* FLASHBACK *

"Mila tesoro, vieni in cucina! Io e papà dobbiamo dirti una cosa!" - la madre della cubana urlò dal piano di sotto -

"Dimmi mamma, io e Miss Piggy stavamo prendendo il thè..." - si lamentò Camila, avendo dovuto abbandonare il suo gioco preferito -

Camila aveva poco più di sei anni e come tutte le bambine del mondo, passava il tempo tra bambole e finti pranzi organizzati con i personaggi dei cartoni che più le piacevano. Era una bambina molto solare e socievole con tutti: gli adulti la adoravano con le sue guance paffute che stringevano regolarmente ed i bambini la volevano nei loro gruppi a giocare. La cubana ci aveva messo un po' ad essere accettata a scuola, a causa della lingua che non sapeva parlare poi così bene. Si era trasferita da Cuba con i suoi genitori da non molto e lo spagnolo, era l'unico mezzo con cui sapeva comunicare. Poi, grazie ad una delle sue migliori amiche, Dinah, era riuscita ad imparare velocemente almeno le cose basi.

"Che ne dici se andiamo allo zoo?" - propose suo padre, lasciandola interdetta -

"Allo zoo?" - domandò la piccola, non credendo alle sue orecchie -

"Si, non ti va? Papà ha un nuovo lavoro ora e volevamo festeggiare portandoti in un luogo in cui desideravi da tanto andare" - spiegò la madre -

I coniugi Cabello, nel corso degli anni, avevano dovuto rinunciare a molte cose a causa delle loro precarie condizioni economiche ma avevano sempre cercato di dare alla loro unica figlia, tutto quello che avrebbe desiderato. Camila adorava gli animali, da grande sarebbe voluta diventare un veterinario per poter curare coloro che stavano male. Sognava tanto un piccolo cucciolo di cane da accarezzare e coccolare ma a causa del poco spazio in casa e degli elevati costi di mantenimento, si era dovuta accontentare di un peluche.

"Davvero papà? Possiamo vedere le giraffe, dare da mangiare alle papere e toccare i leoni?"
- esclamò eletrizzata la bambina -

" L'ultima cosa direi di evitarla ma si, possiamo fare tutte quelle cose e molto altro!"

Camila si fiondò in braccio al padre, stringendogli le sue minuscole braccia intorno al collo. Non poteva essere più felice ed i genitori a loro volta, sapendo di averle regalato qualche ora di spensieratezza e divertimento.

Fu una giornata davvero piena ed impegnativa. La cubana non si era fermata un attimo, troppo eccitata nel vedere quegli animali al di là del recinto, che fino ad ora, aveva visto solo in televisione. Aveva rischiato di cadere in acqua con i coccodrilli, essere mangiata dagli orsi polari e rimanere rinchiusa insieme agli scimpanzè una decina di volte, ma a lei non sarebbe importato: nei suoi occhi si potevano notare solo l'entusiasmo e la felicità di una bambina che aveva appena esaudito uno dei suoi sogni. Infatti, quando venne l'ora di andare via, Camila scoppiò a piangere, volendo rimanere lì dentro per sempre e sua madre cercò di calmarla portandola a mangiare un gelato lì vicino.

"Allora piccola, com'è questo gelato?" - le domandò la madre, vedendola in silenzio a mangiare il suo cono al cioccolato -

"Buono!" - esclamò la piccola, leccandosi le labbra tutte sporche - "Papà?" - disse poi all'improvviso  -

"Si, amore?" - si fermò l'uomo -

"Ci torneremo vero? Allo zoo. Me lo prometti?" - domandò con al sua dolce vocina -

"Certo piccola, andremo a vedere come stanno tutti i tuoi nuovi amici. Te lo prometto!" - la prese in braccio, stringendola a sè - "Uh guarda, un pianoforte" - la bambina rivolse subito l'attenzione a questa nuova cosa -

Alejandro, il padre di Camila, aveva imparato a suonare quello strumento in una delle tante serate musicali a cui partecipava quando con i suoi amici, intrattenevano le persone del suo quartiere a Cuba. Era molto che non ne toccava uno, forse tutto ciò che sapeva si era perso durante gli anni. Insieme alla piccola, si sedettero sulla panca di questo pianoforte pubblico, messo lungo la strada perchè la gente, potesse in qualche modo, mostrare la sua arte senza sentirsi in obbligo.

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