capitolo 27

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Arrivammo nella sala dove si trovava il miliardario, ci rivolgeva le spalle e fissava un grande ologramma, poi si voltò e ci guardò per qualche istante

<<Di cosa ci dovevi parlare?>> chiese Peter

<<Di quei due uomini...>>

<<Ok allora? Che sai su di loro>>

<<I loro nomi sono Alan Wilson e suo figlio, Josh Wilson e->> non riuscì a concludere la frase che io lo interruppi

<<Ma va!... guarda non lo sapevo, non è che te lo avevamo detto già io e Peter>> dissi ironica, Peter mi colpì il braccio per farmi stare zitta

<<E' alquanto simpatica oggi>> disse lui

<<Lascia stare, comunque?>> disse Peter interrompendo la nostra discussione

<<Comunque, prima che la miss so tutto io mi interrompesse, volevo dire che grazie a voi due siamo riusciti a rintracciarli però abbiamo bisogno ancora del vostro aiuto, in particolare quello di Teresa>>

<<Mio?! Cosa devo fare?>> chiesi sbalordita

<<Peter mi ha detto cosa è successo e->> lo bloccai di nuovo rivolgendomi a Peter

<<Wow, proprio bocca larga eh>>

<<Se mi facessi finire di parlare... comunque, so quello che è successo e mi dispiace ma devi riallacciare i rapporti con quel ragazzo così possiamo sapere meglio che intenzioni hanno>>

<<Cosa?! No non esiste!>> dissi io furiosa

<<So come stai e->> Tony cercò di parlarmi per la terza volta ma io di nuovo lo bloccai

<<No!, no che non lo sai, sei sempre stato un playboy, sei sempre stato tu quello che spezzava i cuori, non te ne sei mai importato se una donna provasse qualcosa per te o meno, ti bastava quella botta e via e ti sentivi soddisfatto>> dissi senza dar conto a cosa io stessi dicendo <<Siete tutti uguali, vi basta entrare nei pantaloni di una ragazza e avete fatto tutto!>>

<<Oi calma rambo!>> mi richiamò Tony

<<No non sto calma, se sai quello che è successo non puoi pretendere che io diventi amica di quello che mi ha ridotto in questo stato>> dissi uscendo dalla stanza, arrivai in salotto dove mi sedetti sul divano e mi misi le mani in volto, sentii dei passi avvicinarsi sempre di più ma non alzai lo sguardo aspettando che se ne andasse

<<Posso?>> chiese Alice indicando il posto vuoto di fianco al mio

<<Come ti pare...>> dissi fredda, lei si sedette senza dire nulla

<<Senti, so come ti senti, ci sono passata... anche a me Tony chiese una cosa del genere e fidati non serve a nulla ridursi in  questo stato per un ragazzo qualunque, quando mi è successo ho instaurato un rapporto di amicizia con lui solo a scopo lavorativo e mi sono sentita meglio quando sono riuscita a mandarlo in prigione>> disse lei con un leggero sorriso

<<Grazie...>> dissi ricambiandolo, mi alzai sguaiatamente dal divano e raggiunsi di nuovo la sala dove si trovavano Tony e Peter

<<Ok sono disposta a farlo ma come?>>

<<Devi cercare di capire cosa vogliono fare>>

<<Ma non mi dirà niente, ha scoperto che sono gemini>>

<<Ma sicuramente lo penserà, non sa tutti i tuoi poteri giusto?>> io annuii, uscii dalla stanza seguita da Peter

<<Che hai intenzione di fare?>> chiese sedendosi al mio fianco sul divano

<<Gli mando un messaggio dove gli chiederò di incontrarci>> presi il mio telefono ed iniziai a mandare un messaggio a Josh

Terry
Ho bisogno di parlarti, ci incontiamo?

Josh
Certo! Dove?

terry
Da Starbucks tra poco

Posai il telefono di nuovo in tasca e appoggiai la testa sullo schienale del divano

<<Vuoi che ti accompagni?>>

<<No tranquillo, vado da sola>> mi alzai dal divano e mi diressi in ascensore intenta ad uscire dalla grande torre per raggiungere il luogo dell'incontro, quel pomeriggio fece più freddo del solito perciò mi chiusi la felpa ed alzai il cappuccio camminando per le fredde strade d New York con le mani in tasca, decisi di non sentire musica ma di sentire i rumori di quella caotica città, i clacson dei taxi che correvano, il vento che soffiava tra i rami degli alberi, il celo leggermente incupito e l'asfalto leggermente bagnato dalla pioggia, mi feci trasportare da tutti quei rumori lasciando la mente sgombra e fissando un punto a caso nel vuoto. Arrivata da Sturbuks mi soffermai a guardare il locale, vidi Josh che era seduto ad un tavolo ad aspettarmi, prima di afferrare la maniglia feci un respiro profondo e decisi di oltrepassare la porta, un leggero tintinnio causato dalla piccola campanella posta sulla porta mi risuonò centinaia di volte nelle orecchie dandomi qualche piccolo fastidio, mi diressi verso il suo tavolo e quando finalmente alzò lo sguardo dal suo telefono un sorriso si fece strada tra le sue labbra che io decisi di non ricambiare, mi sedetti finalmente al tavolo e prima che potessi dire qualcosa una cameriera arrivò per prendere i nostri ordini, decisi di non prendere niente sapendo che quell'incontro sarebbe durato ben poco invece Josh prese un caffè macchiato, passò qualche secondo prima che qualcuno di noi decise di interrompere quel silenzio per me assordante.

<<Ehy...>> disse lui triste

<<Ehy...>> dissi io abbassando lo sguardo

My Friend ||Peter Parker|| Where stories live. Discover now