CAPITOLO 12 - LA TENSIONE E OSCURITÀ

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Quello che vedo attraverso il finestrino mi sembra una scena di notte da sogno. Gli alberi fitti davanti a noi, avvolgono la strada in una oscurità silenziosa e piena di misteri.
Raphael mi guarda nello specchietto retrovisore. I suoi occhi attenti mi dicono che qualcosa la turba <Sei tosta...chiunque altro, al posto tuo, sarebbe già crollato>

L'aria in macchina è stranamente elettrica e pesante, e devo dire qualcosa per alleggerirla. Mi appoggio allo schienale e mi abbandono a un pesante sospiro <Se lo dici tu...sarà così>
Do un'occhiata all'orologio sul cruscotto. È l'una di notte passata.

Il suo telefono squilla. Lo estrae dalla giacca e guarda lo schermo <È tuo fratello >
Scuoto la testa <Be', ignoralo e basta>

Troppo tardi.
<Pronto?> Risponde Raphael.

<Allora, bello, come procede?> Chiede Daniel a voce alta. Lo sento forte e chiaro, attraverso il microfono.

<Mi sa che diventeremo buoni amici> sogghigna Raphael.

<Io non ci scommetterei>

<Perché? Non ti piaccio?>

<Senza offesa, sei un bravo ragazzo, ma non potrei sopportarti troppo a lungo>

<Ehi, posso ancora essere utile...dimmi come?>
<Andiamo, non puoi essere così scemo...da non capire?>

<Forse si, forse no, non lo so> replica Raphael.

<Non fare lo spiritoso con me. Dimmi come sta mia sorella, è ancora sveglia?>

<Si, è ancora sveglia>

<E...non è successo niente...di strano?>
<Niente di strano, tranne una tua chiamata appena dopo due minuti che siamo allontanati da lì.> Risponde Raphael e nello specchietto vedo il suo sorriso. Prima che i suoi occhi incontrano i miei, distolgo lo sguardo e mi passo nervosamente la mano tra i capelli. <E...prima che mi dimentichi, volevo dirti che tua sorella mi piace, credo di voler diventare il suo cavaliere.>

<Ehi? Ti avevo detto di non correre troppo.>

<Altrimenti?>

<Non giocare con il fuoco, puoi bruciare>

<Caspita, come sei buono con me.> conclude Raphael e chiude la chiamata.

<Il tuo fratello spacca> dice.
<Lo so>

Raphael guida senza staccare gli occhi dalla strada.
Resto in silenzio a osservarlo, e pochi istanti dopo, inizio a sentirmi intorpidita.

Non so se è per quello che mi hanno messo nel bicchiere, o per qualcos'altro, ma sono come in una specie di trance.
Infine mi arrendo e chiudo gli occhi.

Sono consapevole di tutto ciò che accade intorno a me, ma non riesco a parlare o a muovermi.

Il tragitto fino a casa è immerso nel silenzio e oscurità.
Dopo più o meno una ventina di minuti, la macchina si ferma, e il motore si spegne.

La portiera dalla parte del conducente si apre e si chiude. Colgo la voce di mia madre a un metro e mezzo dalla Hyundai. Sembra molto agitata, e sono preoccupata per lei. <Dov'è...dov'è mia figlia?>

<Si è addormentata durante il tragitto, ma sta bene> risponde Raphael. Un attimo dopo mi prende in braccio e mi stringe al petto. Respiro il suo profumo e mi godo il suo calore.

<Cosa gli è successo?> Insiste mia madre, quasi isterica, mentre lui s'incammina verso casa.

<Ha avuto un mancamento. Niente di grave. Sicuramente dopo un buon riposo si riprenderà> risponde Raphael. Gli sono davvero grata che non racconta tutto a mia madre.

La luce attratta dal buio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora