Capitolo 27: Happy Ending

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" Sai, io e Scott venivamo spesso sulla spiaggia di notte. Ogni volta correvamo lungo la costa l'uno contro l'altra, anche se ad essere sincera non lo facevamo per sfida, infatti lui diceva sempre che se avessimo corso abbastanza veloce, avremmo potuto spiccare il volo" dissi, spostando lo sguardo verso il cielo ed individuando le due stelle che Aiden mi aveva regalato, dando loro il nome del mio migliore amico e di mia sorella.

A volte, prima di andare a dormire, mi soffermavo a fissare il manto scuro della notte e restavo a guardalo per interi minuti sperando che le mie scuse sussurrate potessero raggiungere i due astri che brillavano alti nel cielo. Ancora non ero riuscita a perdonarmi fino in fondo e probabilmente non ci sarei mai riuscita, ma avevo imparato a convivere con quel senso di colpa, a fare ammenda con i miei demoni e a prenderli per mano. Avevo smesso di combattere e mi ero ripromessa di deporre le mie armi, così da poterle affilare per aiutare qualcuno che aveva un disperato bisogno di un alleato per distruggere i suoi nemici: Aiden.

" Beh allora direi che forse è il caso di onorare la tradizione, chissà magari questa volta riuscirai davvero a volare" replicò Aiden, liberandosi della giacca scura che indossava per lasciarla ricadere sulla sabbia fine e umida.

Il ragazzo mi rivolse uno sguardo complice, invitandomi tacitamente a non declinare il suo invito. Sorrisi e iniziai a correre sulla sabbia senza nemmeno aspettare che Aiden desse il via, suscitando così un'imprecazione da parte sua.
Afferrai il tessuto del mio vestito onde evitare che vi ci inciampassi e lasciai che la brezza marina mi accarezzasse la pelle e mi scompigliasse i capelli, mentre nella mia mente si faceva strada il ricordo delle sere che avevo trascorso in compagnia di Scott.
Per un attimo sostituii la risata di Aiden con quella del mio migliore amico, lasciando spazio alle notti estive passate accanto al calore di un fuoco improvvisato e scandite da improbabili teorie sugli extraterrestri con lo sguardo rivolto al cielo in cerca di un ufo che né io né Scott eravamo mai riusciti a scorgere tra le stelle.
Una volta acquistata abbastanza velocità allargai le braccia come ero solita fare in compagnia del mio migliore amico, gli occhi chiusi e la vana speranza che il vento mi avrebbe trascinata via.
Mi voltai a guardare Aiden e lo vidi accanto a me con lo sguardo fisso sul mio viso e le labbra allargate in un sorriso complice che non tardai a ricambiare.

" Conosco quell'espressione, significa che hai intenzione di fare qualcosa di stupido" disse, fermando la sua corsa e aspettando che io facessi lo stesso.

Risi divertita e mi avvicinai lentamente a lui, osservando il modo in cui il vento gli scompigliava le ciocche di capelli e come il bagliore lunare faceva risaltare il colore dei suoi occhi, conferendo loro una tonalità tendente al grigio.

" Mi conosci bene, Batman" risposi, lasciando che il cappotto mi scivolasse sulle spalle.

Avvicinai la mano alla zip del mio vestito e la abbassai lentamente, senza distogliere il mio sguardo da quello di Aiden che, ogni modo, pareva essersi incatenato al mio in modo indissolubile.
Lasciai scivolare il vestito lungo il mio corpo, per poi lasciarlo ricadere sulla sabbia umida. Il vento mi accarezzò la pelle e sentii un brivido percorrermi la schiena, ma non vi diedi particolare importanza, troppo impegnata a perdermi negli occhi di Aiden.
Feci un passo verso di lui e gli lasciai un delicato bacio a fior di labbra.

" Magari sei anche abbastanza pazzo da seguirmi " gli sussurrai all'orecchio, prima di allontanarmi da lui e correre verso il mare.

L'acqua era tutto fuorché calda, eppure non mi pentii quel mio gesto impulsivo e dettato dall'incoscienza. Mi piaceva apprezzare la libertà ogni qualvolta la vedevo a portata di mano e ne potevo quasi sentire il sapore in bocca in quelle circostanze.
Aiden restò a guardarmi per qualche istante, per poi iniziare ad allentarsi la cravatta quel tanto necessario per sfilarsela dalla testa e privarsi di camicia e pantaloni per raggiungermi tra le onde del mare.
Mi avvolse le braccia attorno alla vita e mi attirò a sé, lo sguardo acceso di passione.
Prima che potessi realizzarlo, le sue labbra si posarono sulle mie e presero a baciarmi in modo famelico. Era come se Aiden faticasse a respirare e vedesse in me il suo ossigeno, l'unica possibilità che aveva di riemergere dalle profonde acque che sciabordavano nella sua mente e minacciavano di soffocarlo, soprattutto in quel periodo.
Avrei voluto sapere cosa lo turbava, aiutarlo a combattere i suoi demoni o ad accettare fino in fondo quel passato che si ostinava ad ignorare. Ma la verità era che Aiden ancora non si sentiva pronto ad aprire gli armadi che contenevano i suoi ricordi e il passato, perché semplicemente non accettava i suoi errori e il fatto che per quanto lo desiderasse non potesse porvi rimedio. Io lo capivo più di chiunque altro, ci ero passata anche io dopotutto e sapevo di quante energie si dovesse usufruire per scappare dai ricordi, per ignorare i problemi. Per questo motivo, speravo che quel bacio avrebbe potuto, ameno in parte, alleviare il dolore che provava ed espiare quei peccato che era convinto di aver commesso.
E in quel momento, sotto la luce argentea della luna e tra le acque fredde del mare tinte dal bagliore del satellite che si protendevano verso la costa per baciarla amorevolmente, mi domandai quali errori si annidassero nel passato di Aiden e cosa vi fosse di tanto cupo e oscuro da tormentarlo ogni notte, abbastanza da spingerlo a non voler più addormentarsi e preferire due profonde occhiaie a solcargli gli occhi.

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