Capitolo 7: Illusion

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Capitolo 7

Hayley's POV

Quella mattina venni svegliata a causa di un raggio di sole che mi colpì in pieno viso, mi strofinai gli occhi e notai che la stanza era parzialmente illuminata dalla luce che filtrava attraverso le tende.
Avevo la testa poggiata sul petto di Aiden e le sue braccia mi stringevano a sé, riuscivo a sentire il respiro regolare del ragazzo e il calore del suo corpo riscaldarmi.
I battiti del cuore di Aiden scandivano una melodia contro il mio orecchio, ero sicura che stesse ancora dormendo, soprattutto perché per svegliarlo non sarebbe di certo bastato qualche banale raggio di sole.
Tentai di liberarmi dalla presa del ragazzo, ma fu pressoché inutile dato che Aiden quando dormiva diveniva una sorta di piovra dotata di un sonno pesante quanto quello di un orso in letargo.
Sospirai rumorosamente e mi presi qualche secondo per riflettere, mentre aspettavo il momento in cui mi sarei stancata di restare praticamente incatenata a quel letto e mi sarei finalmente decisa a trovare un modo per svegliare Aiden.
Ripensai alla nottata che avevamo trascorso insieme, ai segreti che ci eravamo confessati e a quanto fossi felice che, per la prima volta, il ragazzo si fosse concesso di farmi luce su alcuni aspetti del suo passato.
Sapevo perfettamente che Bella era un argomento tabù per Aiden, tanto che solo il suo nome lo faceva irrigidire e lo rendeva particolarmente irritabile, perciò il fatto che lui mi avesse confessato quanto la ragazza fosse stata una sorta di veleno per lui mi bastava.
Certo, ero comunque curiosa di conoscere cosa si celava nel passato di Aiden e quali segreti lui nascondesse, soprattutto perché io ero stata totalmente sincera e gli avevo mostrato dei lati di me che persino Scott aveva solamente intravisto.
Eppure conoscevo il ragazzo ormai abbastanza bene da sapere che dovevo aspettare il momento in cui lui si sarebbe finalmente deciso ad essere totalmente sincero con me, non potevo forzarlo a parlarmi perché avrei solamente suscitato la sua rabbia ritrovandomi in mano solo un cumulo di sabbia.
Non avrei permesso al passato di rovinare ciò che avevamo costruito.
Sentii le braccia di Aiden stringermi a sé con maggior vigore, come se avesse udito i miei pensieri e un sorriso si fece strada sulle mie labbra.
Sollevai la testa dal petto del ragazzo e mi presi qualche secondo per osservare il suo viso rilassato. La linea della sua mandibola sembrava essere stata disegnata dal migliore degli artisti o scolpita direttamente da Michelangelo, gli zigomi erano illuminati da un raggio di sole che, tra l'altro, mi permetteva di vedere il pulviscolo fluttuare nella stanza.
I capelli scuri di Aiden erano scompigliati e le ciocche andavano in ogni direzione, aveva le labbra leggermente schiuse e la guancia premuta contro il cuscino.
È così bello che potrei molestarlo seduta stante.
Sei diventata scema?
Perché? Credi davvero che gli dispiacerebbe?

" Aiden, svegliati" gli sussurrai all'orecchio, prima di mordergli il lobo come era solito fare lui con me.

Il ragazzo sorrise leggermente e borbottò qualcosa di incomprensibile, tuttavia non parve essere intenzionato a svegliarsi. Roteai gli occhi per via della frustrazione, Aiden aveva il sonno decisamente troppo pesante perché la mia voce fosse in grado di farlo riemergere dal mondo dei sogni.
Tentai nuovamente di liberarmi dalla sua stretta, ma non ci riuscì.

" Aiden, dai alzati da questo maledetto letto" dissi, alzando il tono di voce sperando che fosse in grado di svegliarlo.

Niente, nemmeno un altro borbottio.
A quel punto mi era ormai chiaro - considerando la situazione e l'esperienza - che per destare il ragazzo dal suo sonno erano necessarie le maniere forti.
Dopo un numero consistente di tentativi, fui in grado di allontanare Aiden da me quel tanto necessario perché riuscissi a spingerlo verso il bordo del letto. Sfruttai ogni briciolo di forza che possedevo per persistere ad avvicinarlo il più possibile al confine del materasso, interrompendo il processo di tanto in tanto per controllare se il ragazzo si fosse svegliato o meno e - soprattutto - per riprendere fiato.
Aiden borbottò una seconda volta, ma non aprì gli occhi e così fui costretta a portare avanti il mio piano. Spinsi il ragazzo un ultima volta e lo vidi cadere dal letto per poi colpire il pavimento con un tonfo che, come prevedibile, fu seguito da un brontolio di protesta e di irritazione.

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