Capitolo 53 - Amore, non è come credi!

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Anais non poteva credere a ciò che sua cugina le stesse dicendo: quella sera, allo Starlight, ci sarebbe stata anche a Sophie e questo poteva significare solo una cosa, ovvero, che lei e Francesco non si erano ancora lasciati. In parte lo sospettava, ma credeva che quella sciocca avesse più spina dorsale e non capitolasse davanti al bellissimo sorriso di quell'uomo che aveva stregato anche lei; sarebbe dovuta passare al piano B. Sperava di non doversene servire, perché era pieno di incognite e ne bastava una soltanto per rovinarla, ma in quel momento non aveva nulla da perdere.

«Ti devo dire una cosa, ma devi promettermi di mantenere il segreto per qualche giorno... lo puoi fare, Any?»

La mora posò il suo smartphone sul divano per osservare Veronica con gli occhi completamente spalancati.
«Oddio... sei incinta?» chiese trattenendo il respiro, ricevendo in risposta una risata.

«No, cretina; non è niente di così sconvolgente! Vorrei proporre a Sophie di farmi da seconda testimone, ma vorrei farlo con discrezione e non nel caos che ci sarà stasera al bar.»

Anais strinse le mani a pugno per la rabbia; quella frivola ragazza era riuscita a conquistare anche la sua adorata cugina, oltre all'uomo che amava.
"Cos'avrà di così speciale quella sciacquetta, da farsi benvolere da tutti?" si domandò irata.

«Secondo te accetterà?» Il quesito della bionda la riscosse dai suoi cattivi pensieri. Prese un profondo respiro, cercando di ritrovare la tranquillità persa.

«Perché non dovrebbe?» reclamò brusca, alzandosi dal divano.
«Tesoro, potresti prestarmi la tua macchina? Devo fare un salto allo Starlight per controllare alcune cose, in accordo con Matteo.» Ormai dire bugie le riusciva benissimo, ma si sentì lo stesso in colpa per aver mentito a Veronica, l'unica persona di cui veramente le importava qualcosa, oltre a Francesco, ovviamente.

«Quando finiranno le sorprese per me? Sono nello svuota tasche vicino all'ingresso.» Sorvolò sulla risposta brusca data dall'altra, associandola alla stanchezza per il viaggio in aereo.
«Ritorni per cena, vero? Sto preparando le pizze!» Una delle grandi passioni di Veve era la cucina; quando ne aveva la possibilità, preparava manicaretti degni di un ristorante, ma purtroppo, lavorando tutto il giorno, non poteva dar sempre sfogo alla sua arte.

«Potrei mai dire di no alla tua pizza? In che forma uscirà questa volta?» La canzonò, beccandosi un'occhiataccia torva. Le pietanze che cucinava erano sì buonissime, ma sull'aspetto doveva lavorarci un po' di più. L'ultima volta che aveva fatto quell'impasto aveva preso una forma indefinita, più simile a una specie di albero che a un cerchio, ma la bontà del prodotto finale era comunque notevole.

«Se non la smetti, potrebbe avere la conformazione del tuo volto, visto che stenderò l'impasto direttamente sulla tua faccia!» Rispose indispettita, picchiettandosi il pugno contro il palmo della mano sinistra.

«Ti voglio bene anche io, tesoro; a più tardi!» si congedò in una risata, raccogliendo il borsone che aveva lasciato vicino all'ingresso, per poi avvicinarsi alla Cinquecento rosa di Veronica. Si diresse allo Starlight, ripetendo nella mente il monologo che avrebbe dovuto recitare con Matteo, augurandosi che tutto procedesse come da lei ideato.

Attraversò le porte scorrevoli, notando la tranquillità insolita del locale, dovuta quasi certamente al periodo festivo. Si avvicinò sciolta al bancone, ricevendo un sorriso dal biondo, intento a smanettare con il suo telefonino.
«Ciao, Teo! Giornata tranquilla?» Si sedette su uno sgabello, poggiando gomiti e mani sul bancone, indossando una maschera di finta gentilezza.

«Fin troppo tranquilla; non vedo l'ora di staccare e passare la serata con Giorgia. Ti posso offrire qualcosa da bere?» domandò, rifilando il cellulare nella tasca dei suoi bermuda di Jeans.

Nuova OssessioneWhere stories live. Discover now