Spengo le candele una dopo l'altra, lasciandone solo una accesa su un candelabro che porto con me al piano di sopra.

Cammino velocemente.

Per quanto qui dentro io sia al sicuro, temo il buio: uno degli effetti spiacevoli della guerra.

Solo quando entro in camera sua e accendo il camino, lentamente inizio a rilassarmi.

Poggio il candelabro sul comodino e inizio a cambiarmi.

Una volta finito, mi metto a letto e spengo la candela, lasciando che l'unica illuminazione sia quella proveniente del fuoco.

Mi stringo la coperta addosso, accoccolandomi meglio sul cuscino. Il suo odore mi invade le narici immediatamente e mi rilasso.

Chiudo gli occhi e le tenebre si impossessano immediatamente di me.


Quando li riapro eccomi qui. Nello stesso punto in cui è comparso il serpente. Mi rialzo in piedi velocemente e mi giro per capire dove possa essere lui.

Ma quello che vedo mi lascia scioccata.

E' ancora lì.

Disteso davanti il camino, con la mia coperta addosso e sta dormendo.

Ha la testa girata verso le fiamme, quindi non riesco a vederlo in viso.

Avverto lo stomaco stringersi e la paura mi pervade, mentre mi avvicino velocemente.

E se fosse...

No... No... Siamo nel limbo no?

Qui lui è ancora vivo... E' legato a me... Quindi non può... Non può essere...

Mi inginocchio preoccupata al suo fianco, esattamente dov'ero quando mi sono dovuta allontanare e ciò che sento mi rassicura immediatamente: sta respirando.

Mi allungo leggermente e noto la sua espressione ancora più rilassata.

La bocca leggermente aperta.

E non posso impedirmi di ripensare a quel bambino di sei anni che ho visto nei suoi ricordi.

Vederlo così, abbandonato al sonno, vinto dalla stanchezza e provato dalle emozioni, mi ricorda proprio quel bambino innocente che era.

Chiudo gli occhi, per calmarmi.

E' ancora con me.

E' ancora con me.

Quando li riapro, sorrido leggermente, intenerita.

Mi porto i capelli dietro le orecchie, dopodichè mi riavvicino a lui, abbassandomi leggermente.

Gli scosto dei ciuffi dalla fronte, ormai asciutti, con delicatezza, ma per quanto vorrei svegliarlo, non oso farlo.

E' giusto che riposi.

Vorrei distendermi accanto a lui e abbracciarlo, ma non posso.

Motivo per cui, con un po' di dispiacere, mi alzo ancora una volta e mi avvicino al camino, o meglio, all'angolo accanto al camino, dove lo vidi addormentato la prima volta.

Mi siedo li, poggiando la testa al muro e osservandolo.

Sorrido un'ultima volta.

Posso aspettare che si svegli.

Si, posso davvero farlo.

Mi porto le gambe al petto e le circondo con le braccia.

Lumos - Nihil est ut videtur | Dramione (COMPLETATA) #Wattys2018Where stories live. Discover now