32. Quant'è piccola Torino

4.7K 184 21
                                    

Dopo i due bicchieri di vino rosso che si era bevuta a cena, Alice aveva cominciato a sentirsi già più allegra e rilassata rispetto a quando qualche ora prima aveva lasciato il suo appartamento con Nicola e Sara.

«Sto gelando» si lamentò mentre erano in fila per entrare nel locale, stringendosi nel cappotto che aveva indossato sopra al vestito.

«Te l'avevo detto di metterti almeno un paio di calze» la rimproverò bonariamente Sara, a cui Alice rispose con una semplice scrollata di spalle.
Le calze non avrebbero fatto altro che rovinare il suo outfit e lei piuttosto preferiva subire il freddo.

«Ripetimi un po' come hai fatto a prenotare un tavolo qua dentro che devo capire perché io non ci sono mai riuscito» chiese Mario rivolgendosi a Sofia.

Le Chic Privè era una delle discoteche più popolari della città, frequentata anche da personaggi dello spettacolo e personaggi sportivi, ed era quasi impossibile riuscire ad ottenere una prevendita, figurarsi prenotare un tavolo.

«Un mio compagno di corso fa il dj qua» spiegò semplicemente la ragazza, il sorriso a fior di labbra perché, almeno una volta nella sua vita, aveva avuto fortuna.

«Ah, le belle amicizie!» commentò Alessio sorridendo.

La fila stava avanzando, lentamente ma stava avanzando, e finalmente fu il loro turno di entrare e lasciarsi quel freddo alle spalle.
Dopo aver abbandonato i giubbotti nello spogliatoio lasciarono l'anticamera per addentrarsi nella sala da ballo vera e propria.
Era già abbastanza pieno di gente e vennero immediatamente sommersi dalla musica.
C'era gente che ballava in pista, seguendo il ritmo della canzone del momento, mentre altri erano comodamente seduti sui divanetti, forse per riprendere fiato dopo aver ballato oppure, come il gruppo di Alice, erano appena arrivati e avevano bisogno di bere prima di scendere in pista.

Lei e i ragazzi si accomodarono al loro tavolo mentre aspettavano le due bottiglie di vodka - una alla pesca e l'altra alla fragola perché a Lizzie e Mario quella alla pesca non piaceva - che avevano ordinato per iniziare la serata.
Alice si era seduta vicino a Sofia ed entrambe non riuscivano a non muoversi a ritmo di musica, buttando di tanto in tanto un occhio ai ragazzi che si divertivano in pista, fremendo dalla voglia di unirsi a loro.

«È bellissimo il vestito, Ali, ti sta da Dio» si complimentò l'amica, avvicinandosi al suo orecchio perché riuscisse a sentirla.

Alice la ringraziò con un sorriso e «Anche tu sei bellissima» le disse.

Sofia indossava un abito corto, interamente coperto di paillettes rosse, uno scollo a "v" sulla schiena e le maniche a tre quarti.

Arrivò la cameriera e servì il loro tavolo: posò le due bottiglie e i sette piccoli tumbler, già pieni di vodka quasi fino all'orlo - il primo giro veniva sempre offerto dalla casa - e, prima di andare a servire altri tavoli, augurò ai ragazzi una buona serata.

Alice svuotò in un sorso il suo bicchierino e prese la bottiglia alla pesca per riempirselo nuovamente.

«Non scherzavi quando hai detto che volevi sostituire il sangue con l'alcol» commentò Nicola, sorridendo, mentre continuava a guardarla.

Alice scoppiò a ridere, «No, per niente» gli assicurò.

Le si illuminarono gli occhi quando qualche secondo dopo il dj cambiò canzone, mettendo Reggaetón Lento - una delle sue preferite da ballare - e scattò in piedi.

Sofia la imitò senza pensarci due volte, «Andiamo, ragazzi!» chiamò anche gli altri.

«Dai, Nic, prima che finisca la canzone.»

Potremmo ritornareWhere stories live. Discover now