Capitolo 43

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Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire

Jim Morrison


-Devi dirglielo! Ti prego Blaise! Non voglio che sospetti di Ginny!-

-Granger ora basta!-

-Non la smetterò fin quando non mi dirai che gliel'hai detto! So che è difficile...E' sua sorella, ma deve sapere la verità!-

-Granger smettila!-

-No! Non capisci? Non è solo per Ginny!-

E' mattino finalmente. Tra poco tornerò a casa, ma per adesso la mia attenzione è tutta rivolta a Blaise.

Ieri sera, dopo le mie ultime parole, è uscito dalla stanza senza dire altro e stamattina ha evitato accuratamente di tornare, motivo per cui alla fine, stanca di aspettare, ho deciso di scendere io stessa in cucina per capire che fine avesse fatto.

Per fortuna l'ho trovato qui da solo: Astoria era andata via da poco. Così ho potuto fermarlo prima che sparisse.

E adesso, com'era prevedibile, stiamo discutendo sul da farsi.

Possibile che sia così cocciuto?

Possibile che non capisca i rischi che stiamo correndo tutti?

Mi guarda ancora una volta, fulminandomi con lo sguardo.

- E' pericoloso anche per la famiglia di Malfoy e per te- continuo, ignorandolo, ma la sua espressione si trasforma, facendosi dubbiosa. Così mi spiego:

-Daphne potrebbe chiedere informazioni ad Astoria-

Lo vedo incupirsi maggiormente: -Non può dirgli dove sono-

-Ma potrebbe dirgli che tu sei il custode segreto! E lo farebbe perché non sa nulla! Convinta di parlare semplicemente con sua sorella, potrebbe esporle le sue preoccupazioni su di te, se tu le hai detto qual era il movente dell'omicidio...-

Mi zittisco, lasciando che le mie parole sortiscano il loro effetto e infatti dopo qualche secondo ecco la sua reazione: le labbra si assottigliano, distoglie lo sguardo da me e allora capisco che la risposta a questa mia domanda non formulata è sicuramente affermativa.

Gliel'ha detto.

Rimane in silenzio, mentre inizia a camminare, avvicinandosi alla finestra.

-Devi dirglielo Blaise- ripeto ancora una volta.

Stringe i pugni, ma lentamente si gira e torna a guardarmi.

-No. Non lo farò-

Ecco. Ci risiamo!

-Zabini!-

-Mi stupisco davvero della tua intelligenza Granger!-

-Non criticarmi!- dico sbattendo una mano sul tavolo e alzandomi in piedi. La rabbia mi pervade improvvisamente e non riesco a trattenermi –Io ho visto tutto! TUTTO! Quello che lui ti ha raccontato, io l'ho visto e vissuto come se fossi stata là! COME SE AVESSE TORTURATO ME E NON LUI! QUINDI SMETTILA!-

La mia voce è intrisa di rabbia e purtroppo non riesco a trattenermi dal gridare –Non cercare di giustificarla. Ricordati ciò che mi ha fatto!-

La mia mano si poggia sullo stomaco, lì dove una cicatrice giace ormai da giorni, unico segno della morte che è venuta a bussare alla mia porta e a cui per fortuna non ho aperto.

Lumos - Nihil est ut videtur | Dramione (COMPLETATA) #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora