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"Portami in questo posto felice"
"Bene" mi dice soddisfatto rifacendo partire la macchina.

"Perché hai paura di me?" Domanda come se non sapesse già la risposta.

"Non é paura, Harry. Sei solo inavvicinabile, meschino, senza cuore, prepotente e chi più ne ha più ne metta" dico onestamente con una punta di sarcasmo nella voce.

"Ma con te non sono come con gli altri... non mi sembra di comportarmi male come il solito, nel senso che so che sei fragile" mi spiega cercando di trovare le parole giuste.

È la prima volta che lo trovo spiazzato ed insicuro su ciò che deve affermare.

Ció che ha appena detto mi lascia un minimo d'emozione, nonostante non mi tratti poi così bene, ma è vero che sta cambiando nei miei confronti.

Io capisco lui, lui capisce me.

"Beh, devi ancora lavorarci" gli consiglio con dolcezza.

"Hai ragione, Charls. Ma non ti chiederò scusa, in fondo io e te-"

"Io e te non siamo amici" lo interrompo continuando la sua solitissima frase a macchinetta.

"Intesi" conferma fiero.

"Come mai ce l'hai tanto con la tua famiglia?" Spezzo il silenzio che si stava per creare nell'autovettura.

"Non siamo amici, e non lo dico nemmeno agli amici" torna ad essere apatico, e in queste parole non traspare un minimo d'animo.

Mi sento in dovere di rassicurarlo per non rovinare questo momento perché poi deve portarmi in questo posto che non so cosa sia.
Gli tocco la spalla dicendo:
"Non ti preoccupare... capisco" gli dico.

"Okay, Charls... non c'è bisogno che mi tocchi" dice disgustato dalla mia bontà.
Levo immediatamente la mano diventando subito un pezzo di ghiaccio.

Arrossisco per la figuraccia.
Sembra che la mia timidezza gli faccia da calamita, ogni volta che divento rossa lui si gira verso di me.
Infatti, si rivolge a me.
"Diventi spesso un peperone" dice ironicamente.
"Volgi lo sguardo verso la strada" dico fingendo di piagnucolare e coprendomi la faccia con le mani.

"Arrivati" dice spegnendo il motore.

"Ma... ti rendi conto che è tutto... bosco?" Gli faccio notare assottigliando gli occhi perplessamente.
Mi guardo un po' in giro, ed effettivamente, è tutto verde.

"Seguimi" mi incita iniziando ad avviarsi all'interno di questa strana foresta.

"No... Harry non ce la faccio" dico impaurita.
Ho sempre avuto ansia di certi tipi di avventure.

Si gira, mi guarda teneramente mi raggiunge per quei metri che ci dividevano, allungando la mano, che afferro senza esitare.

"Va meglio?" Chiede guardandomi negli occhi.
Annuisco.
Così, con le mani intrecciate, mi conduce da qualche parte in mezzo alla natura.

Camminiamo per un po', e mi trovo davati a un passaggio di legno adornato da maestosissimi alberi.
È veramente uno spettacolo, se non ci fossero tutti questi insetti sarebbe anche meglio ma non posso fare la schizzinosa.

"Com'è?" Mi chiede guardandosi attorno.
Lo trovo entusiasta e forse meno nostalgico.

"Bello... spettacolare. Come mai ti piace qui?" Gli chiedo.

Ammetto che quando mi ha detto 'il mio posto felice' pensavo fosse un laghetto, una spiaggia... tutto meno che questo.

"Qui faccio i miei pensieri e mi sento libero... ovviamente, tutto ciò che condividiamo, è fra noi" esprime se stesso in poche parole, lui che non parla mai in confidenza, si sta aprendo con piccole cose e ne sono onorata.
"Non lo dirò a nessuno, Harry" gli dico tranquillamente.

Si siede in mezzo a questo passaggio, appoggiandosi alla staccionata che funge da ringhiera.
Così faccio anche io.

Per un po' stiamo in silenzio.
****
Sento i miei capelli essere sfiorati, così spalanco gli occhi in preda al panico.
Trovo sopra di me la faccia divertita di Harry.
Sono sdraiata con la testa sulle sue gambe.

"Oddio, scusami" gli chiedo perdono alzandomi di colpo e ovviamente scontrado la mia testa contro il suo mento.

Scoppiamo a ridere.
Ora so anche come è fatta la sua risata, in un giorno mi ha reso speciale, perché penso di essere l'unica dopo tanto tempo in grado di averlo fatto ridere giusto un po'.

"Vedi che è tranquillo? Ora torniamo a casa, dai" mi dice ricomponendosi.
****
È sera tardi, effettivamente questo bosco distava due ore di strada e in più c'era traffico al ritorno.
"Certo che con tutti i boschi che c'erano proprio uno così lontano?"
"Stai zitta"

Tiro fuori dallo zaino il mio mazzo di chiavi aprendo la porta.
Io e Harry ci troviamo di fronte alle facce preoccupate di Anne con in braccio Matthew, in più anche quelle di George e Abby.
Deglutisco.
Harry mi sposta per andarsene in camera, senza nemmeno dire nulla.

"Mi hai fatto prendere un colpo, Charlie" dice Anne ancora tremolante.

"Abbiamo fatto ripetizioni e poi era tardi e abbiamo deciso di mangiare al sushi" mi invento una scusa plausibile.

"Ah, wow... sono contenta che stiate legando" dice sollevata.

Sorrido andando in camera.
"Buonanotte"

Dietro di me ho Abby che mi segue.
"Hey!" Urlacchia con una voce sottile.
Apro la porta della stanza e lascio entrare anche lei.

Mi siedo sul letto e scoppio a ridere.
"Beh?" Mi chiede ridendo Abby squillante.
"Cosa?"
"Cosa è successo con lui?"
"Ma cosa hai capito? Nulla!"
"Mh, ne riparleremo... notte"
"Buonanotte a te"
Che sonno.
Lascio che Abby chiuda la porta per poi distendermi nel letto.

Ripenso a tutti i sorrisi di oggi e alla tenerezza di Harry oscurata da una maschera...
Chissà, che magari prima o poi, questa maschera gliela tolgo.
~~~~~
Capitolo che mi è piaciuto molto, spero pensiate lo stesso!
Al prossimo aggiornamento, fatemi sapere come sempre cosa ne pensate e come credete continui l'andamento della storia!!

Hellish Love Where stories live. Discover now