Capitolo 21

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Sono seduto sul mio letto aggrovigliato nelle coperte, ancora scosso dal comportamento di Yugyeom.

"Vuoi che ti porti qualcosa?" Mi chiede apprensivo Yoongi, dopo aver salutato Taehyung.

Scuoto la testa, non ancora capace di proferire alcun suono.

"Hey." Yoongi si avvicina, poggiando le mani sulle mie spalle. "Non devi aver paura di nulla, non si avvicinerà più."

Annuisco, rivolgendogli un piccolo sorriso tirato.

"Yoongi." Lo chiamo, avendo immediatamente la sua più completa attenzione. "Voglio Jimin."

Yoongi ritira istintivamente le mani dalle mie spalle come se fosse stato scottato, rivolgendomi poi uno sguardo triste come se si sentisse in colpa per qualcosa.

"È tutto okay?" Gli chiedo, continuando a scrutare perplesso i suoi occhi.

Yoongi sembra riprendersi improvvisamente.

"Sì certo, ora lo chiamo." Dice, estraendo velocemente il telefono dalla tasca dei pantaloni e digitando il numero che sembra conoscere a memoria.

Yoongi attende impaziente che il biondo risponda da un momento all'altro, finché poi decide di arrendersi.

"Non mi risponde." Mi dice dispiaciuto. "Se vuoi posso provare a cercarlo in giro." Continua.

Annuisco velocemente, rivolgendogli poi un sorriso di gratitudine.

Non passa molto tempo perché la porta della stanza si riapra, rivelando questa volta la figura del biondo. Non appena lo vedo, i miei occhi si concentrano preoccupati sui suoi capelli spettinati, i vestiti sgualciti e le nocche gravemente ferite come se avesse partecipato ad una rissa.

"Cosa è successo?" Chiedo preoccupato.

Jimin ignora completamente la mia domanda, non esitando un attimo a posare le mani sulle mie guance e a premere duramente le sue labbra sulle mie, come se la sua vita dipendesse da questo.

"Mi dispiace di non esserci stato." Sussurra tristemente, continuando a lasciare dolci baci sugli angoli della mia bocca.

Lo tiro per le braccia, facendolo stendere sul letto, senza interrompere il passionale bacio che ci stavamo scambiando. Jimin si posiziona tra le mie gambe e inizia a mordere lentamente le mie labbra, lasciando poi una scia di baci languidi lungo la linea del mio collo. Il biondo afferra le mie mani, portandole poi sopra la mia testa. Prima che possa fare altro, stringo le mie gambe attorno al suo bacino e ribalto le posizioni, assumendo pieno controllo della situazione.

"Perché devo sempre stare sotto?" Si lamenta, facendomi sorridere divertito.

"Perché sei tu il passivo." Dico ovvio.

Jimin inarca un sopracciglio confuso.

"Ricordami quando l'abbiamo stabilito, per favore."

Alzo le spalle indifferente.

"Suppongo sia sempre stato così."

Jimin rilascia un sospiro frustrato, guardandomi poi dritto negli occhi.

"Mi accompagneresti ad una festa stasera?" Chiede, mentre un sorriso sincero gli spunta tra le labbra.

"Mi stai chiedendo un appuntamento?" Chiedo leggermente eccitato all'idea.

Jimin annuisce, continuando a sorridermi. Poggia poi le mani sul mio bacino e inizia a massaggiare lentamente da sopra la stoffa della maglietta, provocandomi un leggero solletico. Non posso fare a meno di sorridere ingenuamente, finché poi il mio sguardo non cade nuovamente sulle sue nocche rovinate. Prendo le sue mani tra le mie e inizio a scrutarle attentamente preoccupato.

"Cosa è successo?" Chiedo, continuando a stringere debolmente le sue piccole mani per paura di fargli male.

"Ho picchiato Yugyeom, prima di venire qua." Confessa, alzando le spalle indifferente.

"Perché l'hai fatto?" Gli urlo contro. "Ci aveva già pensato Yoongi." Continuo, ricordandomi del marchio della sigaretta impresso sul collo di Yugyeom e il suo volto impaurito.

Jimin gira la testa sul lato, evitando di guardarmi.
"Lo so già." Dice con un'evidente nota di fastidio nella voce.

Lo guardo perplesso per alcuni minuti, aspettando pazientemente una spiegazione, quando un pensiero improvviso attraversa veloce la mia mente.

"Sei geloso." Dico sicuro di me, facendo spuntare sulle mie labbra un sorrisetto compiaciuto.

Jimin spalanca gli occhi, scuotendo velocemente la testa.

"Tu e Yugyeom non state più insieme. Non ho motivo per esserlo." Dice incerto, ritornando a guardare un punto indefinito nella stanza.

Gli punto un dito contro per attirare nuovamente la sua attenzione.

"Infatti mi riferisco a Yoongi." Continuo a dire, certo di aver centrato il punto.

Jimin si alza in posizione seduta, deglutisce pesantemente e per poco non si strozza con la sua stessa saliva. Da leggeri colpetti sul suo petto, mentre continua a tossire e a negare la mia affermazione.

Quando ho messo piede nel college, Yoongi è stato il primo a porgermi la mano. Mi ha portato in libreria sotto la sua protezione e ora mi ha anche difeso da Yugyeom.

"Ora che ci penso, ogni volta che mi sono trovato in difficoltà c'era sempre lui." Penso ad alta voce, dimenticandomi momentaneamente della presenza di Jimin nella stanza.

Non appena pronuncio quella frase, il biondo si alza infastidito dal letto e inizia a dirigersi verso la porta della stanza.

"Allora esci con lui stasera." Sentenzia spazientito.

Scuoto la testa leggermente divertito per il suo comportamento, dopodiché mi alzo e lo raggiungo prima che possa lasciarmi solo.

Stringo le mie mani attorno al suo corpo, facendo aderire la sua schiena contro il mio torace. Appoggio la testa nella cavità del suo collo lasciandogli poi un piccolo bacio per farlo rilassare tra le mie braccia.

"Ma io voglio te." Sussurro al suo orecchio, mentre un piccolo broncio infantile appare sulle mie labbra.

Le guance di Jimin si colorano di un'accesa sfumatura di rosa, mentre il suo corpo inizia ad agitarsi cercando di divincolarsi dal mio abbraccio.

"Ti passo a prendere stasera." Gli dico, guardandolo dritto negli occhi.

"Sono stato io a chiederti di uscire, dovrei essere io a venire da te in teoria."  Puntualizza Jimin, continuando a guardare imbarazzato la punta dei suoi piedi.

"In pratica invece lo faró io." Insisto.

Il biondo annuisce, guardandomi poi dritto negli occhi prima di rivolgermi uno dei suoi meravigliosi sorrisi e lasciarmi un piccolo bacio sulle labbra.

"Allora ci vediamo verso le dieci. Non farmi aspettare." Dice felice, prima di chiudere la porta dietro di sé.

Non appena rimango solo in stanza, afferro immediatamente il telefono per contattare il mio migliore amico.

"Kookie." Urla dall'altro capo non appena sente la mia voce.

"Dove sei ora?" Gli chiedo.

"Sono nella mia stanza."  Dice chiaramente.

"Ti devo assolutamente parlare." Gli rispondo agitato, iniziando nel frattempo a girare per la stanza a causa dell'eccitazione. "Ci vediamo al bar tra dieci minuti." Continuo, aprendo la porta.

Inizio a percorrere i corridoi spensierato, rivolgendo casualmente sorrisi agli studenti che mi guardavano divertiti.

Ancora non sapevo cosa sarebbe successo quella sera stessa.

Bet On Love ~Jikook.Where stories live. Discover now