CAPITOLO 20 - IN MENSA

6 1 0
                                    


La presenza di Raphael fa sì che questo mondo non sembri più così solitario.

Dopo la lezione di inglese, non vedo più Daniel. È come se fosse sparito nel nulla. Qualcosa mi rode l'anima dentro.

Di fronte ai nostri amici, Davina  mi sorride debolmente, fingendo che sia tutto ok. So che soffre, ma mi rifiuto di essere incolpata per questo.

Raphael allunga leggermente il suo braccio e io lo seguo.

Dal momento in cui vado con lui in mensa, mi rendo conto che sto rinunciando alla mia vecchia vita. Sento che gli occhi di tutti i presenti ci seguono finché non ci sediamo a un tavolo libero in fondo alla sala.

<I tuoi amici non ti perdono mai di vista>  osserva Raphael, divertito.

<E solo perche non sono abituati a vedermi con qualcuno, quindi...>  mormoro, goffamente.

<Beh, c'è una prima volta per tutto>
Mi fissa e le mie guance si infiammano. Abbasso gli occhi per poco.

Le risate al tavolo accanto lo distraggono per un momento. La sua faccia diventa più dura.

Mi guardo alle spalle in quella direzione e vedo cinque ragazze in compagnia di Susan. Mi guarda con occhi ostili. Mi acciglio.
Non posso fare a meno di notare che lei e le sue amiche stanno gettando un'ombra sul viso di Raphael.

<La malvagità senza ragione mi è incomprensibile> dice, cupo. <Alcune persone mi fanno dubitare della razza umana.>

<Penso che sia invidia> dico,   cercando di non pensare alle sue parole.

<L'invidia è per i deboli.>

< Non capisco perché non hai scelto una di loro? Tu... staresti molto meglio con una di loro> dico, giocherellando con la forchetta

Il suo sguardo si sposta da loro a me.

<Nessuna di loro mi attrae, Dalia.>

<Perché no?>

<Bella domanda... forse... ho già trovato quello che stavo cercando.>

Spalanco gli occhi e lentamente lo guardo.

<Voglio dire che le cose belle accadono a chi...le aspetta. E io ho aspettato molto...per essere qui... insieme a te.>

<Non capisco>

<Non importa al momento.>

<A me importa eccome> insisto <Spiegati meglio, per favore>

<Il nostro incontro era predestinato.> Il suo sguardo scivola di nuovo su di me. <Ho dovuto solo aspettare.>

Un brivido freddo mi scende lungo la schiena.

<Cioè tu...parli di me?>

Il suo sguardo è indecifrabile come una pietra.

<Sì>  conferma.

Guardo in basso, lasciando la forchetta sul tavolo.

<Forse dovrei avere paura, ma non ne ho> 

<Molto bene> Sembra sollevato. <E prima che tu me lo chieda, non sono uno stalker>

Alzo lo sguardo verso di lui.

<Hai fatto del male a qualcuno?>

Il sorriso svanisce dal suo viso, e un muscolo della sua mascella sussulta.

<E una domanda difficile, non credi?>

Prendo un respiro profondo per schiarirmi la mente.

<Ci conosciamo da pochissimo, ma... penso che saresti capace, almeno da quanto ho visto.>

<Sei preoccupata per me o tuo fratello?>

<Promettimi che non gli farai del male.>

Mi sorride e noto il bagliore malizioso dei suoi occhi.

<Beh...immagino che tuo fratello rimarrà deluso, perche io non potrei starti lontano>

Faccio del mio meglio per rimanere calma.

<Promettimi.>

Mi sorride con un angolo della bocca.

<Faccio quello che vuoi, starò buono, lo prometto.>

Sono un po' sollevata, ma a causa della tensione nervosa, il dolore sordo, nascosto dietro i miei occhi aumenta. Mi massaggio le tempie.

<Stai bene?>

<Si...cioè no, non dovrei essere qui con te.>

Mi guarda con gli occhi socchiusi, studiandomi.

<Perché?>

Divento piccola sulla sedia, eppure cerco di rispondere con voce calma.

<A volte le cose belle accadono alle persone cattive. Forse io sono una di quelle persone.>

Esita. Per qualche istante noto una traccia di tristezza sul suo volto.

<Forse... dice a bassa voce, ma sono passati quattro giorni, otto ore e trentacinque minuti da quando mi sono imbattuto in te... cambiandomi totalmente... trasformandomi in qualcosa che non sono, e mi godo ogni momento, ma non ho il tempo e la pazienza di aspettare che tu lo capisca, Dalia>

Le sue parole attraversano l'aria e riescono a penetrare nel mio cuore. Lui si alza e se ne va.

Sono così confusa che per qualche istante non riesco a muovermi. Gli occhi di tutti sono su di me. Mi sento come un coniglio sotto i fari. Venti secondi e mi alzo, getto il contenuto del vassoio ed esco dalla porta. Nascondo il mio cuore e scappo da tutto questo, senza voltarmi indietro. E nessuno mi ferma.

Ciao a tutti! Commentate e votate se vi piace! Alla prossima!

La luce attratta dal buio Where stories live. Discover now