Capitolo 50 - Scacco matto (Parte 4)

273 41 171
                                    

Dopo il pomeriggio rilassante nella spa, le ragazze rientrarono nelle loro stanze per prepararsi alla lunga serata all'insegna del divertimento. Sophie aveva perso ogni suo entusiasmo, dopo quelle terribili rivelazioni; avrebbe voluto chiudersi in quella camera, rifugiarsi sotto le lenzuola bianche di quel grande letto matrimoniale e versare tutte le sue lacrime. Si era fidata, ancora una volta, di Francesco e lui se ne era approfittato. Quello che cercava era un ripiego e, inconsciamente, lei glielo aveva dato, innamorandosi perdutamente di lui. Aveva promesso ad Anais di non far parola con lui di quello che aveva scoperto, ma se ne pentì subito dopo, perché quello che avrebbe desiderato fare, una volta tornata a casa, sarebbe stato gridargli addosso tutta la sua frustrazione, sentirsi dire che nulla di quello che le aveva detto Any era vero, perché lui amava solamente lei.

Giorgia, uscita dal bagno in quel momento, osservò l'amica, ancora avvolta nell'accappatoio, sdraiata a pancia in su a fissare il rilevatore antincendio, posizionato proprio sopra la sua testa. Notò un velo di tristezza nei suoi occhi, riconducibile senza alcun dubbio alla chiacchierata avuta poc'anzi con Anais.
«Soph, il bagno è libero, se vuoi farti la doccia.» Non ricevette alcuna risposta. La mora non mosse un muscolo, era troppo persa nei suoi pensieri per accorgersi di quello che le succedeva attorno. Solo il leggero scossone, ricevuto dall'amica che si era seduta accanto a lei, la fece ridestare.
«Mi spieghi cosa è successo? Perché sei diventata improvvisamente triste?»

Sophie si voltò per incontrare il suo sguardo. Il verde di quelle iridi era così simile al suo, con quella leggera striatura dorata intorno alla pupilla, che le ricordava un campo di splendidi girasoli; in quegli occhi leggeva l'enorme affetto che Giorgia provava nei suoi confronti, nel suo sorriso, appena accennato, trovò la solidarietà che le serviva. Aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi, così, senza nemmeno accorgersene, scoppiò in un pianto liberatorio, gettando le braccia al collo dell'amica, in cerca di conforto.
La bionda non si aspettava quell'improvviso urto, perciò faticò non poco a sostenersi, ma poi ricambiò l'abbraccio, restando in silenzio. Ascoltò i suoi singulti irregolari per diversi minuti, mentre le accarezzava i capelli, neri come il manto di un corvo, i quali ricadevano morbidi sul bianco immacolato dell'accappatoio, facendolo sembrare sporco.

Quando sentì gli spasmi interrompersi, e il respiro le tornò regolare, si scostò di qualche centimetro per poterla guardare in faccia. I suoi splendidi occhi, solitamente così luminosi e allegri, erano gonfi e arrossati; il suo viso sembrava invecchiato, mostrando tutta la sua preoccupazione e la sofferenza.
«Ti senti meglio?» le domandò in un sussurro, per poi baciarle la fronte.
Sophie si strofinò la mano sul viso, asciugandosi le lacrime che le erano cadute copiosamente, rispondendo di sì con un leggero cenno del capo.
«Mi vuoi dire cosa è successo o preferisci non parlarne?»

Sophie si strinse le mani e le posò sulle gambe, prese un profondo respiro e, tenendo lo sguardo basso, iniziò a raccontarle quello che le aveva confessato Anais qualche ora prima.
Giorgia non poteva credere a quelle parole, non le sembrava possibile che Francesco avesse finto così bene negli ultimi mesi e che Matteo gli avesse retto il gioco; lui stesso le aveva assicurato che i sentimenti dell'amico fossero sinceri, quando lei più volte glielo aveva domandato, preoccupata per la sua Sophie.

«C'è qualcosa che non mi torna, Soph! Perché raccontarti quei dettagli, mostrarti i messaggi e poi chiederti di fare finta di nulla: sarebbe potuta restare in silenzio e non farti venire tutte queste paranoie, se a lei, effettivamente, non le interessasse stare con lui.»
Giorgia si portò il pollice alla bocca, incastrando l'unghia tra i denti, un vizio che aveva quando rifletteva su qualcosa.

«Ho insistito io perché parlasse, lei all'inizio non voleva dirmi nulla» ribattè Sophie, facendo ciondolare i piedi dal materasso.

«Poteva restare vaga, invece è entrata proprio nel dettaglio, come se si fosse studiata prima il tutto... non lo so, non mi convince! Per me dovresti chiedere a Veronica se è vero.»
Giorgia si alzò, avvicinandosi all'armadio per estrarre la biancheria e gli indumenti per la serata: una canotta bianca e una gonna a pieghe marrone con i fiori bianchi.

Nuova OssessioneWhere stories live. Discover now