Capitolo 2

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Sto facendo colazione e intanto decido di segnarmi al mio ultimo esame ma non mi fa segnare per i troppi iscritti, quindi mi tocca prenotarmi a fine novembre. Due mesi.
Così scorre anche la mia possibilità di laurearmi prima di Natale. Poi vado verso l'ufficio per fare qualche ora di tirocinio e durante il tragitto mi chiama Martina
‹Ho sempre detto che il viola ti stava benissimo› dice
Ma cosa? ‹E tu come fai a saperlo?›
‹Perché non ti volti?›
Mi volto e me lo ritrovo davanti a me, abbassiamo entrambe il telefono e come due pazze corriamo urlando. Mi è mancata tantissimo quindi alla fine opto per andare a prendere un caffè assieme a lei e non andare in ufficio, visto che tra poco che devo andare a prendere Serena all'asilo. Stamattina mi è apparsa molto felice nel volerci andare e sono contenta che si trovi bene. ‹Allora con mio fratello come va?› dico
‹Preso all'accademia militare›
‹Ah finalmente, era il suo sogno› dico
‹Si, ma è molto difficile perché non ci vediamo quasi mai, lo mandano sempre in trasferta›
‹Si infatti, è il brutto dei militari cadetti, un po' i cantanti› dico
‹Tu lo puoi capire bene› dice
Annuisco.
‹L'hai più rivisto?›
‹No, ma domenica mi vedo Benjamin, mi ha vista in giro›
‹E Serena come sta?› domanda
‹Bene, è felice e ti va di accompagnarmi a prenderla all'asilo? È qua vicino› dico
Annuisce.
Paghiamo e ci dirigiamo verso l'asilo e la vedo correre verso di noi
‹Mammina prometti che non ti arrabbi?› domanda
‹Non mi arrabbierò›
‹Ho parlato con Federico Rossi, ti ricordi il poster che ti ho fatto vedere? Quello di Benji e Fede?›
‹Si, ho capito, e dove lo avresti visto?›
Indica la trattoria dietro di me. ‹Stava mangiando, lo saluto e si è avvicinato, è stato dolcissimo›
‹Serena ti proibisco di parlarci› dico
‹Perché mamma?›
‹Perché lo decido io›
‹Lo sai che mi piacciono› dice
‹Tale madre tale figlia›
‹Martina smettila anche tu, e ho deciso che non voglio che ci parli›
‹Tanto decidi sempre tu› dice
‹Lo faccio solo per il tuo bene› dico
‹Ne parli come se fosse stati fidanzati›
‹La conversazione finisce qua, andiamo a casa› dico
Serena mette il muso fino a casa e quando entriamo corre verso la sua camera
‹Sei stata ingiusta, prima o poi dovrai rivederlo e affrontarlo›
Alzo le spalle. ‹Non ha bisogno di un padre, almeno non uno come lui› dico
‹Ma è suo diritto saperlo› dice
Nego con la testa.
‹Non voglio parlare di questo adesso, resti a cena da me?>
‹Si› dico.

Serena è chiusa in camera sua da questo pomeriggio e la apro lentamente, ‹ciao› dico e sta giocando mentre dalla radio suona Benji e Fede. ‹Ancora il muso?›
‹tanto vinci sempre tu mamma› dice
‹Sery cucciola, io lo faccio per il tuo bene, meglio non affezionarsi troppo alle persone›
‹Ma è solo un cantante, mica è il mio papà›
Le faccio un sorrisetto.
‹Serena› dico
‹Posso fare canto?› dice
‹Si, lo desidero› dico.
Mi fa un sorriso. Finalmente.
‹Domani devo portare dei cartoncini colorati›
‹Domani prima di andare passo in cartoleria e te le prendo› dico, mi alzo, ‹si è fatto tardi e la musica fino a un certo punto non si ascolta più›
‹Ma sono Benji e Fede›
‹Sempre musica e vai a lavarti i denti› dico.
Serena corre fuori dalla stanza mentre io raccolgo i fogli da terra. ‹Posso dormire con te?›
Annuisco.
Ci mettiamo tutte e due nel lettone, ‹vorrei che il mio papà fosse uguale a Federico›
‹Serena che cosa ti ho detto riguardo a papà›
‹Lo so› dice, ‹ma anche a te piacevano?›
‹Si, li seguivo quando ero adolescenti›
Erano la mia ossessione in realtà.
‹Sei andata al loro concerto?›
‹Si, una volta› dico. E da quel giorno la mia vita è praticamente cambiata per sempre.
‹Mi ti ci accompagni se ne fanno uno a Milano?›
‹Vediamo› dico, ‹però basta parlare, a dormire forza› e spengo la luce
‹Ti voglio bene mammina› dice
‹Io anche ti voglio bene› dico.


La mattina seguente vado a un cinese vicinoall'asilo nido a prendere questi cartoncini che Serena mi ha chiesto. ‹Lidesidera colorati?›
‹Si, grazie›
‹Glieli prendo subito› e si allontana.
Mentre aspetto giocherellando con la penna sul bancone vedo entrare qualcuno difamigliare ma ho tempo di vederlo bene perché ritorna il commesso, ‹eccole alei›
‹Grazie› dico, pago ed esco ma prima mi giro verso il ragazzo ma è andato via.



FEDERICO.
Mi si è rotto il cavetto dell'iphone e quindi prima di andare alla Warner vadoin un cinese a prenderlo uno nuovo.  ‹Di qua, mi segua› dice
Lo seguo ma giungendo alla fine del reparto vicino alla cassa vedo una ragazzain attesa. Ha si qualcosa di familiare. ‹Il suo cavetto›
‹Grazie› dico.
Mi giro per andare verso la cassa per pagare ma della ragazza non c'è più traccia    

Portarmi Con Te, Decido Io La Rotta 2 Where stories live. Discover now