capitolo 4

4.5K 271 23
                                    

Terminata la telefonata tornai dentro casa, guardai il calendario e mi accorsi che mancava solo una settimana al mio ritorno nel Queens, al mio ritorno a salvare la gente con la mia tuta rossa e blu.

Mi mancava.

Ma in quel preciso istante capii che avevo l'occasione di salvare una persona a cui tenevo, una persona che non meritava tutto questo.

Pensai alla sorpresa che volevo fare a Teresa, ed ero sicuro che ne sarebbe stata felicissima, ero felice ma allo stesso tempo stavo male perché non potevo dirle il mio segreto.

Immerso ancora nei miei pensieri, andai in camera di Teresa notai che stava tremando, sussultava e parlava nel sonno

<<Mamma!... Papà!... acido!... No...NO!!>>

Si svegliò all'improvviso, era terrorizzata incominciò di nuovo a piangere e a tremare l'abbracciai e iniziammo a parlare per tutta la notte senza badare al fatto che il giorno dopo ci fosse scuola, senza badare all'ora, senza badare alle risate che non riuscivamo a trattenere, l'unica cosa a cui facevo attenzione era la sua risata, una risata che non sentivo da tempo, ero felice di averle preparato quella sorpresa e non vedevo l'ora che finisse la settimana per vedere la sua faccia.

Continuammo a parlare per tutta la notte fino all'alba, ci preparammo per andare a scuola e facemmo colazione in un silenzio solenne.

Nel traggitto tra casa e scuola ripensai a quella notte e le chiesi:

<<Cosa hai sognato? Cosa ha causato quella reazione improvvisa?>>Guardò a terra sospirò e iniziò a raccontare.

<<La notte dell'incidente... ero neonata, io e i miei genitori eravamo in macchina, stavamo da qualche parte non ricordo di preciso dove... ricordo solo che avanti a noi un camion si ribaltò e tutto quello che era contenuto usci, quella sostanza entrò a contatto con la mia pelle causandomi cicatrici ancora visibili... invece... i miei rimasero intrappolati tra la macchina è l'asfalto rovente, ed io dovetti rimanere ad assistere alla morte dei mei genitori fino a quando non si consumò la più piccola parte del loro corpo.>>

Non potevo credere alle mie orecchie mi fermai di colpo e le dissi.

<< Fammi vedere i segni>>

<<Peter ti prego... no>>

<<Fammi vedere...>>

Mi prese per un braccio, mi portò in un vicolo e non potevo credere ai miei occhi, non potevo credere a quello che stava facendo e non potevo credere a alla reazione che stava avendo il suo corpo.

Teresa abbassò lo sguardo si sistemò e corse via.

<<Teresa!... aspetta!... dove vaii?!>> dissi preoccupato cercando di raggiungerla

<<Vado via! Non voglio veder correre via anche te per la mia stranezza... non voglio perdere anche te... sei come un fratello maggiore per me, non ti voglio perdere, questa è la causa dei miei continui spostamenti. So di non essere normale e non sai quanto vorrei esserlo. Peter... perché non posso essere normale?!>> mi disse con le lacrime agli occhi.

Si... Teresa non era più normale... non aveva solo delle semplici cicatrici... aveva delle abilità, abilità che non riuscivo a spiegarmi.

My Friend ||Peter Parker|| Where stories live. Discover now