CAPITOLO 19 - LA TRISTEZZA

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Io e Davina varchiamo la soglia della scuola e lei cerca di starmi dietro lungo il corridoio.
<Non sta a noi decidere chi puoi e con chi non puoi uscire>  dice.

Faccio finta di essere tranquilla, ma la ignoro.

Per tutto il tempo visualizzo il sorriso affascinante di Raphael. Il Signore sa quanto mi manca. Raphael ha risvegliato in me una passione che non avevo mai provato prima. E il fatto che... Daniel e Davina mi vietino definitivamente ogni rapporto con lui, mi fa urlare di frustrazione.

Non c'è da stupirsi...sono ancora arrabbiata. Loro non hanno il diritto di proibirmi di fare l'unica cosa che mi può salvare.

Vedo Raphael fuori dal aula ad aspettarmi, e un piccolo brivido mi percorre lungo la schiena, nel momento in cui gli passo accanto, ignorandolo.

Calmati...hai tutto sotto controllo, mi dico, mentre tutti i miei sensi sono in allerta.

Entro nell'aula di inglese, mi siedo al mio posto in prima fila e tiro fuori il mio libro di testo.

Davina mi guarda attentamente.

<Vuoi parlare di quello che è successo?>

<No, non e il momento.>

Raphael entra in classe, lo sento camminare verso di me, ma non alzo lo sguardo e lui si gira e se ne va. Il cuore mi balza nel petto. Non fa male...anzi, sono quasi sollevata che se ne sia andato, ma la desolazione che si instaura dopo che esce dal aula,  lascia un sapore amaro nell'anima.

Davina mi guarda a lungo, preoccupata.

<Allora... parliamo più tardi?> Chiede in tono supplichevole.

Annuisco, evitando di guardarla negli occhi.

<Certo.>

Ancora titubante, si allontana e si siede accanto a Greyson.

La lezione finisce e io raggiungo il corridoio prima che Davina possa fermarmi.

Voglio evitarla, ma lei accelera fino a raggiungermi.

<Sei ancora arrabbiata con me e Daniel?>

<No, per niente> dico.

<Allora perché stai scappando da me?>

Non voglio offenderla, ma è difficile per me guardarla negli occhi.

<Voglio essere lasciata sola> sbotto.
Davina si ferma e rimane dietro di me.

<Dalia, aspetta...> mi urla dopo un istante. Non mi volto indietro e continuo a scappare, come una freccia lungo il corridoio, finendo nel giardino della scuola.

Le persone intorno a me mi mettono a disagio, e mi sento patetica. Mi metto il cappuccio in testa e cammino sotto un vecchio albero, dove non c'è nessuno, e mi siedo su uno strato di foglie cadute. Poi premo le ginocchia sul petto e chiudo gli occhi.

È più facile per me immaginare quanto è sconvolta mia sorella, che ammettere quanto io...mi sento spaventata e sola.

Vorrei scomparire nel nulla come una brezza fredda, o diventare un'ombra che non interessa a nessuno, e arrivo a credere che se potessi farlo...lo farei.

Ma il mio problema è che non ho idea di cos'altro sono capace, oltre alla mia capacità di mettermi nei guai... cos'altro posso fare? Ho paura di scoprirlo.

Sento l'intensità dello sguardo di Raphael. Lo sento avvicinarsi e accovacciarsi davanti a me, i suoi occhi pesanti come una fiamma sul mio viso.
La sua presenza mi disturba.

La luce attratta dal buio Where stories live. Discover now