Capitolo 16: Past

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Buona lettura

Capitolo 16

Aiden's POV
Avevo da poco chiesto - o meglio gridato - a Hayley di uscire da casa mia e le parole che avevo pronunciato erano state per me come rose le quali spine mi si erano conficcate nella gola, minacciandomi di uccidermi.
Negli occhi della ragazza avevo visto riflesso il rimorso e il senso di colpa per ciò che aveva fatto, eppure io non ero riuscito a controllare la mia rabbia, anzi, mi ero lasciato guidare da essa e le avevo permesso di annebbiarmi completamente la mente. Hayley mi aveva mostrato un lato di sé che non conoscevo, una sfaccettatura della sua essenza che mi era stata ignota fino a quella sera.
Mi sentivo tradito e tutto ciò che riuscivo a sentire in quel momento era una stretta al cuore tanto forte da farmi stare male, eppure, come sempre, celai quel dolore e lo sostituii con la collera, lasciando che quel sentimento di rabbia mi inondasse completamente fino ad affogarmi.
Avevo udito Ash parlare con Hayley, ma non avevo prestato la benché minima attenzione alla conversazione avvenuta tra le due, mi ero semplicemente limitato a liberarmi della camicia che indossavo e a spegnere la lampada che poggiava sul mio comodino.
Restai immerso nell'oscurità della mia stanza, seduto sul bordo del mio letto con il capo tra le mani per quella che mi parve un'eternità. La luce della luna filtrava attraverso le finestre e i suoi raggi argentei illuminavano parzialmente la mia camera da letto avvolgendola in un bagliore fioco e vagamente tetro.
La mia mente era affollata da un marasma di pensieri contrastanti che persistevano a tormentarmi, minacciando di farmi impazzire ed io mi ritrovai a pensare che fossero tanti che la la mia testa non sarebbe stata in grado di contenerli tutti.
Continuavo a rivivere la conversazione avuta con Hayley e gli istanti che l'avevano preceduta, come in un loop senza fine che non pareva essere intenzionato ad interrompersi.

Non l'hai nemmeno lasciata parlare.
Non c'era nulla da dire.

Non riuscivo a credere che Hayley si fosse incontrata con Matt più di una volta e che lei avesse ascoltato le sue parola quasi fosse un prete che doveva espiare i suoi peccati, lasciando che lui le professasse il suo amore incondizionato nei confronti di Bella. Ero certo che Matt non avesse avuto il coraggio di raccontare a Hayley l'intera storia, poiché, in caso contrario, di certo la ragazza mi avrebbe sommerso di quesiti e di certo non sarebbe più riuscita a guardarmi negli perché il mio viso, ai suoi occhi, si sarebbe tramutato in quello del mostro che ero.
Odiavo sapere che probabilmente Hayley aveva sentito parlare di me attraverso le labbra di Matt che erano colme di bugie meschine, considerando il sentimento di collera che lui provava nei miei confronti, così come io lo provavo nei suoi.
Lui era come una serpe velenosa pronta a mordere quando meno te lo aspettavi ed io lo avevo imparato a mie spese, Matt aveva estirpato ogni traccia dell'amicizia che un tempo ci aveva legati e l'aveva sostituita con un legame costruito sull'odio reciproco e sull'invidia. Bella era l'unica traccia rimasta del nostro rapporto, un filo nero che ci legava indissolubilmente l'uno all'altro, come una catena che non poteva essere spezzata; un passato le quali fitte tenebre avevano oscurato ogni barlume di luce che avevo vissuto.
Quel pensiero fece ribollire la rabbia che albergava dentro di me, scatenando una tempesta di emozioni che non riuscivo a controllare e che, inevitabilmente, ebbe la meglio su di me.
Mi alzai dal letto e mi avviai verso il mio sacco da boxe, ignorando la persona che era intenta a bussare alla mia porta, tentando disperatamente di attirare la mia attenzione. Sapevo che il mio migliore amico e mia sorella erano preoccupati per me, eppure, in quel momento tutto ciò che desideravo era restare immersone nell'oscurità della mia stanza e diventarne parte, crogiolandomi nella mia solitudine ed ignorando il mondo esterno.
Avevo chiuso la porta della mia stanza a chiave, una cosa che non facevo da svariato tempo e nonostante fossi perfettamente consapevole che mia sorella si sarebbe preoccupata ulteriormente in seguito a quel mio gesto, non vi prestai particolare attenzione.
Mi sentivo come un lupo solitario che si era allontanato dal proprio branco, troppo rabbioso per preoccuparsi dei propri compagni in quel momento.
Iniziai a scagliare i pugni contro al sacco da boxe, senza curarmi del dolore che ogni colpo mi arrecava alle nocche e lasciando che la mia rabbia trovasse una valvola di sfogo che non fosse l'alcol.
Riportai alla memoria le parole di Hayley e il messaggio comparso sul cellulare della ragazza mentre lei era andata in camera di mia sorella e i miei colpi si fecero progressivamente sempre più forti.
Hayley era una rosa rossa dipinta di nero, petali scarlatti mascherati dall'oscurità dei segreti che si celavano nel suo cuore.

Storm #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora