Capitolo 6: Night Confessions

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Capitolo 6

Aiden's POV
Mi svegliai di soprassalto con il fiato corto ed il battito cardiaco così accelerato da darmi l'impressione che, da un momento all'altro, mi sarebbe venuto un attacco di cuore.
Avevo la fronte madida sudore e le coperte del letto in cui mi trovavo erano raffazzonate ai miei piedi, era chiaro che mentre dormivo mi fossi agitato parecchio.
Mi sedetti con la schiena poggiata alla testata del letto e mi strinsi la testa tra le mani, mentre i flashback di ciò che avevo appena sognato mi riaffioravano alla mente.
Avevo trascorso diversi pomeriggi in compagnia di Bella, chiusi all'interno della vecchia aula di danza, mentre lei provava i suoi balletti fino allo sfinimento. Erano trascorsi due anni, eppure il sogno aveva reso il ricordo così vivido da indurmi a credere che fossero passati solo alcuni giorni.
Rammentavo perfettamente il pomeriggio che avevo da poco sognato, Bella si era esercitata per ore e l'immagine del suo viso inumidito dal sudore e del rivolo di sangue che le colava dal naso era cristallina nella mia mente.
La prima parte del sogno non mi aveva turbato particolarmente, si trattava solamente di uno dei tanti ricordi che si accalcavano nella mia memoria; ma la seconda parte mi faceva venire i brividi.
Non riuscivo a rimuovere dalla mente il ricordo di Hayley che si gettava dal grattacielo, il sorriso sul suo viso e gli occhi tristi, lucidi e colmi di lacrime e dolore fissi nei miei.
Mi infilai le dita tra i capelli, sentendo la rabbia crescere dentro di me, mentre la voce di Bella e le sue parole mi facevano eco nella testa: " Se non sei riuscito a salvare me, come credi di fare a salvare lei?".
Tentai di scacciare quella voce, di reprimerla in un angolo remoto e polveroso della mente in modo che rimanesse incatenata lì, senza via di scampo. Tuttavia, non ci riuscii.
Sospirai rumorosamente e mi alzai dal letto, lasciando che il bagliore lunare che filtrava attraverso la finestra della stanza in cui mi trovavo mi guidasse verso la porta.
Un brivido mi corse lungo la schiena, quando la mia pianta del piede entrò in contatto con il pavimento freddo.
Una volta uscito dalla stanza, mi diressi verso il grande soggiorno della villa con l'intenzione di aprire la grande vetrata che si affacciava sul giardino e lasciare che la brezza notturna mi rinfrescasse. Ad ogni passo che facevo, immerso nel buio di quella grande casa avvolta da un silenzio di tomba, sentivo la rabbia crescere dentro di me.
Era come se qualcuno avesse dato vita ad una piccola scintilla dentro di me che, tuttavia, era abbastanza per creare un fuoco che, lentamente, si stava tramutando in incendio.
Giunto in soggiorno, aprii la grande finestra dalla quale era possibile ammirare il manto stellato della notte ed il volto argenteo ed in parte celato della luna. Una volta in giardino, tentai di far tacere la eco della voce di Bella intenta a ripetere all'infinito la stessa frase. I miei nervi erano tesi e nemmeno la brezza notturna parve riuscire a sbollire la mia rabbia che, al contrario, persisteva a crescere e a divorarmi.
Mi voltai verso il muro della casa e lo colpii con un pugno, sentii il dolore diramarsi nelle nocche e tuttavia non mi parve abbastanza forte da mettere a tacere i miei pensieri.
Hayley non era Bella, dovevo mettermelo in testa.
Sì, forse sarebbe il caso.
Bella aveva scelto di scappare, di fuggire e di abbandonare ciò che aveva; Hayley era diversa però, lei non lo avrebbe mai fatto e anche se avesse intenzione di tentare, io non glielo avrei permesso.
" Se non sei riuscito a salvare me, come credi di fare a salvare lei?", la eco della voce di Bella tornò a farsi strada nella mia mente facendo sì che la mia rabbia crescesse ulteriormente.
L'immagine degli occhi verdi e velati di tristezza della ragazza dai lunghi capelli biondi sembrava marchiata a fuoco nel mio subconscio, tanto vivida da darmi l'impressione che, se avessi distolto lo sguardo dal muro che avevo dinanzi, sarei stato in grado di vedere Bella in carne ed ossa proprio accanto a me.

" Esci dalla mia testa" dissi, la mia voce intrisa di una rabbia cieca che non pareva intenzionata ad abbandonarmi.

Scagliai un altro pugno al muro, mentre la voce della ragazza che, tra l'altro, non vedevo da due anni ormai, mi rimbombava nella mente.
Bella era stata la mia rovina e io non riuscivo ad allontanarla da me, nonostante fosse trascorso così tanto tempo, non ero in grado di dimenticarla. I fantasmi dei miei ricordi mi tormentavano e minacciavano di farmi diventare pazzo, mi sembrava di vivere in un incubo.
Continuai a scagliare pugni contro il muro duro e ruvido, senza tuttavia provare neanche nemmeno il minimo dolore. I miei pensieri erano troppo rumorosi e la mia mente troppo affollata di ricordi perché io riuscissi a sentire male alle mani, nonostante la pelle delle mie nocche si fosse ormai spaccata in più punti e il sangue avesse preso a colarmi dalle ferite. Se avessi continuato, di quel passo rischiavo di rompermi le mani.
Sentii una mano poggiarmisi sulla spalla e quel tocco leggero mi indusse a smettere di torturarmi e a voltarmi. I miei occhi incontrarono quelli ambrati di Hayley, il viso della ragazza era distorto dalla preoccupazione e il suo sguardo era fisso nel mio.

Storm #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora