Capitolo 29 - Musicista e accordatore

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*Si consiglia la lettura, con la canzone in sottofondo, a un punto preciso della storia, che vi segnalerò con due asterischi*

Quella frase, pronunciata con tono mesto e gelido, fece suonare diversi campanelli d'allarme nella testa del ragazzo.
"Daniele, dobbiamo parlare!" Nelle sue orecchie quelle poche parole si ripeterono all'infinito, come un'eco dettato dalla propria mente infame, la quale voleva prepararlo a vivere con paura e ansia i minuti che sarebbero intercorsi.

Sophie vide il terrore passare negli occhi del ragazzo e si sentì male; non avrebbe mai voluto far soffrire l'unica persona che l'aveva trattata con i guanti, ma non poteva continuare a fare finta di nulla.
«Non so da dove cominciare...» disse abbassando lo sguardo sulle proprie mani, pensando a come intavolare quel discorso, cercando di essere sincera, ma al tempo stesso il meno crudele possibile.

«Prova a partire dal principio; dovrebbe essere più facile» suggerì lui, imitando il gesto della ragazza di distogliere lo sguardo per puntarlo al pavimento. Fissò quel punto fermo, attendendo che le parole della ragazza si abbattessero su di lui come un fiume in piena.

«Sette anni fa sono uscita con un ragazzo» disse lei, creando non poca confusione nella testa del bruno, il quale non capì cosa potesse centrare un avvenimento così lontano.
«Qualche mese prima di conoscere te, per l'esattezza» aggiunse, scostando una ciocca bagnata che le era ricaduta davanti al volto.

«Quel ragazzo mi piaceva molto e avrei voluto provare a conoscerlo meglio, ma a quei tempi pensava solo a divertirsi. Scommisi con lui che, se non ci fossi andata a letto, saremmo usciti insieme e, con mio grande stupore, accettò, convinto che sarei cascata nella sua rete come tutte le altre passate prima di me.» Sophie sorrise, rimembrando quella sera lontana e la sua vittoria contro ogni aspettativa.

«E ci sei cascata?» domandò curioso il bruno, senza distogliere lo sguardo dal parquet e senza capire come tutto quello potesse centrare con loro due.

«No, assolutamente no! Ho vinto la sfida ed ero al settimo cielo; non vedevo l'ora di uscire di nuovo con lui.» Il sorriso sulle sue labbra si cancellò, lasciando posto solo alla tristezza legata al ricordo di quello che avvenne dopo.
«Lui però fu di tutt'altro avviso; uscì con un'altra, il giorno dopo aver perso quella scommessa, e ci andò a letto. Non eravamo fidanzati, quindi non è stato un tradimento, però un po' mi ci sono sentita. Dopo aver scoperto l'infedeltà di Alberto, non volevo più stare male, perciò decisi di lasciar perdere quel ragazzo e non vederlo mai più.»

Restarono in silenzio per alcuni minuti; Sophie perché sperava che Daniele proferisse parola, anche un semplice "okay", lui perché non riusciva a comprendere il collegamento con quell'evento.
Alla fine, la mora decise di continuare il suo monologo, prendendo prima un profondo respiro.

**

«Pensavo che non mi sarei più fidata di nessun uomo al mondo, visto che gli unici tre che erano entrati nella mia vita mi avevano tradita e ferita; ma poi sei arrivato tu, portando serenità e gioia nelle mie giornate.» Una lacrima scappò fugace dagli occhi della mora, la quale l'asciugò prontamente con un rapido gesto della mano. Era arrivata la parte difficile del discorso e non sapeva come fare a dirgli la verità, senza rischiare di ferirlo troppo.

«Mi hai amata incondizionatamente dal primo giorno, facendomi sentire importante; sei riuscito a sopportarmi per così tanti anni e mi hai resa felice; felice davvero.»
La ragazza si fece forza e alzò il viso in direzione del bruno; si meritava di essere guardato negli occhi, mentre pronunciava quelle parole che lo avrebbero devastato, e lei non voleva fuggire, né tantomeno mancargli di rispetto più di quanto non avesse già fatto nell'ultima settimana.

Nuova OssessioneWhere stories live. Discover now