Capitolo 11: Shining soul

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Capitolo 11

Hayley's POV
Mi trovavo con Ash nel bar che lei amava, dinanzi a noi era posta una tazza di cioccolata calda e un piatto colmo di biscotti al burro che. Si trattava dello stesso locale che sapevo fosse precedentemente stata una tappa fissa per lei, Bella ed eventualmente Matt.
Alle mie narici giungeva il profumo della bevanda e quello del caffè proveniente dalle tazze di coloro che si trovavano seduti al tavolo accanto al nostro. Alle mie orecchie giungeva la melodia di Hey Jude dei Beatles riprodotta dallo stereo del locale, il suono della canzone si fondeva al chiacchiericcio soffuso dei presenti nel bar e si alternava, di tanto in tanto, alle risate emesse da alcuni ragazzi seduti poco distanti da me e la mia migliore amica.
Erano trascorsi tre giorni dal mio secondo tentato suicidio ed Aiden aveva trascorso quel l'intero lasso di tempo in mia compagnia, dato che non voleva che io restassi da sola e che, di conseguenza, rimuginassi sul passato. Trovavo incredibilmente bello da parte del ragazzo voler restare al mio fianco proprio come aveva promesso ed ero felice della sua scelta, soprattutto perché la sua vicinanza mi stava aiutando a cacciare i demoni dalla mia mente. Adien era la miglior cura in grado di alleviare il dolore che attanagliava il mio cuore.
Il ragazzo in quel momento era agli allenamenti di basket, successivamente si sarebbe recato a casa per farsi una doccia e mi aveva promesso che quando sarebbe stato pronto si sarebbe recato a casa mia in modo da tenermi compagnia per il resto della serata, esattamente come i giorni precedenti. L'indomani sarebbe tornato mio padre e io avrei dovuto ridurre drasticamente le ore durante le quali avrei potuto godere della compagnia di Aiden, tuttavia ero contenta che avrei rivisto mio papà, sentivo la sua mancanza.
Il tavolo a cui sedevo era lo stesso su cui erano incise le iniziali di Bella e Matt, trovai che fosse uno strano scherzo del destino considerando che io non avessi ancora trovato il coraggio di confessare ad Aiden del bacio che avevo scambiato con il ragazzo che tanto detestava.
Avevo paura, troppa. Temevo quale sarebbe stata la reazione di Aiden e non tanto per il bacio, quanto piuttosto per la persona con cui l'avevo condiviso, perché non avevo informato il ragazzo del fatto che, di tanto in tanto, mi incontrassi con Matt nonostante sia lui che Ash mi avessero informata che lui non era una persona raccomandabile.
Ero combattuta tra il non voler mentire ulteriormente ad Aiden oppure lasciare che i sensi di colpa mi divorassero lentamente, portarmi quel fardello e inghiottire quel segreto finché mi avrebbe soffocata.

And anytime you feel the pain, hey Jude, refrain.
E ogni volta che senti il dolore, Jude, trattienilo

Don't carry the world upon your shoulder.
Non sopportare il peso del mondo sulle tue spalle.

Sembrava quasi che la canzone volesse spingermi a non portare l'intero peso del mio stesso errore e che grava sul mio cuore, a mettere da parte il dolore e a farmi coraggio, quasi fosse un consiglio sussurrato. Tuttavia, avevo così tanta paura di perdere Aiden, ancora una volta mi stavo lasciando sopraffare dal mio egoismo perché temevo le conseguenze che le mie stesse azioni avrebbero sortito.

Io davvero non capisco a che livelli possa arrivare la tua idiozia.
Ho paura.
Non me ne frega niente, finirai per ferire anche lui.

" Sono contenta che mio fratello ti abbia incontrata, sai? Non l'ho mai visto guardare nessuno come guarda te" disse Ash, interrompendo così il mio fiume di pensieri e costringendomi a distogliere lo sguardo dalla cioccolata calda per puntarlo su di lei.

Il viso della mia migliore amica era illuminato da un sorriso timido, i suoi occhi celesti e sinceri macchiati da screziature castane vicino alla pupilla fissi nei miei.
Era come se attraverso quello sguardo Ash volesse trasmettermi la sua gioia, il sentimento genuino di felicità che provava nei confronti di suo fratello e sostenerlo per me risultò improvvisamente complesso, tanto da spingermi a fissare nuovamente i miei occhi sulla bevanda che riempiva la tazza bianca posta dinanzi a me.

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