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'E continuo a pensare a te'

Il messaggio di Liam parla chiaro.
Ha interpretato male ciò che non dovevo fare.

Ma chi non lo capirebbe male?
Mi sono comportata da vera stronza... si vede che essendo circondata da quell'insopportabile di Harry è inevitabile non diventarlo.

E finché non mi arrivasse il messaggio di Liam, francamente, pensavo a ciò che mi ha sussurrato Harry prima di andarsene.
Cosa intendeva? Mi vuole fare del male?
Ovvio che sì... altrimenti cosa poteva intendere?

Non è che lo attraggo? Ma che dico... mi ha dato della cessa, per quello non siamo amici, perché sono sfigata e brutta.
Non dovrei nemmeno dare peso a certe parole, ma ha ragione.

Non so ancora perché gli dia retta, il suo cervello è solo fatto di pene e cannabis.
Non ha molto senso, ma okay.

La sua frase d'effetto non mi ha fatto nè caldo e né freddo, eppure ci sto pensando.
Sento bussare alla porta e immediatamente i miei pensieri abbandonano il mio stato di trance e torno alla realtà.
Schiarisco la voce.

"Avanti" dico con un tono interrogativo.
"Ehi, ciao... sono appena tornata da lavoro, e mi chiedevo, prima di recuperare Matt se ti andava di fare due chiacchiere" mi dice Anne sulla soglia della porta.
Le sorrido.

Con il fatto che lei e suo marito lavorino sempre, li vedo poco, come vedo poco Matthew, che è sempre all'asilo e poi dalla babysitter.

Il weekend facciamo sempre qualcosa in famiglia, come un'uscita fuori, ma di certo non parliamo di argomenti seri.
"Accomodati, Anne" la invito ad entrare.
"Beh... come ti trovi qui?" Mi chiede con un fare impacciato.

"Niente male, davvero!" Le rispondo con gratitudine.
"Ne sono lieta... comunque volevo ringraziarti, ho saputo che aiuti Harry con la scuola" mi ringrazia.

"In realtà, non l'ho deciso io, ma sono comunque contenta di fare qualcosa di appagante" dico con tutta onestà.
Ridacchia.

"Vorrei chiederti scusa per il disagio che ci crea Edward, ehm Harry, intendevo... comunque mi scuso per il suo comportamento da lunatico e bipolare, ma a febbraio farà diciotto anni e potrà finalmente fare quello che gli pare, partendo da lasciare questa casa" mi avvisa come per tranquillizzarmi.

"Non ce n'era bisogno, Anne, non mi dá fastidio la sua presenza, è solo da non seguire... per il resto me la cavo" questa volta sono io a dirle parole di conforto.
"Bene, Charlotte... mi è piaciuto parlare con te, ora vado a recuperare Matt, ci rivediamo per cena" mi saluta velocemente.

Accenno un sorriso, e lascia la stanza.
Che strano, come se Harry non facesse già tutto quello che vuole... forse l'unica cosa che gli manca è proprio una casa.
****

Devo dirgli tutto.
Devo farlo.
Non posso lasciarlo così sulle spine, o si farà delle strane idee.

Voglio chiuderla qui... nonostante non sia così facile.
Non mi è mai capitato di rifiutare un ragazzo, ma purtroppo oggi devo puntualizzare delle cose.
Raggiungo Liam, che è appoggiato al muro del corridoio.

"Hey" lo saluto ansiosamente.
"Che hai, Charlie?" Mi chiede inarcando le sopracciglia.
"Dovrei parlarti" dico deglutendo.
"Sputa il rospo" dice con noncuranza.
"Per quello che è successo ieri..."

"Non c'è problema, Charlie, ho capito" mi interrompe consapevole.
"Oh, okay... allora è tutto più chiaro" gli dico sforzando un falso sorriso.
"Ti aspetterò, perché è giusto così, quando sarai pronta, lo sarò anche io... non voglio commettere lo stesso errore delle settimane scorse"

È troppo dolce e apprensivo...
Aspetta...
"Temo che non abbia capito" gli dico abbassando lo sguardo.
"Io... io non voglio niente con te all'infuori dell'amicizia" ammetto tutta d'un fiato.
Mi guarda come se gli fosse crollato il mondo addosso.

"Liam, non volevo ferirti" gli dico con la voce spezzata.
"Lo dite in tante, ma poi riuscite a ferirmi lo stesso" dice scuotendo la testa istericamente.
"Non so che dire oltre a chuederti innumerevoli scuse per l'equivoco" gli dico desolata.

"Non era un malinteso, Charlie. Hai fatto tutto tu. Mi hai illuso. Preferisco non avere a che fare con te per un po'" dice lasciandomi sola.

Ha ragione.
Faccio schifo.
Crollo in un pianto emotivo.

Per non farmi vedere, entro nel bagno delle ragazze.
Entro in un box bagno sedendomi sulla tavoletta chiusa.

Singhiozzo asciugandomi le lacrime.
Esco dal bagno, ma inciampo contro qualcosa e mi ritrovo distesa a pancia in giù.

"Ahi" impreco tra me e me.
"Oh, mi dispiace... ora dovrò buttare queste scarpe, siccome ti ho toccata" dice schifata Tricia.

Allora è stata lei.
"Mi spieghi perché lo hai fatto?" Le chiedo confusa, alzandomi in piedi e gemendo dal dolore.

"Mi andava" dice scrollando le spalle.
La guardo male per poi andarmene senza rivolgerle più parola per mettere fine a questo scempio.

È patetica, mi sta troppo antipatica.
Entro nell'aula dove oggi per giunta devo vedermi con Harry cazzuto Styles.
Ricomincio a piangere per la perdita di fiducia di Liam e per la caduta che mi ha fatto fare di proposito Tricia.

"Che ti prende, Charls? È il ciclo" mi domanda Harry corrugando la fronte.
"No" dico tremolante.
"Smettila di frignare, facciamo qualcosa di produttivo" mi provoca.

Ma era una affermazione piuttosto maliziosa, o penso sempre male?
"Basta, Harry. Oggi proprio no. Mi arrendo, sei più stronzo tu" dico ricominciando a piangere.

"Charls, piantala, non ti abbraccerò" dice alzando le mani in segno di resa.
"Ma pensi davvero che abbia fatto una messinscena per un tuo stupido abbraccio?"

Dico piangendo ancora più forte di prima.
Si avvicina a me, abbassandomi al mio livello.
Mi prende il viso e lo alza fino a guardarmi negli occhi.

Oggi non posso vedere i suoi occhi malvagi grazie alla mia vista appannata dalle lacrime versate.

Rabbrividisco al suo tocco, ritraendomi.
"Non devi avere paura di me" mi dice per poi lasciare ricadere verso il basso il mio viso e lasciando l'aula.

~~~~
Ciao! Che atteggiamenti strani da parte di tutti! Poco da dire, siete dalla parte di Liam o della confusa Charlie... una domanda, chi vi piace particolarmente come personaggio in questa storia? Votate e commentate! Alla prossima

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