1. Il Murphy's

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Anche quell'estate era trascorsa velocemente, forse un po' troppo velocemente.

Così come le tre settimane di ferie di Alice.

Il primo di settembre si era dovuta alzare la mattina presto, prendere la macchina e tornare al lavoro.
Le era sembrato che solo ventiquattro ore prima fossero iniziate le sue ferie e invece ora le toccava riabituarsi al solito frenetico ritmo di Torino.

I primi due, tre giorni era stato terribile.
Passare dal starsene tutto il giorno a rilassarsi in spiaggia con la famiglia e gli amici al doversi alzare la mattina presto per chiudersi dentro ad un ufficio era stato un incubo.

Poi aveva ripreso il ritmo, si era concentrata sul suo lavoro e aveva lasciato perdere il resto.

Quando entrava in quell'ufficio perdeva il senso del tempo.

Una volta che si sedeva dietro alla sua scrivania era come se si disconnettesse dal resto del mondo - dimenticava la famiglia, dimenticava gli amici, dimenticava le vacanze, dimenticava qualsiasi cosa - per concentrarsi solo ed esclusivamente su quello che si trovava dentro a quella stanza, ossia documenti, documenti e ancora altri documenti.

Fortunatamente una delle pareti della stanza era occupata da due finestre pressoché enormi, altrimenti sarebbe persino stata in grado di dimenticare che quando cominciava a fare buio era ora di tornarsene a casa.

Era un anno ormai che lavorava per lo studio legale Tozzola&Cortesi.
Si occupavano di assistenza giudiziale e stragiudiziale e offrivano consulenza legale in ambito di diritto civile.
Erano anche specializzati nelle varie aree del diritto commerciale, quali: diritto societario, bancario, dell'intermediazione finanziaria e delle assicurazioni, diritto delle procedure concorsuali e diritto del lavoro.

Aveva ottenuto una laurea triennale in Giurisprudenza, presso l'Università degli studi di Firenze, e aveva subito iniziato a cercare lavoro fuori città.
Per una serie di ragioni voleva cambiare aria, aveva bisogno di andare il più lontano possibile dal capoluogo toscano e quando le era stato offerto quel posto di lavoro a Torino aveva accettato senza pensarci su due volte.

Lavorava come assistente per uno dei due soci dello studio, il signor Cortesi.

Il suo ufficio si trovava nell'ala est di Palazzo Villa.
Gli uffici del terzo piano dell'edificio erano tutti di recente costruzione.
Il comune aveva da poco ceduto quella parte della struttura affinché potesse essere venduta o affittata a privati.

Era talmente concentrata nella pratica che stava leggendo da non aver neppure sentito bussare alla porta.

«Alice ci sei?»

Alzò la testa dalle scartoffie che teneva davanti a sé.

«Ehi, Sara, entra.»

Sara era non solo una sua collega, ma anche la ragazza con cui condivideva l'appartamento da ormai un anno.

Entrambe erano state assunte nello stesso periodo, si erano conosciute proprio il giorno del colloquio.
Alice era stata presa come assistente del signor Cortesi, mentre a Sara era stato affidato l'incarico di receptionist e accoglienza clienti dello studio.

Erano rimaste in contatto da quel giorno e visto che all'epoca nessuna delle due aveva ancora preso casa avevano deciso di cercarla insieme.

Andiamo a lavorare nello stesso posto, sarà comodissimo, vedrai le aveva detto.

E si erano trovate bene veramente.
Dal lato economico era un grande vantaggio poter risparmiare sull'affitto e poi stare con qualcuno era sempre meglio che vivere da sola.
Sara era una brava ragazza, gentile, dolce e anche simpatica.
Amava ridere, come Alice, ed era per questo che erano andate d'accordo sin dalla prima volta che si erano incontrate.

Potremmo ritornareWhere stories live. Discover now