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È l'ultima serata in cui Anne e George saranno in transferta, ma a me non fá nè caldo, nè freddo.

Abigail ha deciso di non parlarmi più, e Grace anche.
Cosa ho fatto di male per meritarmi tanta ipocrisia?

Ho passato una settimana orribile a scuola, esterniata da tutti.
Ringrazio vivamente Liam, che mi ha tirata sù di morale venendomi a parlare durante l'intervallo mentre venivo snobbata.

Non capisco ancora cosa ho fatto di tanto sbagliato per essere trattata così in malomodo.

Harry si è trasferito, lo becco ogni tanto a scuola, ma non parliamo, ci lanciamo semplicemente qualche sguardo complice qua e là.

È una serata davvero smorta, e al piano di sotto regnano gli schiamazzi di Abby e Alex.

Voglio fare qualcosa per ammazzare la noia, e mi sorge subito un'idea.

La stanza di Harry.
Sará vuota? O ci saranno ancora tutti i suoi libri?

Non mi resta che vedere...
Esco dalla porta della mia stanza in punta dei piedi, come per non destare sospetti, nonostante in casa ci sia solo io, e quei due.

Percorro pochi centimetri di parquet prima di essere davanti alla porta chiusa della camera da letto.

Appoggio furtivamente la mano sulla maniglia, ragionando sul fatto che non è del tutto lecito.

Scaccio i pensieri e abbasso la maniglia, che con uno scricchiolio, mi dà l'accesso all'entrata della stanza cupa e tetra.

Chiudo la porta di fronte a me.
Mi ritrovo davanti alla libreria, stracolma di libri di letteratura.

Mancano una serie di libri che prima c'erano, e manca anche il libro che era appoggiato a Natale sul letto di Harry.
Come dimenticare l'aspetto di quel libro.
Era in pelle, di un marrone scuro, chiuso accuratamente da una fessura e un bottoncino.

Sfioro i libri depositati su questa grande mensola, sentendo al tatto le copertine lisce.
Afferro 'Il ritratto di Dorian Grey', uno dei miei libri preferiti...

Leggiamo gli stessi libri senza nemmeno saperlo.
Apro il libro, leggendone attentamente il primo pezzo di prologo.

Sento uno schiarimento di voce.
Sussulto impulsivamente.
Rimetto subito il libro al suo posto, e mi giro.

"Oh, che ci fai qui?" Domando ad Harry con una voce stridula e ansiosa, mentre mi scruta con uno sguardo pungente.
Ha tra le mani uno scatolone vuoto, molto probabilmente la sua presenza c'entra con il trasloco.

"Potrei farti la stessa domanda" mi fa notare ridacchiando.
Gli sorrido compiaciuta.
"Scusami, so che odi le persone che entrano nella tua stanza" mi mordicchio il labbro.
"Allora perché ci sei entrata fottendotene altamente?" Mi chiede corrugando la fronte, ma senza risultare arrabbiato.

"Scusami, vado via subito" gli dico desolata.
"Basta scenette, piuttosto, aiutami a riporre la roba nella scatola" mi ordina con un tono divertito.
Abbozzo un sorriso tra me e me.

Si avvicina a me e appoggia lo scatolone sulla scrivania.
Lo osservo afferrare un paio di libri e metterli accuratamente nella scatola.
Ha una mascella affermata, e i muscoli delle braccia tatuate molto scolpiti.

"Ti ho chiesto aiuto, non di fare la bella statuina che mi guarda lavorare" mi rimprovera scherzosamente, accennando un sorriso che gli fa spuntare una pronunciata fossetta sulla guancia.
Adorabile, gliela toccherei.

Scuoto la testa per abbandonare i miei pensieri e iniziare ad aiutare l'alto ragazzo dai capelli ricci che ho affianco.
Inizio con l'afferrare proprio il mio libro preferito.

Hellish Love Where stories live. Discover now