CAPITOLO 53 - VOGLIO IL TUO AMORE

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Le gambe mi cedono e lui mi afferra, per non farmi cadere.

<Bentornata>  lo dice con un mezzo sorriso.
Sbatto le palpebre, cercando di schiarirmi la vista. Quello che vedo, mi sembra un sogno.
Due ali iridescenti spiegate intorno a me come un arco protettivo...e Gabriel, splendente come il sole, mi avvolge tra le sue braccia.
Rimango a fissarlo, incapace di distogliere lo sguardo. Non l'ho mai visto così.

<Grazie>
Non so perché mi sto aggrappando ancora a lui.
La sua vicinanza è la mia salvezza? Chi lo sa?

<Non c'è di che>

Sorride, raddrizza le spalle e con un fruscio raccoglie le ali. Un istante dopo quel bagliore accecante, e le sue grande vele bianche, svaniscono di colpo. Gabriel non risplende più, ma rimane sempre una creatura meravigliosa che ora mi sta scrutando con qualche ruga sulla fronte.

<C'era qualcosa di davvero inquietante in te, nel tuo sguardo di prima. Lo sai, vero?>
<Scusa> mormoro.
<E per che cosa?>  me lo chiede sconcertato.

<Mi hai visto per quello che sono. E...tu odi quelli come me> farfuglio nervosa.

<Eh?> Mi scruta con attenzione ha occhi stretti, per qualche secondo, e poi mi stringe di nuovo a sé.

<Be', a dire il vero...io non sono troppo entusiasta. Ma tu sei così come sei e sto cercando di farmi una ragione>  sussurra tra i miei capelli.

Non ho tempo di rimuginare su quello che dice. In quel momento semplicemente mi sento felice.

<Ultimamente non me ne importa, sai...>  aggiunge con un filo di voce.

Vorrei crederlo...tanto, e mi rifiuto di ascoltare quella vocina rabbiosa nella mia testa.
Voglio godermi questo momento ancora un po' ...vicino a lui. Assaporare ogni suo respiro perché, forse non ci capiterà più.

La rabbia di Thea ribolle dentro di me come un vulcano. Un giorno me lo farà pagare, ma non adesso. L'ho sconfitta grazie a lui: Gabriel è il mio incubo, il peggior nemico...e invece...eccoci qui che mi ha salvato.

Sento i suoi muscoli contratti per il dolore, ma continua a tenermi stretta.

<Io ho bisogno di sapere che tu stai bene> bisbiglia d'un tratto all'orecchio. Rabbrividisco e chiudo gli occhi.

<Si...sto bene>  gli rispondo.

Circondata dal suo calore, mi fa sentire al sicuro e protetta. Forse anche troppo, dentro quel scudo iridescente, lontano da tutti.

<Ottimo> Affonda una mano tra i miei capelli.

<Il colore castano dei tuoi capelli mi piace di più, sai>

<Ah...si?> Mi tiro indietro e lo guardo, inarcando le sopracciglia.

Sfodera un mezzo sorriso, guardandomi negli occhi.
<Tu sei la ragazza che ho visto quel giorno> lo dice come per cercare di convincere se stesso.
<Sono sempre stata io>  ribatto.

Sovrappensiero, continua ad accarezzarmi i capelli e poi la guancia.

<No, Dalia, seriamente qualcosa non va in te. Vorrei che mi aiutassi a capire, perché succedono queste cose?>  dice in tono severo e senza avvertirmi tenta di insinuarsi nella mia testa.
Mi ribello.
<Non ci provare> gli dò una spinta sul petto. Lo faccio d'istinto, senza volerlo.

Lui fa un rantolo di dolore ma mi sorprende, alzando le mani in segno di resa.

<Okay...ho capito. Non lo faccio più, te lo prometto>  dice in fretta. Respira a fatica, mentre una scarica, simile a quella di un fulmine  lo colpisce.

La luce attratta dal buio Where stories live. Discover now