CAPITOLO 57 - DUE MINUTI

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Faccio scattare l'interruttore sulla parete alla mia sinistra ma non funziona.

All'istante lui si materializza al mio fianco, mi afferra i polsi e mi spinge all'indietro, contro la porta.

Il suo viso è a pochi centimetri dal mio.
Lo sguardo ineffabile, pieno di cautela è così intenso da darmi le vertigini. Mi sento persa nei suoi occhi scuri, del tutto persa.

<Fidati, non andrà storto un bel niente>  Scandisce.

<Cosa sta succedendo?> Chiedo in un sussurro.

La comparsa improvvisa di Gabriel, sconvolge il mio equilibrio mentale. Sono completamente intontita.

<Un cacciatore sa come avvicinarsi alla sua preda e coglierla di sorpresa, lo sapevi?>  mi illumina cupo sulle mie labbra.

<Non dovresti essere qui. Lasciami andare...subito.> Strepito. Ora sono quasi infuriata, perché ha passato il segno.

Accentua la presa su di me leggermente.
<Ehi...va tutto bene. Calmati>

<Come faccio a calmarmi?>
Lui sa bene che non si può avvicinare anche se non conosce il motivo? E allora perché lo fa? Perché è qui?

<Quella piccola parte di te che...mi odia, non può farci del male...non adesso, almeno> spiega.

Non ci capisco più niente ma decido di dargli ascolto.

Per alcuni secondi restiamo in silenzio e la tensione aumenta.

Osservandomi in silenzio mi libera le mani. È vigile, e attento a ogni minima mossa.

L'ansia mi consuma
<Adesso devi andartene da qui.
Per favore, vai via>

Mi sento come un pesce fuor d'acqua sotto il suo sguardo.
Mi spaventa e mi esalta allo stesso tempo. È come se ci fosse una forza invisibile che mi attrae. Non ho scampo.

Mi rivolge un sorriso sghembo.
<Non puoi chiedermi questo>

Mi passa le mani sulle braccia, e a quel tocco leggero mi viene la pelle d'oca. Chiudo gli occhi, quando poi, dolcemente mi ravvia i capelli dietro l'orecchio.

<Mi dispiace ma starti lontano, mi rende ansioso, e...per quanto ne sai...divento pericoloso>

La voce bassa e roca. Apro gli occhi e incontro uno sguardo intrepido e fiero.

<Devi smettere di pensare a cosa succederà> mi ordina e io obbedisco.

Percepisco quella elettricità emanata dal suo corpo, e d'un tratto mi sento un'esplosione d'energia: mi abbraccia e posa le sue labbra sulle mie.

Un brivido intenso mi risveglia dal mio stato di torpore.

Gli poso le mani sul petto, cercando di respingerlo, ma non ci riesco. È irremovibile quanto la Rocca di Gibilterra.

<Baciami, Dalia.> sussurra teso.

Voglio ricambiare il bacio, ma la paura si aggira ancora nella mia mente.

<Ti prego, baciami>  Mi scongiura, sfiorando le mie labbra di nuovo, e a quel tocco leggero, finalmente mi sciolgo...completamente, come neve al sole. Schiudo le labbra e la sua bocca si posa sulla mia.

Mi sembra di essermi smarrita in un sogno. È un bacio talmente intenso...agognante, che non avrei mai voluto che finisse. Il suo profumo paradisiaco mi riempie i polmoni.
'Che Dio mi aiuti, non è colpa mia. Io...io mi sforzo di non amarlo'

Incapace di resistere, passo le mani tra i suoi capelli. Gli sfugge un gemito.

<Non sono bravo a gestire le emozioni e cose così...> Piega la testa e delicatamente avvicina le labbra all'incavo del mio collo.
Ho paura di perdere la testa.
<Anche se...ci provo...davvero> mormora, sfiorandomi la pelle.

La luce attratta dal buio Where stories live. Discover now