capitolo 3

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Il week-end era passato ed era il momento di ritornare a scuola.

Compii la mia solita routine ma con la differenza che c'era Peter.

Nel corso del week-end lo conobbi meglio e notai che avevamo parecchie cose in comune come ad esempio la passione per i computer, per la tecnologia, per supereroi, avevo capito che Peter era davvero un ottimo amico, un amico di cui ci si potesse fidare ma non abbastanza per raccontargli il mio segreto.

Arrivammo a scuola tra risate e discussioni e appena varcata la soglia, iniziai a sentire parecchia gente mormorare.

<<Perché ti guardano e ridono? È successo qualcosa?>>Disse lui

<<No No tranquillo sono i soliti bulletti che parlano solo per far prendere aria alla bocca sul fatto che non ho i genitori o perché sono un anno avanti con la scuola... non ci faccio neanche più tanto caso>> dissi io.

Lui mi guardo con aria dispiaciuta e mi abbraccio, Peter era come un fratello maggiore si preoccupava, era gentile non mi sarei mai aspettata che qualcuno potesse essere così con me.

Entrati in classe senti qualcuno dire in inglese:

<<Che c'è Parker, Liz è andata via e già la rimpiazzi con questa sfigata?>>

Peter gli rispose e Flash per la rabbia cerco di dargli un pugno ma prima le sue nocche gli deturpassero il volto io bloccai il pugno e con un movimento brusco gli portai il polso tra le scapole.

Per il dolore gemette e intanto gli sussorrai:

<<Che c'è Flash ti sei fatto bloccare da una sfigata più piccola?>> sorrisi beffarda e con uno strattone si liberò dalla mia presa.

Peter mi si avvicinò e mi disse stupefatto:

<<Ma-cosa? Eh?!>> io risi alla sua frase confusa, gli diedi una pacca sulla spalla e gli dissi:

<<Ti insegnerò.>> La giornata continuo con varie occhiatine di Flash infuriato non ne ero spaventata anzi abbastanza divertita.

Usciti dalla scuola prima di tornare a casa dissi:

<<Ehm scusa se te lo chiedo ma ripensando a stamattina ti volevo chiedere... chi è Liz?>> A questa mia domanda Peter abbasso lo sguardo e mi guardò triste

<<Era la ragazza di cui ero innamorato ma il padre è stato mandato in galera e si sono dovuti trasferire>> A quella sua frase mi si spezzo il cuore lo abbracciai e durante il tragitto per tornare a casa cercai di distrarlo.

Arrivati a casa appena aprii la porta sentii uno schiaffo arrivarmi in piena faccia, concluso quel gesto sentii i miei occhi che si riempirono di lacrime sia di rabbia sia per il dolore.

*Peter's pov*

Varcata la soglia di casa vidi che stava per arrivarle uno schiaffo in piena faccia.

In quel momento rimasi pietroficato, non avevo la forza di muovermi mi voltai verso il suo volto e vidi che i sui occhi erano pieni di lacrime che cercava di trattenere.

Con voce spezzata disse:

<< P-perché?>>

<<Abbiamo ricevuto una chiamata dalla scuola ci hanno detto che hai fatto a botte con un ragazzo>> in quel momento cercai di ricordare la giornata trascorsa e ricordai che Teresa mi aveva difeso con Flash.

I mei pensieri vennero interrotti quando vidi che il "padre" la stava prendendo per il colletto della maglia mi si gelò il sangue nelle vene sentii la voce di Teresa spezzata che cercava di parlare ma non ci riusciva, le lacrime le rigavano in volto, in quel momento preso dalla rabbia bloccai i polsi dell'uomo che lasciò cadere Teresa ansimante, lo sbattei contro il muro che gemette per il dolore

<<Non metterle più le mani addosso!>> dissi.

Presi Teresa ancora terrorizzata per l'accaduto e la portai in camera sua appena chiusa la porta lasciò uscire tutte le emozioni repressa.

A quell'immagine mi si spezzò il cuore mi sedetti al suo fianco e la strinsi a me.

In quel preciso istante pensai che non l'avrei mai più voluta vedere in quello stato, all'improvviso sciolsi quell'abbraccio e la lasciai dormire beatamente.

Uscii di casa e feci una telefona.

<<Ehm ehy ho bisogno del tuo aiuto>>...

My Friend ||Peter Parker|| Where stories live. Discover now