Capitolo 27 - Non lo odiamo più?

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Il suono fastidioso del campanello, bloccò l'azione di Francesco a pochi centimetri dal volto della ragazza, pronto a ricongiungere le sue labbra con quelle di lei, la quale attendeva quell'unione con il suo stesso desiderio. Non credeva possibile che gli fosse bastato un pranzo e un po' di solletico per farla sciogliere, eppure quella vicinanza era un chiaro segnale.

Sophie sembrò ritornare in sé, nonostante le palpitazioni accelerate del suo cuore. Si allontanò da quel seduttore maledetto, alzandosi per osservare la persona giunta a salvarla, senza accorgersi dello stato dei suoi capelli; scompigliati a causa del titillamento.
Sorrise all'amica e al suo accompagnatore, mentre entrambi la guardarono con un sopracciglio alzato, evidentemente confusi. Premette il pulsante sotto la sua scrivania e nello stesso momento che i due piccioncini fecero il loro ingresso, il bruno si palesò, sollevandosi da terra.

Giorgia e Matteo si bloccarono, travisando la situazione, fissandoli con occhi e bocca spalancati, senza riuscire a emettere alcun suono.
«Non è come pensate!» si apprestò ad affermare la mora, mentre muoveva agitatamente le braccia davanti al petto, facendosi rossa in viso.

«Sì certo, questa l'ho già sentita!» controbatté il biondo ridendo, ammiccando all'amico che lo seguì in quell'improvvisa ilarità.

«No, veramente non è come sembra; le stavo facendo il solletico ed è caduta dalla sedia. Mi sono abbassato per aiutarla e poi siete arrivati voi.» Avrebbe voluto aggiungere "a disturbare", ma si morse la lingua e lo tenne per sé.

Disse una mezza verità per proteggere Sophie dal terzo grado che le avrebbe sicuramente fatto quella bionda ficcanaso, non appena se ne sarebbe andato. Sarebbe toccato a lei decidere se e cosa raccontare all'altra, speranzoso che fosse quel genere di avvenimento che una ragazza non vedeva l'ora di comunicare all'amica. Lui l'avrebbe sicuramente raccontato a Matteo e a Giacomo, soprattutto per ricevere un loro parere.

«Okay, voglio credervi, soprattutto perché la mia Soph non è il genere di ragazza che farebbe qualcosa di stupido avendo un fidanzato che ama!» dichiarò baldanzosa Giorgia, con l'intento di ferire il bastardo che aveva ridotto l'amica in lacrime molti anni prima, senza però accorgersi della reazione di Sophie a quelle parole.

La mora infatti si raggelò, sentendo innumerevoli brividi freddi che le attraversarono il corpo come piccole lame taglienti. Giorgia aveva ragione, lei non era mai stata quel tipo di ragazza che cedeva facilmente a un bel sorriso, per quanto quello potesse essere il più bello che lei avesse mai visto. Iniziò a dar libero spazio a quei pensieri che aveva cercato di combattere, i quali vedevano un sentimento profondo legarla al bel bruno in una maniera di cui non se ne capacitava. Capì che ogni sua azione, compiuta per allontanarlo da sé, era mossa dal desiderio di preservarsi da una nuova sofferenza e che il suo cuore non era mai riuscito a cancellare del tutto i pochi momenti vissuti insieme a lui.

Ricordava come le era stato vicino quando gli raccontava del suo ex fedifrago e di come si fosse dimostrato un buon amico, ma più perpetue erano le ore trascorse in quella macchina. Gli ardenti baci, le passionali carezze e quel desidero che la subissava internamente, li percepiva anche in quel momento, nonostante il corpo di lui non fosse sotto il suo. Gli bastava rammentare il passato per essere travolta da quella rovente bramosia, celata per anni, ma mai obliata.

Francesco avrebbe voluto controbattere a quella bionda saccente, ma si ritrovò a mordersi la lingua per la seconda volta. Guardò con la coda degli occhi la ragazza alla sua sinistra, notando l'espressione rammaricata sul suo viso, credendo che fosse pentita di quel avvicinamento creatosi naturalmente; non immaginava che lei stesse finalmente prendendo atto dei suoi sentimenti e ne fosse terrorizzata.

«Penso che sia ora di andare!» affermò Matteo, notando l'aria tesa che aleggiava in quelle quattro mura.
«Tu che fai?» domandò infine rivolgendosi al bruno, dandogli una mano a evadere da quella situazione scomoda.

Nuova OssessioneWhere stories live. Discover now