva fatto altro che continuare a guardarsi allo specchio, pentita, domandandosi cosa le fosse passato per la testa.
Erano anni che teneva i capelli lunghi, andava dal parrucchiere ogni tanto, giusto per farsi tagliare le punte, non ricordava neanche l'ultima volta che i capelli avevano fatto fatica a raggiungerle le spalle.
Perché era quello che aveva detto al parrucchiere, senza esitazioni, «Voglio un caschetto che arrivi alle spalle.»
Quando poi finalmente avevano iniziato a crescere e allungarsi sotto le spalle, erano anche tornati a piacerle, ma si era ripromessa che non avrebbe mai e poi mai fatto la stessa scemenza per una seconda volta.
Questo a riprova di quanto fosse una persona abituale.

Tante altre cose, invece, erano rimaste immutate.
I venerdì sera al Murphy's, ad esempio, perché quella era il loro appuntamento fisso ed era difficile, se non impossibile, rinunciarvi.
Alice adorava i suoi amici e adorava passare la serata con loro, quel locale era quasi come il loro mondo, un mondo isolato dai problemi che per il tempo in cui rimanevano lì dentro si lasciavano alle spalle, prima di varcare la porta.

Nemmeno Nicola era cambiato, ma questo era solo un bene perché lei gli voleva bene così com'era, nonostante alcune volte la facesse impazzire per quanto era insistente su determinate questioni.
Aveva continuato per settimane a tartassarla, ripetendole che la vedeva spenta - doveva ancora capire cosa intendesse con quell'aggettivo e soprattutto da cosa si vedesse che eraspenta, insomma, mica era una lampada o altro - e insistendo perché uscisse con il suo vicino di camera al campus universitario, Giacomo.
Alla fine Alice aveva ceduto e aveva accettato, un po' perché non ne poteva più di sentire il suo amico parlare sempre di quel ragazzo e un po' perché anche a lei non era sembrata una cattiva idea, in fondo non c'era niente di male, così aveva accettato la richiesta su Instagram del ragazzo - non aveva idea da quanto tempo fosse rimasta lì - e lui le aveva scritto quasi subito.

Potremmo ritornareWhere stories live. Discover now