CAPITOLO 3 - UFFICIALMENTE COTTA

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Seguo la lezione come in uno stato di dormiveglia.

Mi sento bene. Più che bene...libera di provare emozioni senza preoccuparmi delle conseguenze.

E tutto grazie a lui...con la coda dell'occhio noto che continua a fissarmi.

Nel corso degli anni avevo imparato ad accettare con serenità le cose che non potevo cambiare, ma in quel momento mi rendo conto che sono solamente preoccupata che fosse tutto un sogno.

La campanella suona e io sussulto.
Raccolgo in fretta le mie cose e senza volerlo, lancio un'occhiata al ragazzo alla mia destra.

È invaso dalle ragazze e dalle loro domande.

Non sono sicura che gli ascolti, ma nemmeno mi degna di uno sguardo.
Forse si è stufato e si è arreso.

Mi alzo in piedi e mi incammino verso la porta.

Provo una sensazione di disagio per tutto il tempo, ma non mi volto a guardarlo.

Il telefono vibra nello zaino.

Lo prendo e guardo lo schermo.

<Chi è?>
Davina si ferma accanto a me nel corridoio.
Greyson gli gira intorno, come se mia sorella esercitasse su di lui una specie di attrazione gravitazionale. Sembra la sua ombra.

<È Daniel>
Leggo il messaggio.

"Com'è l'altro?"

Prima che possa rispondere, arriva un altro messaggio.

"Devo preoccuparmi?"

Digito "No" e metto il telefono in tasca.

Sposto lo sguardo su Davina.

<Gli hai detto?>

<Certo, per chi mi hai preso?>

<Bene.>

Ci facciamo strada nel corridoio affollato.

<Non hai capito ancora perché ti è successo?> Chiede Davina.

Scuoto la testa,  prendendo il libro della letteratura dall'armadietto.

<È a causa sua?>
Davina indica con la testa qualcuno alle mie spalle.

Mi volto e  lo stomaco mi si stringe in una morsa.
Mi blocco dal suo aspetto magnetico, mentre lui mi passa davanti, come se non mi vedesse.

La sua energia vibra sulla mia pelle e la mia connessione con lui diventa più forte.

È un legame indissolubile.

Chi sa se, nel profondo, lo avverte anche lui?

Mi porto una mano sul petto, delusa e desolata.

Ignoro le attenzioni degli altri ragazzi, ignoro le occhiate velenose delle ragazze che incontro, ma non riesco a ignorare quel... unico... che mi ha toccato qualcosa dentro e che adesso mi volta le spalle.

Dovrei sentirmi sollevata, invece...mi sento male.

<Non sembra nemmeno umano>  commenta Greyson e il terrore mette radici nel mio stomaco.

Non mi piace quella sensazione.

Dovrei espellerlo.  Adesso.

Distolgo lo sguardo, ignorandolo a mia volta.

<Stai facendo finta che non è successo niente, ma hai cambiato il colore del viso.>
Mi informa Davina.

Mi riscuoto, sbattendo le palpebre.

La luce attratta dal buio Where stories live. Discover now