CAPITOLO 22-IL FUOCO NON SI SPEGNE SOLO IGNORANDOLO

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Non so esattamente come ho permesso a Raphael di convincermi ad accompagnarmi a casa il giorno dopo... e i giorni che seguono. Invece di andare con Daniel e Davina, ogni volta, mi ritrovo a salire sull'enorme Hyundai nera. So che ciò che faccio e sbagliato, ma non riesco a farne a meno. Quindi entrando in quella macchina, mi dico che non mi importa e che qualsiasi cosa accada...la affronterò da sola.

Davina è esasperata e Daniel... ha il viso pallido di rabbia e le mascelle serrate ogni volta che mi vede con lui. Non mi parla da alcune settimane e devo ammettere che sono sopraffatta dalla paura della sua reazione.

Dicono che se il fuoco è furioso, la foresta brucerà per molti giorni.
Forse dovrei smettere. Sono tentata di attutire il colpo che riceve ogni volta che mi vede passare davanti, ma la parte emotiva mi assorbe di nuovo, come un turbine.

Salgo nella macchina di Raphael e il mio cuore batte forte.

<Forse era meglio perderti che trovarti,>  dice Raphael, entrando nel traffico e lanciando un'occhiata a metà strada verso l'auto nera dietro di noi. Il suo comportamento è imperturbabile. Invece, io mi vergogno di incontrare il suo sguardo. Non passa giorno che non siamo seguiti da Daniel. Non posso credere che mio fratello si comporti così. È un brutto segno, può significare che la sua ultima impressione su Raphael è stata peggiore di quanto temessi.

<Forse è meglio mantenere le distanze>  suggerisco.

<Nel profondo del tuo cuore...non lo vuoi. E nemmeno io.>

<Forse.>

<Allora dimentica>  ribatte, guardandomi per un attimo. <E smettila di torturarti.>

I suoi occhi mi gettano in uno stato di confusione incontrollabile. Ho versato una lacrima, ma la asciugo in fretta.

<Bene.>

<Se fai quello che vuoi, una... due volte... tuo fratello non sarà più un problema.>

<Il fuoco non si spegne solo ignorandolo >

Lo sguardo di Raphael torna all'auto di Daniel nello specchietto retrovisore. I suoi penetranti occhi blu sono cosparsi da un comune filo di frustrazione.

<Alla fine si spegne e... impara a scoppiettare,>  dice con tono aspro. <Tutto andrà bene.>

<E come lo sai?>

Mi sorride nel tentativo di rilassare l'atmosfera.

<Perché sono l'unico che sa tutto di tutto.>

Non sorrido. Sono troppo depressa per farlo.

<Sai una cosa...>  ricomincia Raphael. <Sto organizzando una festa per sabato prossimo e voglio che tu venga.>

<No, ma sei matto?>  strillo.

<Forse,>  dice, con uno... scintillio e un calore inaspettato negli occhi... che non avevo mai visto prima.

<Una super festa per tutti,> aggiunge. <E spero che le cose migliorino...per te.>

<A cosa ti servono tutte queste feste?> Chiedo, esasperata.

<Devo pur fare qualcosa per aggiustare le cose.>

<Tu... sai che mio fratello sta cercando di convincermi scaricarti...>

<Si comporta come un pazzo paranoico.>

<Ha paura...>

<La paura diventa paranoia, e la paranoia diventa psicosi depressiva, > ribatte, Raphael, interrompendomi.

La luce attratta dal buio Where stories live. Discover now