Epilogo

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Sto trascrivendo al computer un articolo su consigli per le vacanze di natale, visto che il prossimo numero è incentrato su questo. Ma nel mentre mi sento strana, la testa girare e avevo delle doglie fortissime, ‹Tutto bene?› domanda Ruggero.
Abbasso lo sguardo sotto la mia scrivania e mio accorgo che è tutto bagnato.
‹Mi sono rotte le acque› dico
‹Che si fa?› domanda
Ma è una domanda da fare? ‹Portami in ospedale e chiama Fede› dice
Ruggero mi aiuta a farmi scendere le scale poi mi mette in macchina.
‹Sventola questo fuori› dice dandomi un fazzoletto bianco e faticosamente inizio a sventolare mentre Ruggero corre come un pazzo fino all'ospedale.
Qua mi vengono a prendere due infermiere con la carrozzina, ‹è il momento› dice il dottore
‹No, aspetta, voglio Federico› dico
‹Non risponde› dico Ruggero
‹Se non c'è Federico, io non entro› mi imputo
Le dottoresse si guardano tra di loro
‹Riprovo a chiamarlo› fa Ruggero
‹Se non risponde, entriamo per forza, lo vedrai dopo quando verrà› dice.
Fede non risponde di nuovo e così entro in sala parto assieme a Ruggero, l'ho praticamente costretto.

FEDERICO.
‹Sta venendo una bomba› dico
Stiamo provando assieme a Cristina D'Avena la canzone Che Campioni Holly e Benji, per il suo nuovo album.
Vado a prendere la mia bottiglietta d'acqua vicino al mio cellulare, dove sbloccandolo vedo cinque chiamate perse. Da Ruggero.
Prima penso chi cavolo è, poi mi ricordo che è il collega di Silvia.
Abbiamo un'ora di pausa così lo richiamo magari è importante. ‹Fede, corri Silvia è in ospedale› lui senza dire pronto
‹In ospedale?›
‹E' nato Mirko›
‹Cazzo adesso?› dico, ‹prendo Serena a scuola e vengo› e attacco, mi affaccio in sala registrazione, ‹Silvia ha partorito, vado da lei scusate› e corro via. Passo alla scuola di Serena per farla uscire prima poi insieme andiamo da Silvia in ospedale.
Qua chiedo di lei e mi indicano al terzo piano, prendiamo l'ascensore.
Arrivati vedo Ruggero seduto in sala d'attesa, ‹è dentro› dice
‹Grazie› dico prima faccio passare Serena poi chiudo la stanza
‹Ma dov'eri finito? Ti ho cercato dappertutto›
‹Scusami, avevo il telefono staccato› dice lasciandole un bacio sulle labbra.
Entra l'infermiera con in braccia mio figlio, ho il cuore che batte. ‹Ah finalmente anche il padre è arrivato› dice.
Consegna il piccolo Mirko a Silvia poi ci lascia nella nostra intimità familiare. Prendo in braccio Serena e la avvicino al fratellino. ‹Contenta del nuovo fratellino?› donando
La sua risposta è scendere dalle mie braccia ed uscire dalla stanza. ‹Che ha?› domanda
Alzo le spalle. ‹E' silenziosa da quando siamo venuti qua› dico
Prendo in braccio il piccolo Mirko, ha i miei stessi colori degli occhi.
‹Perseguitata dai colori celesti eh› dice lei.

SILVIA.
Mi fanno restare in ospedale per quasi tutta la settimana per vari controlli sia su di me che sul bambino.
Pare che abbia un piccolo leggero problema sulla respirazione, ma per fortuna che non è grave ed è solo passeggero. Ci lasciano tornare a casa solo a fine settimana.
È venerdì sera.
Mi immaginavo di passarlo solo noi quattro insieme ma invece entrando vedo tutti quanti i nostri amici e parenti. ‹Bentornati› dicono
‹Non è stata idea mia, ma delle tue amiche› dice Federico
‹Me lo immaginavo› dico guardandole sia arrabbiata ma al tempo stesso felice, facendoci che dopo scoppiamo a ridere tutte e tre.
Una alla volta vanno a far visita al piccolo Mirko e mentre sto portando i vassoi in cucina passando vedo Serena seduta triste a giocare con la sua bambola. ‹Ehi piccolina che succede?› dico
‹Tutti adesso si scordano di me› dice
Mi siedo vicino a lei. ‹No, nessuno si scorderà di te, tu sei il mio capolavoro e sarei sempre la mia preferita, la primogenita e ti vorrò sempre bene› dico
Lei mi abbraccia, ‹anch'io mamma ti voglio bene› dice poi corre dalla cugina.
Io lascio i vassoi in cucina poi vado in giardino per prendere un po' d'aria.
Vado verso l'altalena e mi siedo ad una di essa, poi osservo dalla finestra gli invitati che si ballano e mangiano quando più tardi mi raggiunge Fede. ‹Tutto bene?› domanda
Annuisco.
Federico si siede nell'altra altalena e insieme guardiamo gli invitati.
‹Chi lo avrebbe mai detto che sarai arrivata fino a dove sto adesso? Da bambina sognavo il principe azzurro con tanto di cavallo bianco e a diciott'anni ti incontro e credo che quel sogno si sia avverato, non avevi un cavallo ma un microfono› dico
Non so perché stia dicendo ciò ma ho voglia di aprirmi.
‹E grazie a te sono quella che sono adesso, una giornalista alla Vanity fair e due figli meravigliosi›dico girandomi verso di lui
‹Anche per me sei un sogno, ho sempre pensato che dovevo fidanzarmi con una ragazza famosa, che sia una cantante o attrice, ma invece sei apparsa tu, con il tuo sorriso, la tua gioia e il tuo carisma e mi hai conquistato, non avrei potuto amare nessun'altra ragazza se non te e mi hai dato due figli meravigliosi a cui stravedo›
Mi si avvicina, ‹sei la donna più fantastica e più meravigliosa che abbia mai incontrato e sono contento di essere tuo marito›
‹Io sono fiera di essere tua moglie, e amarti è stata la cosa migliore che mi potesse capitare›. 

Portarmi Con Te, Decido Io La Rotta 2 Where stories live. Discover now