Capitolo 19: Under the storm

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Capitolo 19

Aiden's POV
Quando entrai nell'appartamento di Hayley notai che il soggiorno era completamente immerso nel buio e che l'unica luce ad illuminare la stanza era quella che filtrava attraverso la grande vetrata che si affacciava sulla città di New York.
Hayley indossava un paio di pantaloncini del pigiama grigi ed una canottiera nera, era un abbigliamento estivo siccome all'interno dell'appartamento faceva piuttosto caldo, tanto da spingermi a volermi liberare subito del giubbotto e appoggiarlo sul gancio dell'appendiabiti posto accanto alla porta bianca.
L'aria era permeata dall'odore di cannella emesso da un profumatore per ambiente, quella fragranza mi era ormai divenuta familiare ed avevo preso ad associarla sempre a casa di Hayley ogni qualvolta la sentivo, non importava dove mi trovassi.
La ragazza che avevo dinanzi sembrava essere piuttosto allibita della mia visita, il che non mi stupiva, considerando che ci eravamo reciprocamente ignorati per due intere settimane.
Per qualche istante ci limitammo a fissarci l'un l'altra, quasi a voler apprezzare il fatto che ci trovassimo finalmente insieme, nonostante nelle nostre menti si arrovellassero pensieri contrastanti tanto quanto i sentimenti che imperversavano dentro di noi.
Avevo sentito la mancanza della sensazione che scatenava in me la presenza di Hayley, così come del modo in cui il mio cuore prendeva a battere in modo irregolare quando i miei occhi incontravano le sue iridi ambrate. Tuttavia, mi pareva quasi di riuscire a vedere il muro che i nostri silenzi e le parole non pronunciate avevano costruito mattone dopo mattone, minacciando di creare tra noi una distanza incolmabile.

" Aiden, che cosa ci fai qui?" domandò Hayley, richiudendo a chiave la porta alle mie spalle, rompendo il nostro contatto visivo e ponendosi nuovamente dinanzi a me.

La sua voce era segnata dallo stupore e di lì a poco lei incrociò le braccia sul petto e fissò il suo sguardo nel mio, quasi volesse osservarmi attentamente in modo da poter decifrare le mie intenzioni. Eravamo completamente avvolti nel silenzio che, di tanto in tanto, veniva interrotto dal forte suono dei tuoni e che pareva mimare il fragore emesso dalla rabbia che imperversava in me come una tempesta. La luce bluastra dei lampi squarciava il buio del soggiorno, fondendosi alla luminosità fioca emessa dalle luci dei grattacieli di New York e illuminando le nostre figure immerse nella penombra della stanza.

" Hai detto di voler spiegare. Ora sono pronto ad ascoltarti, perciò forza, dimmi per quale ragione tu e Matt vi siete incontrati più di una volta e perché hai preferito nascondermi la verità invece che essere sincera" spiegai, il mio tono di voce freddo, impassibile, come la mia espressione.

Hayley in un primo momento restò leggermente destabilizzata dalle mie parole, quasi non si aspettasse che la ragione della mia visita fosse quella da me esposta, eppure, di lì a poco, sembrò riprendere il controllo di sé stessa. Il suo viso parve riflettere la mia stessa espressione, come se non volesse permettermi di vedere quanto fosse scossa dal mio discorso e preferisse indossare una maschera apatica che celava le sue emozioni.

" La prima volta è successo per caso. Se non ricordo male era il giorno in cui io e te avevamo litigato in mensa e quella notte non riuscivo a dormire per via degli incubi, perciò ero uscita per schiarirmi le idee. Sono andata in un supermarket e lì ho incontrato Matt, mi ha chiesto se volevo fargli compagnia e io, forse per stupidità - o per ripicca nei tuoi confronti, piuttosto che per curiosità -, ho accettato. Da quella sera lui ha iniziato a chiamarmi qualche volta nel cuore della notte per chiedermi se ero disposta a dedicargli qualche ora del mio tempo e se ero sveglia accettavo, mi faceva pena" disse Hayley, la voce calma e pacata come se mi stesse spiegando quali fossero state le attività che aveva svolto durante quella giornata.

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