Capitolo 55

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‹Dai un po' di movimento› dice Emanuela mentre si scatenava in pista da ballo.
Siamo in un locale abbastanza chic di Milano, io, Fede, Sara e Benji mentre Serena è con mio fratello e la sua cuginetta. ‹Ma è normale se ti dico che questa Emanuela non mi sta molto simpatica› mi dice Sara quando i ragazzi si sono un attimo allontanati
‹No, anche a me all'inizio non stava tanto simpatica, ero la sua prima nemica›
‹Perché?›
‹Uh tantissime cose, molte anche idiote e poi anche per via di Federico›
‹Lei è stata sua ex?› domanda
‹Certo, anche di Benjamin, anch'io lo ammetto ma noi due non possiamo altro che essere amici›
‹Sei perdonata, io anche sono stata ex di Fede›
Si avvicinano due ragazzi dall'aria superiore e di essere i migliori, dei gran conquistatori. Decisamente hanno sbagliato persone.
‹Ehi che ci fanno due belle ragazze tutte sole›
‹In realtà non siamo sole...i nostri fidanzati stanno un attimo al bagno› dico indicando la porta del bagno
‹Noi possiamo essere molto meglio dei vostri ragazzi, soprattutto a letto› dice uno di loro
Li guardiamo poi ci guardiamo tra di noi. ‹Sapete cantare? Suonare una chitarra?›
Loro ci guardano senza capire, evidentemente si aspettavano di tutto tranne che gli chiedevamo questo quando finalmente si avvicinano i nostri ragazzi
‹Succede qualcosa qua?› dice Fede cingendomi la vita come per marcare il suo territorio e Benjamin fa la stessa cosa con Sara
‹Adesso abbiamo capito, mica possiamo competere con questi due cantanti com'è che si chiamavano?›
‹Mi pare Olly & Benji› fa l'altro
Li stavano solo sfidando.
‹Lasciali parlare› sussurro a Fede, pronto spaccargli la faccia come è solito risolvere le situazioni. A toglierci da queste situazioni ci pensano un gruppetto di ragazze, molto probabilmente loro fan
‹Intanto però loro hanno tante ragazze che gli vanno dietro›
Posso confermarlo.
‹Mentre voi no, sfigati›
I ragazzi ci squadrano poi se ne vanno senza dire nulla, con i loro passi da strafottenti
‹Grazie› dico
Abbiamo solo detto la verità› dice una di loro
Sorridiamo e loro si congedano.
Ritorna Emanuela un po' brilla, ‹che è successo?› dice
‹Si è fatto tardi, meglio andare› dico
‹Ma è solo mezzanotte›
‹Appunto, domani abbiamo da lavorare› dico
Emanuela sbuffa, ‹che sorellastra seria› dice prendendo un altro cocktail ma io glielo tolgo dalle mani
‹Hai bevuto abbastanza› dico
Con l'aiuto di Fede riesco a portarla fuori poi la accompagno a casa mia, per fortuna che ho con le chiavi del cancello, ‹dritto a letto› dico.
Sarà l'effetto mamma che sono adesso.
‹Si signora› dice cercando di mettersi in riga ma barcolla.
Quando Emanuela entra nel cancello, attendiamo che si chiede per andare nella nostra casa, dove già da dentro all'ascensore ci lasciamo andare dalla passione.
‹Hai daffare qualcosa domani?› domanda Fede prima di addormentarsi
‹Ho la visita dal ginecologo› dico
‹Perché è un maschio?›
‹Si, qualche problema›
‹Domani ti accompagno allora›
Alzo gli occhi al cielo, ‹mi piaci quando sei geloso, mi fai sentire amata› dico girandomi verso di lui per baciarlo
‹Così poi dopo andiamo a prendere il vestito per Serena› dice
‹Mancano solo due giorni al nostro giorno, non vedo l'ora› dico
‹Anch'io non vedo l'ora› dice.
Ci baciamo di nuovo mentre Fede si allunga per spegnere la luce.


‹Si, è proprio un bel maschietto› ci annuncia il dottore
Mi dà uno fazzoletto per farmi pulire mentre va con Fede nell'altra stanza, non sento quello che dicono perché parlano troppo a bassa voce. Mi metto velocemente la gonna e li raggiungo. ‹Che succede?› dico
‹Stavamo solo parlando, il dottore è un fan di Cremonini›
‹Hai trovato qualcuno con cui andare al suo concerto›
‹Perché non mi accompagneresti tu?› domanda
‹Non è il mio genere lo sai› dico.
Il dottore ci guarda sorridendo, poi ci congeda lasciandoci il foglio dell'ecografia.
Andiamo a mangiare qualcosa, Fede voleva andare in una semplice pizzeria vicino ad un liceo. ‹Proprio l'orario di punta quando escono le ragazzine, non vorrai rovinarti il pranzo› dico
‹Non ci avevo pensato› dice
Così andiamo in una trattoria discreta e non tanto affollata, mangiamo tranquillamente poi andiamo a prendere Serena a scuola. ‹Andiamo a prendere il vestito?› domando
‹Si› dice
Così andiamo nel primo negozio di vestiti eleganti che incontriamo, anche perché non avevamo possibilità di scelta, Serena si è precipitata dentro.
‹Voglio un vestito rosa, da principessa› dice
‹Serena prima di tutto non si dice voglio› dico.
Andiamo al reparto infondo al negozio, dove sono esposti i vestiti per i bambini e prova almeno quattro vestiti ma niente che la convinceva. ‹Avete bisogno di una mano?› dice una commessa sbattendo le ciglia alla vista di Fede, alzo lo sguardo
‹In realtà si, avreste un vestitino rosa?› domando
‹Rosa abbiamo lo stesso modello di quel vestito ma viene a costare di più›
Come se avessimo problema di soldi noi.
‹Non importa›
‹Glielo porto subito allora› dice senza però non aver sbattuto le ciglia a Fede
‹Poi dici che non è vero...hai visto che effetto fai alle donne? È frustante per me vederle andare in estasi›
‹E' solo per il bel faccino› dice
La signorina torna con il vestito che consegno a Serena e quando esce è felice, ‹mi piace, voglio questo›
Chissà perché ma me lo immaginavo. ‹Vada per questo› dico.
Ovviamente paga Fede, neanche mi fa avvicinare alla cassa. ‹Merenda?› domanda Fede
‹Si ma solo se pago io› dico
‹Silvia, sai che lo faccio con piacere› dice
‹Si, ma non piace, posso permettermelo anch'io, lavoro al Vanity Fair adesso› dico
Fede non risponde e so che la risposta è no. Stupido orgoglio maschile.
Entriamo in una prima pasticceria e prendiamo alcune paste che andiamo a mangiare al parco. ‹Mamma che vuoi fare al tuo compleanno?›
‹Niente di particolare› dico
‹Almeno una festicciola›
‹No, sai che non sono amante delle feste e fine della discussione› dico
‹Va bene› dice ma mi accorgo dei loro sguardi segreti e misteriosi.

Per il matrimonio è tutto pronto, il vestito, il luogo. E adesso non vedo l'ora che arriva venerdì. 

Portarmi Con Te, Decido Io La Rotta 2 Where stories live. Discover now