19. Sei qui per lei?

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«Non voglio pensare al poverino che ti stai immaginando di colpire al posto di quel sacco.»

Federico si girò verso la voce alle sue spalle, che aveva riconosciuto subito come quella di Andrea.

«Meglio che non te lo dica» sorrise.

«Non è che per caso sono io?» gli domandò il difensore, portandosi una mano al petto.

Federico scoppiò a ridere, negando con la testa.

«Meno male - sospirò sollevato -, perché sei davvero bravo.»

«È tanto che sei qui?»

Dissentì, «Stavo uscendo, Giorgio mi ha detto che quasi sicuramente eri qui» gli spiegò, guardandolo intensamente negli occhi - Ascolta, Federico, forse ti sembrerò noioso, e ci sta che tu lo pensi, ma mi preme richiedertelo: è tutto a posto? Se vuoi possiamo andare a prenderci qualcosa e parliamo.»

«Ti ringrazio - disse togliendosi i guantoni e lasciandoli cadere per terra -, però è tutto a posto.»

«Va beh - si arrese l'altro -, allora io me ne vado. Ci vediamo domani.»

Federico si prese la testa tra le mani, scombinandosi i capelli e poi riportandoli indietro con noncuranza.

«Andre, aspetta! - lo richiamò e il difensore tornò a voltarsi, con un sorriso disegnato sulle labbra - Forse una birra non farebbe male» disse stringendosi nelle spalle.

Parlarne con qualcuno non poteva che fargli bene, almeno si sarebbe tolto un peso di dosso.

Il sorriso di Barzagli si allargò, «Vatti a fare una doccia, ti aspetto nel parcheggio!»

Mezz'ora dopo erano seduti uno di fronte all'altro ad un tavolino del bar che aveva scelto Andrea, con due birre davanti.

Avevano preso quello più in disparte, per avere maggior privacy e poter parlare tranquillamente.

«Certo che estorcere una parola a te è davvero faticoso» commentò scherzosamente il numero quindici.

Federico alzò lo sguardo dalla bottiglia che teneva tra le mani e gli sorrise.

«È complicato - prese un sorso di birra mentre Andrea continuava ad aspettare pazientemente che iniziasse a parlare. Sospirò, non sapeva seriamente da dove incominciare - Hai presente Alice?»

«Alice? Quella bella ragazza che lavora per il presidente?»

Federico sorrise, non si sbagliava quando diceva che piaceva a tutti.

«Ci siamo conosciuti a Firenze, tre anni fa ormai. Siamo stati insieme due anni.»

A volte gli sembrava che quei due anni se li fosse solo immaginati nella sua testa, che non erano mai esistiti nella realtà.

«Perché ti ha lasciato?»

«Come fai a sapere che è stata lei a farlo?» domandò alzano le sopracciglia.

«Perché, dalla tua espressione da cane bastonato, capisco che se dipendesse da te ora saresti con lei invece che a bere birra con questo vecchio» rispose indicandosi con le mani.

Nonostante tutto Federico riuscì a sorridere.

«Che cos'hai combinato?»

Prese un respiro profondo, cercando di riordinare tutto il mare di parole che erano rinchiuse dentro alla sua testa.

«Sono andato a letto con un'altra - Barzagli aprì la bocca, ma la richiuse subito dopo, preferendo non interromperlo - Prima di andare in ritiro, una sera sono uscito con alcuni dei ragazzi della squadra. Siamo andati in una discoteca di Firenze. Tutto quello che ricordo di quella notte è che ho bevuto troppo, dopo ho avuto come un… blackout. La mattina mi sono svegliato in una camera che non conoscevo, a letto con una ragazza che non era Alice» fece una pausa, la voce si gli era incrinata.

Potremmo ritornareWhere stories live. Discover now